LE MINIERE DELLA SARDEGNA INCONTRANO I MULINI A VENTO DELL’OLANDA: AD AMSTERDAM, CARBONE E VENTO DUE ENERGIE A CONFRONTO

da sinistra: Andrea Carta, Mauro Tidu, Tonino Casu, Paola Cordone, Mario Agus, Simon Carta

di TONINO CASU

L’AITEF regionale Sardegna in collaborazione con il circolo sardo Amici Mediterranei di Arnhem e Mario Agus rappresentante della Consulta per l’Emigrazione hanno realizzato un evento presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam e hanno presentato le località dell’isola meno conosciute, le strutture delle miniere dismesse.

Questo lavoro è stato preparato, presentato e commentato minuziosamente dai relatori dottor Mauro Tidu e dal dottor Andrea Carta attraverso foto e filmati.

Nello specifico il lavoro ha voluto ricordare le principali strutture dei siti minerari rimasti intatti o che hanno visto lavori di ristrutturazioni, ma inutilizzati e si è sottolineato come queste strutture di importanza storica e culturale non siano valorizzate per fini turistici.

Infatti con questa manifestazione, si è voluto presentare ad Amsterdam, di fronte ai numerosi presenti, sardi, italiani, olandesi, la Sardegna nell’interezza delle sue meravigliose località tra la costa ed il mare, visto che il maggior numero di siti minerari si trovano vicino al mare, con lo scopo  di portare all’attenzione dei media e dei cittadini sardi italiani e olandesi, l’importanza e la bellezza del territorio sardo, dai parchi geominerario ai quelli marini, montani ed archeologici, dai boschi alle spiagge,  e sottolineare la necessità di preservarli  e renderli fruibili in funzione produttiva, mettendo l’accento sulla valenza non solo culturale, ma anche sulle ricadute imprenditoriali e occupazionali che potrebbe generare  un  turismo alternativo.

La presentazione si è incentrata sull’area del Sulcis Iglesiente e del Guspinese caratterizzata da una straordinaria bellezza delle coste con spiagge e cale con acque cristalline, oltre che da una natura selvaggia ancora intatta e per la consistenza dei giacimenti metalliferi e carboniferi, tra i maggiori in Europa.   

Il gioiello più in vista di questa zona è il faraglione di Pan di Zucchero che troneggia di fronte alla spiaggia di Masua e alla galleria di Porto Flavia, la prima galleria parallela sovrapposta al mondo realizzata nel 1925 dall’Ing. Vercelli in onore di sua figlia, al fine di caricare i minerali direttamente sulle navi di trasporto.

Porto Flavia è a metà tra uno scalo commerciale e una avveniristica opera architettonica che rivoluzionò l’ingegneria dei primi del Novecento.

Oggi, grazie a un’opera di restauro portata a termine negli ultimi anni, è possibile visitarlo via terra.

La serata è proseguita con una degustazione dei prodotti sardi, formaggio, salsiccia, dolci sardi, accompagnati da vini bianchi e rossi, tutto rigorosamente proveniente dalla Sardegna, accompagnata festosamente dalla musica del fisarmonicista Ireneo Massidda, che ha rallegrato l’ambiente.

Il connubio di due mondi così diversi ha coinvolto ed emozionato tutti i presenti, sardi, italiani e olandesi.

Un grande ringraziamento per la riuscita dell’evento va alla dottoressa Paola Cordone direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, che ha messo a disposizione i locali, accogliendoci con grande entusiasmo, con l’augurio di poter contare sulla reciproca collaborazione per delle future attività utili a unire le genti.

Un grazie anche al dottor Simon Carta, vice Ambasciatore, originario di  Aggius,  che ha presenziato sino alla fine della serata, portando il saluto dell’ambasciatore.

A fine serata sono arrivate richieste di informazioni sul trekking delle zone minerarie appena visti.Ricordare per non dimenticare. Le miniere hanno dato tanto lavoro consentendo sviluppo e benessere alla popolazione.                             

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2 commenti

  1. Grazie Tottusinpari riusciamo a portare a conoscenza a tutti i Sardi e amici della Sardegna, le attivita’ piu’ significative che vengono organizzate in Olanda per far coniscere il patrimonio della Sardegna. Grazie Massimiliano.

  2. Anna Maria sechi

    Le miniere di Carbone parlano di noi migranti degli anni 1950, anche se non siamo più presenti le miniere ricordano!

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