LE RICERCHE DI ADRIANA VALENTI SABOURET A PARIGI E IL LUOGO DI SEPOLTURA DELL’ALTERNOS: A MONTMARTRE, SULLE ORME DI ANGIOY ATTRAVERSO DE GONCOURT

Adriana Valenti Sabouret

di GIANRAIMONDO FARINA

Mentre a Bono, in Goceano, Sardegna profonda, si ripiomba nell’ennesimo e vergognoso atto intimidatorio nei confronti del primo cittadino Michele Solinas (cui va tutta la nostra solidarietà), finalmente una notizia positiva ci perviene dalle infaticabili ricerche archivistiche e documentaristiche della carissima Adriana Valenti Sabouret a Parigi aventi ad oggetto Giovanni Maria Angioy. La nostra cara ricercatrice siciliana degli esuli e martiri della Sarda Rivoluzione, dopo aver avuto il merito di scoprire, abbandonata e dimenticata sotto un albero del monumentale “Pere Lachaise” la tomba di don Michele Obino,prete e docente lussurgese angioyano ,ora è giunta ad un importante punto di arrivo in merito alla ricerca della tomba del Padre della Sardegna moderna. Una storia che, quasi come un romanzo giallo, da 215 anni accompagna studiosi, storici e ricercatori. E la domanda era sempre unica: dove si trova la tomba dell’ “Alternos” a Parigi? È vero che ebbe da subito, date le ristrettezze economiche, una fossa comune? Domande alle quali Adriana, valente di nome e di fatto, ha progressivamente e gradualmente risposto, disvelando i “misteri” sulla morte dell’Alternos. Risultati cui accademici e ricercatori sardi di fama non sono riusciti ad avere. Ebbene, dopo le incertezze sulla data (morì il 23 febbraio 1808) ed il luogo di celebrazione del funerale

(la monumentale chiesa di St. Germain l’Auxerrois presso il Louvre), è recentissima la scoperta che l’Alternos fu sepolto al cimitero di Montmartre e non su fossa comune.  Su quest’ultimo punto sono state già le preziose ricerche di Adriana Valenti Sabouret a raggiungere un obbiettivo: Angioy ebbe un funerale dignitoso costato circa 45 franchi. Ultime somme, probabilmente, di quel che gli rimaneva essendo stato ripudiato dalle figlie. Motivo per cui,grazie all’impegno della locandiera Catherine Dupont, poté permettersi una sepoltura quinquennale che, poi, però non fu rinnovata. Ma come si è arrivati a stabilire che Angioy è stato effettivamente sepolto a Montmartre? Occorre premettere che anche altri studiosi hanno ipotizzato il luogo di sepoltura dell’Alternos in questo celebre cimitero parigino.

Più propensi, però, a collocarlo, fin da subito, in fosse comuni. E la fonte in questo caso, però, non è diretta, ma bensì indiretta. Straordinariamente indiretta. E non è altro che quella di Edmund de Goncourt, poliedrico ed innovativo scrittore e saggista francese del XIX secolo. Non proprio un “Carneade qualunque “. La stessa Adriana, con un ragionamento attendibile spiega espressamente come sia arrivata a ciò. Leggendo, semplicemente de Goncourt. O, meglio, il suo libro “Sophie Arnoud”, pagina 303. Scrive la ricercatrice siciliana, parigina e sarda: “(…) Edmond de Goncourt affronta la morte della protagonista. Ora, per una pura coincidenza, la donna – morta il 30 vendemmiario anno XI (22 ottobre 1802) abitava nello stesso arrondissement di Angioy ed ebbe i funerali nella medesima chiesa”

“De Goncourt”- continua acutamente Adriana- ” sottolinea che già all’epoca i registri del cimitero di Montmartre cominciavano dal 1825, e cita un decreto del 21 ventoso anno IX che ordinava che tre cimiteri sarebbero stati stabiliti fuori dalla città di Parigi e che il primo, situato al nord, sarebbe stato dedicato al 1°, 2°, 3° e 4° arrondissement. Egli, pertanto,

conclude che la donna fu sicuramente sepolta al cimitero di Montmartre e che il “Pariseum” confermava la destinazione del cimitero di Montmartre, alle inumazioni del 1° arrondissement”. Prova evidente, ma certa sia per l’autorevolezza della fonte che delle straordinarie coincidenze relative ai due defunti: decennio di morte, indirizzo di domicilio e parrocchia dei funerali. E noi aggiungiamo: una “Spoon River” della Sarda Rivoluzione che,pian piano, grazie all’impegno di questa sagace e tosta amica scrittrice siciliana, sta’ venendo fuori dopo secoli di oblio. Ora, finalmente, il 23 febbraio, i sardi e coloro che hanno a cuore i destini della Sardegna, avranno un “luogo fisico del cuore”  a Parigi ove indirizzare il proprio pensiero. Toccherà alle istituzioni isolane (Regione “in primis”) “immerse” nel letargo e nel torpore dell’impavidità ,ed alle associazioni sarde emigrate  a Parigi (se ancora esistono) “dare corpo e concretezza” a questi sogni e pensieri.

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5 commenti

  1. Eccezionale scoperta di notevole valore storico per la futura storiografia della Sardegna!!!
    Ma chi erano le figlie degeneri che avevano inopinatamente ripudiato l’illustre e sfortunato genitore, che l’ottava per le libertà politiche ed economiche della Sardegna, in piena epoca napoleonica?
    E che fine hanno fatto?

  2. Vedi sopra…

  3. Gennarina Sanna

    Bravissima complimenti grazie per il lavoro di ricerca.

  4. io comunque, freno sempre sulla parola “padre ripudiato dalle figlie”. Non è del tutto vero. Per quanto sia vero che abbiano chiuso le porte alla Veuve Dupont, considerati anche i tempi e le congiunture politiche e non credo per mere questioni di borsellino, ripudiato è una parola grossa che non rende i sentimenti delle 3 figlie.

  5. Luciana, spero di poter chiarire tutte queste sfumature in un mio prossimo scritto…

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