LA TEATRALITA’ DI DANIELA CARTA: PERFORMER, IDEATRICE DI PERSONAGGI E SPETTACOLI

Daniela Carta

Daniela Carta nasce il 13 Agosto 1964 a Sassari dove vive e lavora. Inizia il suo percorso artistico nel 2015 iscrivendosi alla Scuola di Teatro, la cui formazione culminerà nel 2019 con un elaborato, il cortometraggio Tracce, autoprodotto con la sua regia e direzione scenica. Nel 2016 è ideatrice e interprete di un curioso personaggio, il Barbagianni, che verrà messo in scena in varie edizioni (anni 2017/18/19) come ospite negli spettacoli al Teatro Comunale di Sassari. Ideatrice di due brevetti depositati nel 2019, per i progetti Teatrallenando Muscoli in Scena e Metroxformance per ragazzi e adulti, partecipa a vari spettacoli, dalla trilogia Matrix, a Una Notte al Convento, ai Tableaux Vivants, alla rappresentazione Il Soffio dell’Anima, sino alla rassegna Respirt’art. Dedicatasi alla scrittura, partecipa nel 2022 ai concorsi letterari banditi dalla Casa Editrice Catartica, “Urban Jungle” e “Tene Tene”, i cui premi aggiudicati sono stati la pubblicazione dei due racconti all’interno dei volumi Separazione Vol.II e Ricky Pesce-viola e altri racconti. Da maggio 2022 collabora con l’Associazione artistica e culturale CreArte, di cui cura la parte organizzativa per la Sardegna insieme con la Presidente Daniela Zeffiro.

La tua formazione artistica è abbastanza recente, eppure già ricca di esperienze importanti. Puoi raccontarci come nasce la tua passione tua passione per il teatro? Mi piaceva giocare a tante cose da piccola, compreso al teatro, penso fossi in terza elementare quando cominciai a costruite teatrini con scatole di cartone e con i guanti e le calze alle quali mettevo dei vestiti, improvvisavo delle marionette, inventavo storie e davo voce ai personaggi. Avevo anche un piccolo pubblico, amichetti del palazzo nel quale vivevo che collaboravano, ma più spesso ero la regista e anche l’interprete dei miei personaggi. Ma è rimasto tutto così, un gioco… non sono mai stata incoraggiata a sviluppare la mia creatività, nonostante mia sorella già facesse studi artistici e teatro. Ho dovuto aspettare decenni, non era mai il momento giusto, prima che mi rendessi conto di questo mondo fantastico che mi animava. Le mie storie riposavano, poi, hanno deciso che dovesse essere il momento di venir fuori.

Tu non sei solo una perfomer ma anche ideatrice di personaggi e spettacoli per un pubblico sia di ragazzi che di adulti. Vuoi parlarcene, raccontandoci da cosa maggiormente trai ispirazione? Dopo un anno di laboratorio teatrale e il primo spettacolo pubblico, il passo è stato veloce. Avevo saputo che stava nascendo una scuola di teatro a Sassari, Scuola d’Arte La Volpe Bianca e ho pensato fosse il modo giusto per fare esperienza. La scuola è stata una vera esplosione di vita. Tutte le esperienze vissute in quei quattro anni hanno contribuito a darmi l’ispirazione per la creazione dei miei personaggi. Ho iniziato a osservare le persone e la città nella quale vivo con occhi diversi, ed è così che sono nati i miei personaggi, tra cui Barbagianni, una figura animale, poi Hildegarda di Bingen, mistica del medioevo che ho rivisitato e Shylock di Shakespeare, fino ad arrivare a fare del teatro un “gioco serio”. Tra i miei progetti voglio ricordare Teatrallenando Muscoli in Scena, un laboratorio con esito scenico finale, attraverso il quale, per la prima volta, il teatro è entrato nelle palestre, e la Metroxformance, un gioco a punti basato sulla scelta causale di testi da portare in scena. A volte l’ispirazione arriva dall’osservazione della natura, degli animali, dalle cose più semplici, per poi sviluppare un’idea artistica. Suggestioni che arrivano da lontano, mentre mi sveglio o sono immersa in qualcosa… e io mi lascio ispirare.

Dopo gli anni difficili del Covid che come sappiamo ha portato a uno stop pressoché totale delle iniziative culturali e artistiche, quest’anno decidi di entrare a far parte dell’Associazione artistica e culturale CreArte. Vuoi spiegarci di cosa si occupa e quali saranno le iniziative che intendete realizzare in Sardegna? CreArte nasce nel 2004 comeluogo di scambio e idee fra professionisti dello spettacolo, attori, registi di teatro e cinema, cartoonist con esperienze in Europa e Stati Uniti. Lo scopo dell’associazione è quello di far crescere le idee di socialità artistica attraverso le singole esperienze lavorative, e si è specializzata in promozione eventi di spettacolo in tutta Italia. Attualmente stiamo organizzando una serie di workshop tenuti da professionisti, gli eventi sono collegati tra loro da unità formative multidisciplinari, abbracciando profili diversi dell’ambito artistico (regia cinema, tv e pubblicità). Stiamo inoltre lavorando a una sceneggiatura che porterà alla messa in opera di un mediometraggio da realizzare in Sardegna la cui regia sarà di Stefano Pratesi.
Di recente ti sei dedicata anche alla scrittura, ottenendo un risultato molto incoraggiante nell’ambito di due concorsi indetti da Catartica Edizioni. In futuro ti dedicherai ancora alla scrittura? Sì, con grande entusiasmo. Mi piace molto scrivere, vivo una dimensione parallela quando sono immersa nelle storie, quasi vivessi una catarsi! Scrivere mi ha aiutato a superare un periodo veramente delicato della mia vita, questo 2022 che sta passando. Ho trovato la risposta alla fragilità che mi aveva invasa e che poi è diventata la mia forza: ho conquistato una libertà che va ben oltre quella fisica! Quindi sì, scriverò e qualche progetto è già in cantiere.
Quali sono le principali differenze tra scrivere per il teatro e scrivere un testo di narrativa? Scrivere un testo di narrativa mi porta ad una descrizione minuziosa di dettagli e suggestioni, per creare immagini mentre scrivo, devo dare forma e struttura al testo e questo è un esercizio molto impegnativo. La profondità di un carattere o di un profilo, che sia un personaggio o un elemento della natura, deve portare ad una immagine, fino a toccarla, fino ad entrarci dentro. È un allenamento continuo. Non sai mai se sei riuscito a ricreare quella emozione come se fosse reale. Scrivere per il teatro ti consente di utilizzare una scappatoia, speri che rappresentandola ciò che è scritto possa essere visto e accolto utilizzando il corpo come ulteriore strumento per rappresentare una immagine.

Ci vuoi svelare un progetto nel cassetto di cui non abbiamo parlato? Certo, sono felicissima di poter scrivere il mio primo romanzo. Dopo la pubblicazione del racconto “Il segreto all’inizio della paura” inserito nella raccolta Separazione Vol. II, in accordo con la casa editrice ho deciso di sviluppare il testo per la realizzazione di un libro. Per la fiducia accordatami devo ringraziare Catartica e l’editore Giovanni Fara che mi ha incoraggiata nell’impresa.

https://www.indielibri.info/

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