CAROLA PUDDU, DANZATRICE PER PASSIONE NEI PANNI DI GIULIETTA: CON IL BALLETTO DI ROMA, SARA’ AL TEATRO MASSIMO DI CAGLIARI

Carola Puddu

di MARIA GRAZIA MARILOTTI

Una Giulietta ribelle nel Sud Italia del secondo dopoguerra: Carola Puddu, danzatrice “per passione” fin da bambina, amatissima dal pubblico anche grazie alla ribalta televisiva di Amici, sarà in scena il 13 e 14 dicembre al Teatro Massimo di Cagliari con il Balletto di Roma.

L’artista, formatasi in Francia, all’École de danse dell’Opera di Parigi, dove ha esordito come solista a diciassette anni, per trasferirsi poi in Canada, dove si è confrontata anche con il contemporaneo e il Gaga Movement, interpreta l’eroina shakespeariana in “Giulietta e Romeo” di Fabrizio Monteverde.

Un’edizione speciale per il ventennale del fortunato e applauditissimo Balletto, con 350 repliche e 200mila spettatori: dopo il debutto, il 4 ottobre al Teatro Olimpico della capitale, l’intensa tournée dello spettacolo passa ora per la Sardegna.

“E’ stato un lavoro molto complesso, a livello introspettivo, sul personaggio – racconta la danzatrice – ho cercato di entrare in contatto, di immedesimarmi con Giulietta, mettendoci anche il mio vissuto: in una realtà segnata dai conflitti e dalla violenza, lei rappresenta la forza dell’amore, che resiste in qualsiasi circostanza”.

La danza è un punto fermo per Carola Puddu. “E’ l’unica cosa che non è mai cambiata nella mia vita – chiarisce – anche se non è stato sempre facile, in alcuni momenti ho pensato di abbandonare, come quando mi sono fatta male al ginocchio e quando c’è stato il Covid, ma non ce la faccio proprio a immaginare di fare un lavoro diverso – confessa – Danzare ogni giorno come ballerina professionista è la realizzazione di un sogno, un sogno più bello dei sogni normali”.

“Amici – riprende – è stata un’esperienza interessante. La tv è un mondo a parte rispetto al teatro con un pubblico più ampio, dove la critica ha un peso minore, ho potuto aprirmi di più, liberarmi. Essendo in una bolla separata da qualsiasi realtà comune, dove non sei a contatto con nessun altro, sola con te stessa e i tuoi colleghi, e devi fare una performance ogni settimana, devi lasciarti andare e concentrarti di più sul lato espressivo. Anche se la danza dietro lo schermo perde, dal vivo l’energia arriva molto di più, è molto importante che ci sia un programma in tv che mostri la danza: all’estero la gente frequenta molto di più i teatri, sarebbe bello che la danza entrasse a far parte della cultura anche in Italia”. 

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