FU CAMPIONE ITALIANO E “PADRE” DELLA PESISTICA NUORESE: FREDIANO PAPI, IL RICORDO A DIECI ANNI DALLA MORTE

Frediano Papi

di LUCIA BECCHERE

Nel novembre del 2012, a 98 anni scompariva Frediano Papi, padre della pesistica nuorese. Agli atleti insegnava la disciplina sportiva come strumento educativo e formativo. Il suo primo obiettivo era quello di portare in palestra il maggior numero di giovani per sottrarli alla strada. “S’importante chi benzana.- diceva – Si este unu campione menzus puru,”.

La sua era una famiglia di operai, il babbo carbonaio al monte Ortobene lo conduceva con sé fin da piccolo. Prima di prestare il servizio di leva nel corpo dei vigili del Fuoco a Milano, faceva il muratore, mestiere che eserciterà anche dopo il pensionamento. Le sofferenze e le privazioni vissute durante la guerra ne avevano fatto di lui un maestro di vita.

Nel capoluogo lombardo aveva trovato un gruppo sportivo all’avanguardia. “Fini balentes”, a suo avviso, secondi solo ai pesisti di Budapest per professionalità. Aveva imparato a fare il pesista sotto la guida di Carlo Galimberti, medaglia d’oro alle olimpiadi di Los Angeles. Papi amava tanto la pesistica e nel ‘38, al suo rientro a Nuoro da vigile permanente, si era dotato di bilanciere prima con pesi di pietra, poi con dischi di cemento, per stampo i cerchioni di bicicletta. Aveva conquistato il titolo italiano categoria medi nel 1941, a seguire una serie di successi che lo incoronavano otto volte azzurro. Un palmares da vero campione il suo.

Nel gennaio 1947, a Nuoro era nata la Società sportiva Gennargentu, lo statuto lo consacrava primo Presidente, tessera N 1, atleta e allenatore.

Quando nel maggio ’56, per volere della Federazione italiana, nel capoluogo barbaricino si erano svolti i campionati assoluti (scelta non casuale in quanto la nostra città era una fucina di grandi pesisti tra cui l’olimpionico Mannironi, ex allievo di Papi), facendo confluire al teatro Eliseo i migliori atleti italiani, Papi aveva 42 anni e si era distinto con un’ottima prestazione. Fu un grosso avvenimento sportivo e la società organizzatrice pubblicò il numero unico “La voce della Gennargentu”, dove Papi veniva definito Il Bartali della pesistica italiana. Il secondo numero unico uscirà 28 anni dopo per celebrare i Campionati Italiani Speranze e Cadetti tenutisi nella palestra di via Lazio nel 1984.

Negli primi anni ’60, tziu Fredianu aveva formato il gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco. Erano gli anni d’oro della pesistica nuorese.

Conclusa l’attività agonistica a 45 anni, ha ricoperto il ruolo di tecnico contribuendo a far emergere giovani di talento in una disciplina dura e povera, ma ricca di soddisfazioni.

Dopo il pensionamento (1971), a Frediano Papi, era subentrato nel ruolo d’istruttore Giovanni Cucca. Negli anni successivi, il gruppo dei vigili si è lentamente dissolto perché non annoverava pesisti nel proprio corpo.

“Non posso ricordarlo solo come grande pesista e atleta – ha detto di lui Cucca, allievo e genero di Frediano Papi -. Eccelleva nei 400 metri, nel lancio del disco e faceva lo strappo con un braccio. Una forza fuori dal comune. Aveva montato e messo in asse la campana di Santa Maria e raddrizzato l’enorme blocco di pietra su cui poggia la statua di San Francesco nel piazzale della Cattedrale. Padre e nonno premuroso, lo voglio ricordare soprattutto per la sua statura morale, per la sua onestà e umanità – ha aggiunto Cucca –, per il rispetto e l’amore che nutriva verso gli atleti. E quando l’uso degli anabolizzanti cominciava a contaminare lo sport, ne fu molto amareggiato perché lui, tziu Fredianu, aveva edificato i suoi traguardi soltanto sulla passione e sulla forza naturale.

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