LE SCELTE CORAGGIOSE DELLA GIOVANE DESIGNER DI MOGORO VIOLETTA SCANU: A LONDRA PER MATURARE ESPERIENZE PROFESSIONALI. PER POI TORNARE

Violetta Scanu

di GRAZIELLA FALAGUASTA

Da alcuni anni scrivo articoli sul tema delle “migrazioni” di giovani italiani che, in qualche modo sono costretti dalla realtà del nostro paese ad andare a cercare altrove un ambito di sviluppo adeguato delle proprie competenze. E proprio in questi ultimi tempi, rivedendo quegli articoli, mi sono resa conto di quanto sia cambiata – in peggio – la realtà in questi 4-5 anni, anzi, in particolare, negli ultimi due a causa della pandemia da Covid-19.

Riprendo qui quel filone perché ritengo che proprio in Sardegna, e in particolare in queste zone più interne, il tema sia particolarmente caldo, tanto da avere raccolto negli anni scorsi storie di persone, originarie in particolare di Arbus, che hanno fatto la coraggiosa scelta di restare e che si sono letteralmente inventate attività di micro-imprenditoria in ambiti diversi.

La storia di Violetta Scanu, giovane donna di 30 anni con una grande preparazione alle spalle nell’ambito della pianificazione territoriale, della progettazione delle aree verdi e del design, è una somma delle due esperienze – la migrazione e poi il ritorno – una coraggiosa, ma significativa scelta sfidante, pur di costruire e realizzare il suo futuro secondo i suoi desideri e le sue inclinazioni.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che sono proprio di questi giorni le informazioni circa i dati dell’abbandono della Sardegna da parte di tantissime persone: si parla di 8000 cittadini in meno in sette-otto mesi, come se un intero paese di medie dimensioni si fosse improvvisamente vuotato. E se una volta potevano essere le zone interne a svuotarsi (tendenza rimasta comunque costante) la grande fuga oggi coinvolge anche le città, le zone di mare, i centri produttivi, senza risparmiare Cagliari, Sassari, Oristano, Nuoro. All’assenza di servizi e di infrastrutture (in alcuni paesi manca il medico di base, una scuola, un collegamento internet veloce, una strada adeguata) anche si è aggiunta la crisi che ha coinvolto tutti, incluso in ceto medio, deluso e impaurito dalla mancanza di prospettive che l’isola offre. L’età media si innalza, i giovani fanno fatica a immaginare di avere figli, mancano analisi e misure adeguate per creare prospettive di medio-lungo termine da part delle istituzioni di governo regionale e locale, il che potrebbe rendere la Sardegna una sorta di “riserva” per turisti, con centri abitati che vanno via spopolandosi sempre più.

Ma la mancanza di prospettive di lavoro per i giovani riguarda anche nel resto dell’Italia? Sembrerebbe proprio di si. Senza entrare troppo nei dettagli della normativa italiana sulle politiche del lavoro giovanile (che richiederebbe un approfondimento a parte) dobbiamo ricordare che ancora oggi il più importante piano di sviluppo è svolto da “Garanzia Giovani”, l’iniziativa promossa dall’Unione europea rivolta ai cosiddetti Neet (Not in Education, Employme nt or Training), ragazze e ragazzi tra i 15 e i 29 anni, residenti in Italia, che non lavorano e non sono inseriti in alcun percorso scolastico o formativo. In aggiunta, al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è ulteriormente affidata la scommessa per la ripresa del nostro paese, e sul fronte del lavoro giovanile si possono indicare sinteticamente i principali obiettivi: una riorganizzazione del sistema delle politiche attive del lavoro e il potenziamento dei centri per l’impiego finalizzata a dare risposte alle esigenze del sistema produttivo italiano;  una riforma dell’assegno “di ricollocazione”, il lancio del programma nazionale “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” e lo sviluppo del già esistente “Fondo nuove competenze”.

Secondo dati resi pubblici dal Ministero dell’Interno sul proprio sito a inizio 2021 risultavano 5,6 milioni di cittadini italiani residenti all’estero, per lo più suddivisi tra Unione Europea (Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera e Spagna, nei quali si concentra complessivamente il 60% degli espatri di cittadini italiani), America centrale e meridionale. Un incremento notevole rispetto ai 3.106.251 del 2006, portando in 15 anni la mobilità italiana paragonabile ai dati del secondo dopoguerra del ‘900.

Dati davvero preoccupanti, che riflettono ancora troppo la carenza d’attenzione in Italia ai cittadini più giovani, classe dirigente di domani. E’ ovvio, quindi, che diventa oggettivamente molto appetibile per tanti rivolgersi a paesi dove le politiche del lavoro sono più coerenti e attente allo sviluppo, anche individuale (ce ne parlerà anche Violetta). Da qui, quindi, la perpetuazione di quella che ancora oggi viene definita “fuga di cervelli”, anche se personalmente valuto positivamente una certa mobilità, realizzata con la consapevolezza che i confini del proprio paese possono essere varcati, che si sta affrontando un’importante scuola di vita, ma che si può anche decidere di tornare, una volta completata l’esperienza iniziale e formativa.

Violetta ha conseguito la laurea triennale in Pianificazione Territoriale e Urbanistica al Politecnico di Torino, e successivamente la laurea magistrale in Progettazione della Aree Verdi. Terminato il percorso di studi è entrata a far parte dello Studio Meta, dove pur non potendo esercitare le sue specializzazioni, ha comunque potuto spaziare nell’ambito della progettazione e del design in senso più ampio.

Dopo l’esame di stato, nel 2018, a questo punto Violetta ha deciso di partire per Londra, dove ha subito trovato l’ambito lavorativo più adatto per poter realizzare il suo sogno: lavorare sull’architettura del paesaggio. Grazie a contatti precedenti e alla conoscenza, anche se non perfetta, della lingua inglese (che ha reso più facile l’inserimento rispetto ad altri paesi europei come la Germania o la Danimarca) le si è subito prospettato l’ingresso nello studio da lei sognato ed è quindi iniziata la nuova fase della sua vita.

Contrariamente allo stereotipo che passa nell’immaginario collettivo di un popolo inglese freddo e distaccato, Violetta ha trovato un ambiente accogliente, colleghi gentili e collaboranti (nei confronti dei quali ha provato, solo inizialmente, un senso di insicurezza dovuta alla lingua e alle nuove responsabilità professionali), manager che hanno riconosciuto il valore del suo lavoro, anche dal punto di vista economico, come sarebbe giusto ovunque.

Sostiene Violetta «ogni persona dovrebbe fare un’esperienza come la mia, una volta nella vita, e, anzi, se non fosse stato per la pandemia, sarei rimasta anche più a lungo a Londra».  È stata infatti la pandemia (“solo in piccola parte la Brexit”, afferma Violetta) a farle ripensare ad altri possibili sbocchi e così ha deciso di tornare a Mogoro, portando con sé un bagaglio che probabilmente mai avrebbe potuto accumulare in soli tre anni, se fosse rimasta in Italia, in particolare in Sardegna, e un’ulteriore occasione di formazione, un Master presso l’Università Iuav di Venezia.

E da qui la ripartenza, nel 2021. Partecipando a un bando del GAL della Marmilla con un progetto sviluppato insieme alla sua migliore amica ha potuto ottenere il finanziamento necessario per partire con un’attività micro-imprenditoriale che, a causa delle lungaggini burocratiche, sta vedendo la luce solo ora ma che si basa proprio sull’integrazione delle competenze acquisite a Londra.

Lo studio di design, progettazione, grafica e comunicazione che Violetta e la sua socia stanno realizzando si prefigge di differenziarsi dalla concorrenza, posizionandosi come una “boutique” della creatività che, privilegiando la qualità sulla quantità, saprà mettere a disposizione della clientela un network di professionisti in grado di rispondere in maniera personalizzata alle diverse esigenze.

Gli obiettivi a breve-medio termine sono piuttosto ambiziosi: l’idea è quella di conquistare la fiducia di almeno cinque-sei realtà locali in gradi di apprezzare l’approccio di qualità della nuova struttura, che privilegia l’eleganza nella gestione del brand, non lascia nulla al caso e si prefigge un approccio “sartoriale” alla comunicazione che partendo dall’analisi del mercato e del posizionamento del cliente, ne valorizzi la storia, il percorso di crescita, le persone. In definitiva un vero e proprio partner, un “compagno di strada” che affiancando la direzione dell’organizzazione, possa contribuire allo sviluppo della realtà stessa.

https://www.lagazzettadelmediocampidano.it/

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3 commenti

  1. Tante belle parole e programmi ma praticamente non succede niente!

  2. qui all’estero non abbiamo accesso a queste agevolazioni

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