LO SPETTACOLO TEATRALE SCRITTO E DIRETTO DA STEFANIA PORRINO” IL MUTAMENTO – IL VIAGGIO DA ATLANTIDE ALL’UNIVERSO”

Alessandro Pala Griesche ed Evelina Nazzari 4° Mutamento sulla Rivoluzione Francese

di PATRIZIA BOI

Continua ad andare in scena al Teatro di Documenti di Roma lo spettacolo Il Mutamento – in viaggio da Atlantide all’Universo, scritto e diretto da Stefania Porrino, interpretato da Giulio Farnese, Nunzia Greco, Evelina Nazzari, Alessandro Pala Griesche e Carla Kaamini Carretti, aiuto alla regia, Silvia Montobbio, arredo e costumi, Natasha Bizzi, effetti sonori Tancredi Rossi, luci, Paolo Orlandelli.

Ancora fino al 7 maggio 2023 avrete l’opportunità di vedere quest’opera molto interessante, tratta da Il romanzo del Sentire – Da Atlantide a noi di Stefania Porrino, regista teatrale e drammaturgo, di origini sarde, figlia di Ennio, il grande musicista, autore del dramma lirico I Shardana – gli uomini dei Nuraghi.

Lo spettacolo è andato in scena per la prima volta dal 20 febbraio al 1° marzo del 2020 fino alla chiusura dei Teatri a causa covid: il “mutamento” che ha condizionato l’esistenza di tutti noi negli ultimi tre anni.

Mi ha sempre affascinato ogni Mutamento: le trasformazioni che attraversano le nostre vite, le realtà sociali, la storia, rappresentano in ogni modo un viaggio che ci svela sempre qualcosa di misterioso. Anzi è proprio questo coraggio nell’affrontare il viaggio verso l’ignoto, l’abbandonarsi alla furia dei venti del cambiamento, che conduce la nostra anima verso una sua evoluzione. Nel vedere questo spettacolo, per la seconda volta, dopo tre anni, ho colto una moltitudine di nuove sfumature e mi sono arricchita di un pezzetto di conoscenza in più. Da scrittrice di Fiabe attratta da ogni Mito, l’inizio di questa storia dal Mito di Atlantide non poteva che scuotere il mio cuore isolano. Del resto anche la Porrino proviene da quella stessa realtà che spesso è stata individuata come il vecchio mondo Atlantideo, la Sardegna arcaica, per averla assorbita dal padre. Che sia vero o solo immaginazione, questo cordone ombelicale legato al Mito apre spazi di riflessione molto interessanti su quello che sta accadendo nel mondo contemporaneo, consente di farsi domande e di aprire gli occhi, di guardare oltre la materialità della nostra epoca e di osservare con amore e senza giudizio il nostro Sé più profondo e quello altrui, con compassione per lo spaesamento di un futuro incerto.

Oggi la Compagnia del Mutamento ha cercato di rileggerne la storia: Il Mutamento, tema centrale dello spettacolo, è davvero arrivato, improvviso e inaspettato, e le parole scritte e dette allora appaiono oggi come un profetico annuncio di ciò che stava per succedere e che l’Autrice “sentiva” senza poter sapere.

E chi se lo sarebbe aspettato? Chi poteva anche solo immaginare che la nostra vita quotidiana si sarebbe fermata e saremmo rimasti chiusi in casa per così tanto tempo, senza poter frequentare i luoghi dell’Arte, della Cultura, del Cinema, del Teatro, della relazione o semplicemente dell’intrattenimento? Un divieto categorico causato da un intangibile virus. Un’idea che già circolava nell’aria, nelle menti di chi già sapeva, di chi aveva già notato delle polmoniti atipiche, di chi aveva annusato il pericolo e di chi aveva già deciso di poterne cavalcare l’onda. L’artista è lontano da tutto questo, però percepisce qualcosa, lo legge nel grande registro dell’Akasha, lo sente in qualche modo arrivare nel flusso della storia. Ma al di là di questa congiuntura che ci ha coinvolto tutti, Stefania ha esaminato dei fatti storici e nel contempo delle leggende, le ha legate tra loro attraverso una immensa seduta psicoanalitica di gruppo, tenuta con lo strumento dello psicodramma, tra il mondo reale del problema esistenziale di ogni attore come persona e quello della sua capacità interpretativa di un personaggio che in quel momento lo aiuta a dipanare il suo conflitto, a risolvere il suo dubbio, al attuare il suo personale Mutamento.

Giulio Farnese e Alessandro Pala Griesche nel 1° Mutamento “Il mito degli Atlantidei”

Le motivazioni per cui l’Autrice ha incentrato le sue riflessioni sul Mutamento sono così spiegate da lei stessa: «Perché abbiamo paura del mutamento? Viviamo un’epoca in cui tutto cambia continuamente, il nuovo diventa vecchio in pochi mesi, siamo costantemente bersagliati da stimoli che ci costringono a rivedere continuamente le nostre idee, le nostre aspettative, i nostri progetti. Per riflettere su questo affannato rincorrere il nuovo e cercare di capire la paura che ne deriva, mi è sembrato utile scrivere e mettere in scena uno spettacolo sul tema del mutamento – storico, sociale ma soprattutto psicologico – e delle resistenze che ogni cambiamento inevitabilmente suscita in chi non è pronto a modificare la propria concezione del mondo».

Attraverso un esercizio di “reviviscenza”, infatti, gli attori sono riusciti a dare vita – e con una maggiore consapevolezza e coinvolgimento rispetto a tre anni fa – a una successione di momenti storici in cui sono avvenuti i più importanti cambiamenti dell’umanità:

dalla leggendaria fine di Atlantide con il 1° Mutamento relativo al “Superamento dell’Io” (interpretato da Giulio Farnese e dall’Attore Algherese Alessandro Pala Griesche);

all’avvento del Cristianesimo, con il 2° Mutamento relativo al passaggio dalla Religione Pagana a quella Cristiana (interpretato da Nunzia Greco e Alessandro Pala Griesche);

dal pensiero libertario di Tommaso Campanella con il 3° Mutamento relativo al campo della Filosofia che passa dal dogma alla libera ricerca (interpretato da Giulio Farnese e Nunzia Greco);

alla rivoluzione francese con il 4° Mutamento relativo al campo della Storia e al passaggio dalla Monarchia alla Repubblica (interpretato da Alessandro Pala Griesche ed Evelina Nazzari, Attrice anch’essa di origini sarde, figlia del grande Amedeo);

Alla rivoluzione femminista con il 5° Mutamento che interessa il mondo Sociale dove si attua la trasformazione dal mondo degli uomini al mondo delle donne (interpretato da Giulio Farnese ed Evelina Nazzari);

Per arrivare all’unica vera rivoluzione, quella interiore, con un episodio ambientato ai nostri giorni, incentrato sullo smascheramento del falso altruismo e la ricerca di un’autentica capacità di amare (interpretato da Nunzia Greco ed Evelina Nazzari e dagli altri attori come semplici comparse o voci interiori).

Ambientato in uno spazio vuoto, come affermava Gaber in un suo spettacolo “Un uomo affascinato/da uno spazio vuoto/che va ancora popolato”, lo spettacolo consiste in una sorta di psicodramma proposto a quattro pazienti-attori da una psicoterapeuta, l’ottima Carla Kaamini Carretti, con aspirazioni teatrali. 

Un unico, lungo viaggio nel tempo dall’epoca della mitica Atlantide a una futura ipotetica civiltà interstellare.

Ad ognuno dei sette quadri cambia il mezzo di trasporto: una nave, una carruca dormitoria, un carro, una carrozza, un treno, un aereo e un’astronave per partire dalla preistoria e attraversare l’impero romano, l’epoca della controriforma, la rivoluzione francese, la rivoluzione femminista di fine ottocento, il nostro presente, fino a proiettarci in un’utopica era del futuro.           

Parallelamente al viaggio nella storia, attraverso il meccanismo del “teatro nel teatro”, si svolge il viaggio nell’inconscio dei pazienti-attori, anch’essi impegnati a superare le proprie resistenze al nuovo.

Passato e presente dialogano tra loro in un gioco di rispecchiamenti tra personaggi attuali e personaggi storici nonché tra personaggi attuali e gli interpreti dello spettacolo per i quali è stato scritto il testo “utilizzandone” tratti di carattere reali – rielaborati però attraverso le inevitabili proiezioni dell’autrice e le sue esigenze drammaturgiche.  Alessandro, per esempio, è un uomo molto preciso che ricorda tutti i fatti storici a memoria e deve decidere di scegliere se intraprendere la carriera politica che forse potrebbe compromettere la sua onestà intellettuale. Evelina rappresenta la giovinezza che ancora si nutre di sogni e che inizialmente è restia ad interpretare questo gioco, ma poi è la prima che decide immediatamente cosa fare e così anche gli altri due più personaggi Giulio e Nunzia, rappresentano personaggi che non fanno scelte avventate e che valutano in maniera saggia le loro posizioni e i loro ruoli.

Allo spettatore che seguirà i pazienti-attori nelle loro molteplici immedesimazioni verrà offerta la possibilità di compiere una meditazione sul tema del mutamento e delle resistenze psicologiche che possono scatenarsi in opposizione ad ogni tipo di cambiamento: politico, sociale o interiore.

Evelina Nazzari interpreta la Regina Maria Antonietta nel 4° Mutamento

Stefania Porrino è nata e ha studiato a Roma: si è laureata in Lettere presso l’Università “La Sapienza” e diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Musica “S. Cecilia”.

Dopo aver partecipato come aiuto regista volontaria a due stagioni del Teatro dell’Opera (1975/76 e 1976/77), ha iniziato la sua attività teatrale nel 1980 come regista di lirica e di prosa partecipando a Festivals e Rassegne.

Dal 1982, dopo aver frequentato il Corso Biennale di Drammaturgia di Eduardo De Filippo, si è dedicata soprattutto alla scrittura teatrale.

Vincitrice di concorso nel 1992, è docente di Arte Scenica e di Regia del Teatro Musicale presso il Conservatorio di Musica di Frosinone.

Una trentina di suoi testi, quasi tutti premiati e pubblicati, sono andati in scena principalmente a Roma, ma anche a Viterbo, Forlì, Milano, Salerno, in Sicilia, a New York (dove ha partecipato ad una rassegna di autori italiani) e in Russia (Tilsit).

Altri suoi lavori sono stati presentati nell’ambito di Rassegne di Autori italiani, a Roma, nei teatri Quirino, Sala Umberto, Ghione, La Cometa, Teatro dell’Orologio e Teatro dei Satiri.

Per la sua attività di autrice drammatica è stata inclusa nella Storia del teatro italiano del novecento di Giovanni Antonucci (Edizioni Studium), in Autori e Drammaturgie – prima enciclopedia del teatro italiano del dopoguerra (E&A 1998) e nell’Annuario degli Autori Italiani (Laterza).

Per la RAI ha scritto lo sceneggiato radiofonico in cinque puntate L’Isolano: Ennio Porrino, uomo e musicista (regia di Lucio Romeo, 1988) e la sceneggiatura del film Tu madre, tu Sardegna (1990).

Dal ’95 ha fatto parte del Gruppo di Ricerca Drammaturgica Teatro Donna con il quale ha realizzato diverse pubblicazioni (con presentazioni di Vittorio Gassman, Franca Rame, Walter Pedullà, Franca Angelini, Carlo Quartucci, Giovanni Antonucci, Lidia Menapace) e messe in scene con il patrocinio del Comune di Roma.

Nel 2003 ha debuttato nella narrativa con Il romanzo del Sentire – da Atlantide a noi, Edizioni Bastogi.

Nel 2005, con la stessa casa Editrice, è stata inclusa nella raccolta antologica Novelle per il terzo millennio con il racconto Il primo seme d’amore.

Nel 2007, sempre da Bastogi sono stati pubblicati, nel I volume della Letteratura Italiana, un profilo biografico e uno studio critico curati da Lia Bronzi.

Attualmente fa parte del Direttivo Siad (Società Italiana Autori Drammatici) e collabora con suoi articoli alla rivista Ridotto.

DATE E ORARI:

giovedì 4 – venerdì 5 maggio ore 20:45

sabato 6 – domenica 7 maggio ore 17:45

BIGLIETTI:
giovedì e venerdì: intero € 15, ridotto € 9, tessera € 3

sabato e domenica: intero € 18, ridotto € 12, tessera € 3

TEATRO DI DOCUMENTI

via Nicola Zabaglia, 42 – 00153 Roma

www.teatrodidocumenti.it – teatrodidocumenti@libero.it

tel. 06.45548578 – 328.8475891

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