LA VERSIONE POETICA E UMANA FRA LE RIGHE DI CINQUE AUTORI: SPREMUTE DI CUORE IN MOBILITA’ CON “VIAGGI”

Nella foto da sinistra:

Elisa Bertinelli, Grazia Loi, Carmen Salis, Michela Garau, Fabrizio Minerba, Michael Bonannini

di MARIAZZURRA LAI

Antologia poetica a cura di Elisa Bertinelli, Fabrizio Minerba, Michael Bonannini, Grazia Loi, Michela Garau

Poesia è Luce. Un punto di riferimento e un cibo per l’anima. In un tempo maratona ove ci occupiamo troppo poco della nostra spiritualità, inciampare sulla poesia si traduce nel darsi l’occasione di riconoscersi. Con Viaggi, l’antologia di poesie a 5 mani, gli autori curano, vedono in un’ottica benefica l’anima di chiunque e qualsiasi cosa, con dei versi colmi di valore e che completano quel senso di percorso fra le righe nel mondo. Ci sono dei sentieri un po’ dolorosi, ma rielaborati e rivisti, che portano alla felicità, alla realizzazione; a volte si ha la percezione addirittura di ringraziare ciò che di brutto si attraversa. Il bello della poesia è la percezione del lettore fra i pensieri dell’autore. E’ uno scambio di interpretazione e percezione. Si tratta addirittura di empatica, sensibile, vulnerabile reciprocità. Esistono titoli insostituibili, parole d’apertura che meglio di tutte le altre introducono a un universo – non soltanto – artistico, e che da qualsiasi direzione le si guardi dicono qualcosa di pregnante su quanto si leggerà, su ciò di cui si farà esperienza.  Quelli in cui si imbatterà il lettore sono prima di tutto viaggi poetici: vale a dire immersioni fino all’origine prima delle parole, quegli strani strumenti con cui fin da bambini impariamo a illuminare le cose, tutti i cieli e le radici del mondo, e che la Vita a volte si diverte a ingarbugliare, innalzando muri contro ciò che pensavamo di sapere, contro le parole che ci eravamo abituati a usare per esprimere il mondo, per dare un senso al mondo.

Come è nata l’idea di scrivere la raccolta “Viaggi”? È nata per caso. L’anno scorso abbiamo frequentato insieme un corso di poesia tenuto da Carmen Salis presso l’Accademia d’Arte di Cagliari. Durante il corso abbiamo scritto diverse poesie spinti da input differenti, che potevano essere sonori, olfattivi, tattili. Spesso nascevano “rubando” una parola dalla poesia di un compagno. Così ci siamo accorti, lezione dopo lezione, di avere delle affinità in comune, come se le nostre anime poetiche si fossero trovate. Carmen, notando questa forte alchimia artistica che ci legava, ci ha chiesto di dar vita a una raccolta in cui ognuno di noi avrebbe inserito 20 poesie e di pubblicarla con AmicoLibro.

E’ la prima volta che unite le penne in un’antologia poetica? Alcuni di noi avevano già esperienze in campo poetico. Elisa Bertinelli aveva già partecipato a un’antologia poetica, mentre Michael Bonannini ha già pubblicato, sempre con AmicoLibro, due sillogi individuali. Fabrizio Minerba pubblicherà prossimamente la sua, mentre io (anche se dei miei racconti brevi fanno parte di alcune raccolte e a fine anno pubblicherò un romanzo) e Grazia Loi non avevamo mai pubblicato delle poesie prima d’ora.

Scrittura a cinque mani. Potete suggerire qualche consiglio a chi vuole cimentarsi nell’impresa? Il consiglio è quello di non pensarci, di non partire dall’idea di voler creare un prodotto editoriale, di farsi guidare dalle proprie emozioni. Molto probabilmente se ci avessero detto a inizio anno che le poesie scritte durante il corso sarebbero state pubblicate in una raccolta, “Viaggi” non avrebbe la magia che ha. Ossia di essere nata spontaneamente, senza metterci d’accordo, senza pensare a un tema. È stato davvero tutto casuale, ripeto: è stato un incontro delle nostre anime di poeti ma anche, e soprattutto, di persone che hanno imparato a conoscersi e a volersi bene tramite la scrittura. La prima volta che ho letto tutte insieme le 100 poesie che compongono “Viaggi” sono rimasta stupefatta: c’era un leit motiv, un file rouge che le collegava senza che nessuno sapesse cosa avesse scritto l’altro. È così che è nato il titolo: parlavamo di viaggi veri, metaforici, che avevamo compiuto fisicamente, con la mente o attraverso le pagine di un libro, viaggi di riscatto e di consapevolezza di sé. Quindi il consiglio è di scrivere ognuno le proprie poesie individualmente e poi confrontarsi con gli altri autori e con la casa editrice in fase di editing.

Avete altri progetti di scrittura insieme? Al momento non abbiamo altri progetti di scrittura insieme, “Viaggi” è appena nato e ora ci stiamo focalizzando sulle presentazioni al pubblico e sulla promozione. Alcuni di noi, come dicevo, al momento hanno dei progetti di scrittura individuali, ma non escludiamo una collaborazione futura che nel caso, se avverrà, nascerà spontaneamente.

A vostro parere, qual è lo stato di salute e di anima della poesia oggi? Per fortuna la poesia sta riattraversando una rinascita in questi ultimi anni. Ci sono tanti poeti emergenti che si stanno affacciando sulla scena editoriale italiana e ci fa piacere. Speriamo possa crescere ulteriormente e prendersi il posto che merita.

Cos’è per voi la poesia? La poesia è come un “rigurgito” di sensazioni, di stati d’animo che di getto mettiamo nero su bianco. Non è nulla di artificioso o di “calcolato”. Purtroppo in tanti hanno una concezione sbagliata, pensano che la poesia sia solo quella degli endecasillabi e delle rime baciate. Ma la poesia è qualcosa che ti viene da dentro, di istintivo, scritto con il cuore e con l’anima, non con la mente.

Nella vostra raccolta, qual è il comune denominatore ispiratore? Sicuramente, come dice il titolo, sono i “Viaggi”. Ma è un viaggio non solo in senso letterale. Il viaggio può essere anche quello che fai con la mente osservando l’orizzonte del mare, annusano i profumi della nostra Terra (c’è molto amore per la Sardegna nella raccolta), guardandoti allo specchio e ripensando al passato per avere una nuova consapevolezza di te stesso/a e iniziare un nuovo cammino verso il futuro. La raccolta, inoltre, è dedicata a un viaggio particolare, più lungo. Quello di Matteo Gallo, un nostro compagno dell’Accademia, che ci ha lasciati lo scorso ottobre.

Che cosa serve per considerarsi poeti? Serve una purezza d’animo e di cuore che vada oltre le regole dettate dalla società. Serve lasciarsi andare e non avere paura di mettere a nudo i propri sentimenti o di essere giudicati. Serve sentirsi liberi di contaminarsi con gli altri, in modo tale che ognuno possa ritrovarsi in quella poesia e possa farla propria attribuendole un significato che sarà sempre diverso per tutti.

La poesia si legge poco. A chi o cosa si attribuisce questa responsabilità? Probabilmente al modo in cui ce l’hanno insegnata a scuola. Sono rari i docenti con una sensibilità d’animo tale da farcela amare, che non pretendono che venga studiata a memoria senza che venga realmente capita e che non impongono che la poesia abbia un significato univoco per tutti. Si dovrebbe lasciare più spazio a diversi tipi di poesia, che può essere anche la musica (basti pensare al rap, al pop e non solo), per far in modo che i giovani si avvicinino e la amino. Durante la nostra prima presentazione, che si è svolta presso la libreria Mondadori Bookstore del Centro Commerciale “I Mulini”, mi ha fatto molto piacere ciò che mi ha detto un signore avvicinandosi per farci autografare le cinque copie di “Viaggi” che aveva appena acquistato: il nostro tipo di poetica, appunto diverso da quello rigido dei poeti classici studiati a scuola, gli stava facendo rivalutare la poesia tanto che avrebbe regalato le copie a degli amici.

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5 commenti

  1. ELISA BERTINELLI

    ELISA BERTINELLI
    Grazie❤️

  2. MICHELA GARAU
    Grazie Mariazzurra Lai e TOTTUS IN PARI ❤️

  3. FABRIZIO MINERBA

    FABRIZIO MINERBA
    Bellissima intervista.
    Grazie di cuore ❤️

  4. CINZIA BARRAGO

    CINZIA BARRAGO
    Bravissimi

  5. Dani Porqueddu

    DANI PORQUEDDU
    Bellissimo ❤️

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