A 84 ANNI IL “LETTERATO COMUNICATORE” E’ ANCORA SULLA BRECCIA: BERNARDO DE MURO, L’ARTE ORATORIA NEL DNA

Bernardo De Muro

di MARIA GRAZIA MARILOTTI

E’ considerato un fine educatore che fa interagire la pedagogia con la didattica.

Ha compiuto 84 anni il 2 aprile, Bernardo De Muro, maestro di retorica, poeta, intellettuale, drammaturgo, docente.

Cagliaritano di nascita e tempiese di origini, il suo cavallo di battaglia è l’arte di sedurre, incantare, persuadere con la parola credibile, onesta, essenziale, immaginifica.

“Contro l’impoverimento del lessico e l’appiattimento del linguaggio e per porre un freno al diluvio di parole ridondanti”, spiega all’ANSA il letterato comunicatore, propugnatore della “circolarità del sapere e della conoscenza” e che, all’etimo del silenzio, ha dedicato un saggio. “La creatività nasce nel silenzio di ascolto – afferma De Muro – ho imparato a farmi guidare dallo stesso istinto che governa gerridi, api e ragni”. A lui, tra l’altro, si deve la scelta del nome di una storica automobile della Fiat, la Croma. Per 40 anni ha insegnato retorica antica e arte oratoria a liceali, universitari, professionisti, manager. Da laico insegna ai giovani sacerdoti come rendere leggere le omelie. Al suo attivo conta oltre 400 seminari su questa antica disciplina con la nuova retorica. Tanti i riconoscimenti, uno su tutti, primo premio internazionale sul tema della mitologia a Boston con l’opera “Apodiòniso figlio di Agenore”.

Esperto di logopedia, ha superato grazie alla determinazione la sua balbuzie, “le mie corde vocali erano serpenti a sonagli”, ricorda. E’ vasta la sua produzione in narrativa, saggistica, teatro, poesia – sonetti, haiku – favolistica, aforismi. Apprezzatissimo tra gli altri il suo “Genova-Cantico del ponte Morandi” e il suo prezioso e originale saggio “Dizionario: l’albero della parola”. “Ciò che colpisce nell’atto di parola e scrittura di De Muro – ha detto di lui Bachisio Bandinu – è il fascino intrigante dell’eloquenza come tensione interiore”. “L’ho visto condurre quegli adolescenti, rapiti, silenti e sorpresi dal suo logos raffinato e comprensibile nel contempo”, ricorda Roberta Soggia, docente di filosofia.

La sua ultima fatica è un affascinante romanzo, “Storie e misteri nella Valle dei Nuraghi”, ma sta per dare alle stampe “C’era una volta il punto e la virgola”. “Stupore e meraviglia sono le chiavi per guardare in alto attraverso le parole del profondo”, chiarisce il “chirurgo della parola”. Il suo nome lo deve al grande tenore, suo omonimo e zio. Del compianto cantante a cui ha dedicato una monografia, “Bernardo De Muro parla di Bernardo De Muro”, in occasione dei 130 anni dalla sua nascita, ricorda che fu lui a suggerire a suo padre, per l’11esimo e penultimo figlio, il nome. “Bernardo De Muro – sottolinea – è il nome che mi porto da 84 fresche primavere. E, da appassionato e critico musicale, non posso che andarne fiero”. A 84 anni il suo ricco curriculum è un work in progress. Del resto “Per diventare giovani – recita un suo aforisma- ci vuole molto molto tempo”.

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