FESTA E TRADIZIONI: IL NATALE IN SARDEGNA

di STEFANIA CUCCU

Il Natale in Sardegna è una festa dal sapore familiare, ricca di suggestioni e antiche tradizioni che affondano le radici in tempi lontanissimi e vengono tramandate di generazione in generazione da diversi decenni.

Il termine per indicare il Natale é comunemente: Sa Paschixedda o Pasca de Nadale

La Pasqua (la resurrezione di Cristo) viene chiamata: Pasca e’ Abrile o Pasca Manna. L’epifania: Pasca de sos tres res. La Pentecoste: Pasca de tres Flores.

Il termine che accomuna tutte le festività é: Pasca (Pasqua) che significa appunto Festa. Ogni comune e regione ha le sue influenze linguistiche ma il termine Pasca accomuna generalmente tutta la Sardegna.

Le origini storiche della festa non sono note ed esistono diverse ipotesi che provano a spiegarne la nascita, ma due sono quelle più diffuse e conosciute. La prima vuole che la data del 25 dicembre sia stata scelta per far coincidere la festa pagana del Natalis Solis Invict (Giorno di nascita del Sole Invitto), con la celebrazione della nascita di Cristo che nel Libro di Malachia, un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanàkh) e cristiana, è descritto come nuovo “sole di Giustizia”.

Una seconda tesi, invece, sostiene che esista un legame tra Natale e i Saturnali, un ciclo di festività celebrate nell’antica Roma tra il 17 e il 23 dicembre in onore di Saturno, dio della rigenerazione e dell’agricoltura.

Le celebrazioni dedicate alla divinità venerata dai Romani prevedevano sontuosi banchetti durante i quali avveniva lo scambio di piccoli doni, detti strenne (che significa “regalo di buon augurio”), mentre tra i partecipanti era diffusa l’usanza di scambiarsi l’augurio.

L’usanza dei festeggiamenti, oggi, é quella tipica della fede cattolica: il 24 Dicembre la famiglia si riunisce per festeggiare la vigilia con la cena di Natale (“Sa nott’è e xena”).

Tutti insieme si va alla messa di mezzanotte mentre il giorno seguente il 25 Dicembre, si festeggia la nascita di Gesù bambino con il classico pranzo di Natale in famiglia

“Sa nott’è e xena” è il momento in cui tutta la famiglia si riunisce intorno al camino, elemento simbolo della festa e dove, durante la notte di Natale, anticamente veniva bruciato Su truncu de xena, un grosso pezzo di legno che secondo la tradizione, per portare fortuna alla famiglia, doveva rimanere acceso per tutta la durata delle feste fino all’Epifania.

Gli anziani intrattengono i bambini con le storie di creature che popolano la cultura sarda, come leggende su streghe e creature fantastiche che si rivolgono al mondo dei bambini per indurli all’osservanza delle buone regole, ma parlano anche al mondo degli adulti, spesso accecati dall’odio e dalla bramosia di potere.

 Grandi e piccoli poi, aspettano la mezzanotte giocando con la tombola o “su barralliccu” una sorta di trottola a quattro facce ognuna delle quali ha incisa una lettera: T per “tottu” (tutto), N per “nudda” (niente), M per “metadi” (metà) ed infine, P per “poni” (metti). Se la trottola si ferma sulla lettera T, il giocatore vince il premio, composto da noci, castagne e frutta secca, ma se il destino sceglie la sfortunata lettera P, il giocatore deve rinunciare al suo bottino.

Il focolare, dunque, già fulcro della vita domestica, in occasione del Natale assume un valore simbolico ancora maggiore, che diventa quasi un rituale.

Con l’avvicinarsi della mezzanotte, il rintocco delle campane avvisa la popolazione che stava per iniziare la messa di Natale

Sa nott’è e xena è solo una delle numerose tradizioni del Natale in Sardegna che spesso mescolano elementi religiosi, antichi riti e credenze popolari.

Nella cattedrale di Alghero, ad esempio, durante la notte del 24 dicembre è possibile assistere all’esecuzione del suggestivo canto della Sibilla, detto Signum Judicii un canto medievale che testimonia i profondi legami fra la città e la Catalogna. Il mito della Sibilla, personaggio dotato di virtù profetiche, risale alle antiche civiltà greca e romana e in occasione della celebrazione della Vigilia annuncia il ritorno del Salvatore durante il Giorno del Giudizio.

Anche in Barbagia non mancano tradizioni legate alle festività natalizie e di fine anno: la più conosciuta è Sa Candelaria, un rito che si celebra a Orgosolo ogni 31 dicembre. A partire dalle 8 del mattino e fino a mezzogiorno, i bambini tra i quattro e i dodici anni vanno di casa in casa ripetendo ci date la candelarìa? Per l’occasione le donne orgolesi preparano il Su cocòne de sa candelaria, un pane tipico della zona, da donare ai piccoli visitatori insieme a soldi, caramelle, dolcetti e frutta.

Un’altra antica tradizione natalizia della Barbagia è Su Nenneddu, una piccola statua di Gesù Bambino che a Bitti viene portata in processione di casa in casa e accompagnata con canti e preghiere.

Ma per capire l’importanza del Natale in Sardegna  bisogna considerare un dato fondamentale.

Due milioni sono i sardi che vivono fuori dall’isola. E forse nessun altro popolo più dei sardi, risente la lontananza dalla propria terra perché ritornare in Sardegna a Natale racchiude un significato molto profondo: rappresenta sostanzialmente tornare a casa, ritrovarsi in famiglia e riconnettersi con le proprie origini.

E quando questo non è possibile allora interviene la tecnologia… gli incontri on line come il caso del laboratorio “Distanti ma uniti. Casa Sardegna on line”. un laboratorio nato il giorno di Sa Die de Sa Sardigna del 2020 in piena pandemia, per iniziativa dei Circoli “Amistade” della Cina (Shangai), “Isolas Giappone” (Tokyo), ACSIT di Firenze e “Peppino Mereu” di Siena, con l’obiettivo di riunire virtualmente i Circoli distanti tra loro e distanti dalla Sardegna.

Grazie a questa iniziativa, anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, gli emigrati sardi si sono incontrati per scambiarsi gli auguri di Buone Feste, ascoltare i racconti della tradizione sarda e cantare insieme i canti della tradizione.

Gli emigrati non dimenticano la Sardegna, e speriamo che anche la Sardegna, chi la governa, non si dimentichi di loro e abbia un occhio di riguardo nei confronti di chi deve viaggiare …perché i costi dei biglietti aerei, proprio nel periodo Natalizio, sono spesso difficili da sostenere.

Buone Feste a Tutti!

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2 commenti

  1. Interessante 🥰 alcuni particolari delle tradizioni non li conoscevo.
    Grazie 🥰

  2. “Gli emigrati non si dimenticano della Sardegna..” 🧡 che frase vera.

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