“GLI ULTIMI EBREI” (CATARTICA EDIZIONI 2022), LA RECENTE FATICA LETTERARIA DI CLAUDIA DESOGUS

Claudia Desogus

di CHIARA RICCI

Alghero, 1992. Elisa e Marco sono due adolescenti in visita con la scuola al celebre e quattrocentesco Palazzo Carcassona appartenuto a una delle famiglie più ricche e note della Sardegna situato in quello che un tempo era considerato il ghetto o quartiere ebraico. Ed è proprio in quel castello che i Carcassona hanno vissuto fino al 1492 quando, in Sardegna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona proclamano l’espulsione degli ebrei dall’isola. I due giovani amici durante questa appassionante visita si ritroveranno non solo a contatto diretto con la Storia ma anche alle prese con la risoluzione di un pluricentenario mistero.

Tutto accade quando Elisa, preda di brividi di freddo, sente piangere e parlare un volto di pietra scolpito nella parete. È la voce di un ragazzo che parla e che chiede, dopo cinquecento anni, di essere liberato assieme a suo fratello la cui anima, invece, è rimasta imprigionata nella torre del Castello che si affaccia sul mare. Riusciranno Elisa e Marco a liberare Felicio e Bernardo da quella prigione di pietra? I giovani Carcassona avranno finalmente la possibilità di riunirsi e di vivere liberi per l’eternità?

Il libro.

Nel maggio 2022 Catartica Edizioni pubblica “Fuori Collana” il breve romanzo della scrittrice sarda Claudia Desogus dal titolo Gli ultimi Ebrei. Un vero viaggio nel tempo tra il 1492 e il 1992 ambientato ad Alghero. È qui, infatti, che si trova il quattrocentesco Palazzo Carcassona. È qui che i Re Cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona (nello stesso anno della scoperta dell’America) proclamano l’espulsione degli ebrei dalla Sardegna. All’epoca la famiglia Carcassona è la più ricca e la più influente tanto da (man)tenere il potere con in proprio denaro proveniente dal commercio di corallo, spezie, oro e pietre preziose. Il loro denaro e la loro influenza, però, non bastano a tenerli al sicuro e a salvarli dall’espulsione se non attraverso l’abiura e la rinuncia alla propria fede.

Tutto questo viene raccontato a una classe di ragazzi in visita al Castello. Due in particolare ne restano letteralmente attratti: Elisa e Marco. Due amici per la pelle, curiosi sino all’inverosimile e pronti a gettarsi anima e corpo pur di risolvere un mistero e (ri)portare la pace in una famiglia. Sì, perché dalle pareti del Castello essi hanno magicamente modo di parlare con Felicio e Bernardo, discendenti dei Carcassona rimasti intrappolati in quei muri di pietra da circa cinquecento anni. Elisa e Marco, così, avranno modo di compiere importanti ricerche e interessanti incontri permettendo loro di ricomporre un mosaico storico assai importante. E non solo per la bella terra sarda.

Questo è ciò che Claudia Desogus racconta con estrema semplicità e con profondo amore per la sua terra d’origine anche se per lavoro si sposta tra Malta e Bruxelles. Gli ultimi Ebrei è un testo che non sarebbe errato proporre nelle scuole medie inferiori come lettura e come strumento di elaborazione e di approfondimento di una triste eppure importante pagine della nostra Storia. Non solo quella sarda. L’Autrice è stata molto brava nel rendere questo incontro generazionale tra i quattro protagonisti senza complicazioni, come fosse già deciso nel tempo o un ritrovo – è proprio il caso di dirlo – di vecchi amici. E il Lettore non può non sentirsi coinvolto in questa tenera ma interessante avventura che certamente, pur nella sua leggerezza stilistica (intesa come semplicità) merita grande attenzione e suscita curiosità in chi non ne è o era al corrente.

Gli ultimi Ebrei, come si diceva, si presenta soprattutto come un romanzo dedicato a un pubblico più giovane, ai giovani che si avvicinano pian piano a questa bella e unica esperienza che è il “processo di lettura”. Ma c’è ancora di più. Claudia Desogus è stata così brava nel rendere l’essenzialità del suo racconto, senza perdersi in digressioni inutili o in estremi e repentini viaggi spazio-temporali che avrebbero potuto confondere o allentare l’attenzione anche del Lettore più attento e curioso, tanto da lasciar libero il Lettore stesso anche di comporre attraverso la fantasia delle immagini ben nette e definite della vicenda narrata.

Si può ben dire, infatti, che Gli ultimi Ebrei ben si presterebbe a una edizione in versione graphic novel. Tanto meriterebbe la storia e i protagonisti di questo agile libro da cui sia i più giovani sia i Lettori più consumati non possono non rimanere attratti e incuriositi. Claudia Desogus ha compiuto un’operazione narrativa e stilistica niente affatto semplice: rendere una pagina della nostra (e non solo) Storia alla portata di qualsiasi tipologia di pubblico offrendone un nuovo volto e arricchendola di una morale cui soprattutto i più giovani hanno un gran bisogno di credere: l’Amicizia, la fiducia in sé e nel prossimo e la lotta continua contro ogni discriminazione. Anche se già narrate dalla e nella Storia. Perché saper discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato è una presa di posizione che non conosce età. Per tutto questo e per tanto altro ancora che è nascosto tra le pagine e tra le parole di Gli ultimi Ebrei… non perdete questa tenera, avventurosa e storica avventura!

Incontro con l’Autrice

Come ha scoperto la sua passione per la scrittura? Ero proprio una bambina, l’ho scoperta in prima elementare quando mi divertivo a scrivere storielline di animali che la maestra leggeva a tutta la classe.

Come è nata l’idea del suo romanzo Gli ultimi Ebrei? L’idea è nata durante una visita ad Alghero di qualche anno fa. La guida ci aveva mostrato Palazzo Carcassona raccontandoci alcune vicende su questa famiglia ebraica. In realtà doveva essere un racconto, una sorta di fiaba ispirata al tesoro degli ebrei. Poi si è sviluppato autonomamente in un romanzo.

Per la stesura de Gli ultimi Ebrei che tipo di ricerca ha realizzato? Ho letto molti libri sull’antisemitismo nel Medioevo e moltissime ricerche e articoli sui Carcassona, in particolare quelli della professoressa Cecilia Tasca. A questo proposito c’è una bibliografia alla fine del libro.

La memoria e la storia rese anche attraverso un romanzo storico o indirizzato ai giovani lettori quanto è importante e necessario per la formazione del Lettore e per la conservazione stessa della storia? Il romanzo storico è un modo molto piacevole per avvicinarsi alla storia e, di conseguenza, uno strumento utilissimo per far conoscere ai ragazzi a questi argomenti e per preservare la memoria. Andrebbe sfruttato di più, soprattutto a scuola.

Gli ultimi Ebrei sembra essere dedicato in particolar modo a un pubblico di giovani lettori. Ha mai pensato di realizzarne anche una versione con immagini e testo appositamente per questa fascia di pubblico? Questa mi sembra un’ottima idea, i ragazzi oggi leggono moltissimi fumetti o, per dirla in maniera più attuale, molte graphic novels e manga. Ne parlerò al mio editore!

Qual è stata la fase di lavorazione e di stesura più complessa del suo romanzo? Non saprei, forse la parte finale, quando ho dovuto consegnare le bozze perché iniziavo di nuovo un lavoro full time. Ho vissuto alcuni momenti di crisi in cui volevo strappare il romanzo e riscriverlo tutto, ma sapevo di non poterlo fare. Tuttavia credo che, in fase finale, questa crisi capiti a moltissimi scrittori.

Lei vive tra Bruxelles e Malta ma la sua Sardegna resta il posto del cuore. La sua terra e le sue origini quanto influenzano e hanno influenzato la sua scrittura e le sue storie? Diciamo che la mia ispirazione è un po’ campanilista (risata). Sono un po’ ossessionata dalla Sardegna da quando l’ho lasciata ed è sempre presente nei miei scritti. Del resto lo diceva anche Luigi Capuana che, a livello di ispirazione, la Sardegna è una miniera.

Nel 2020 ha collaborato alla stesura di Diario virale (Catartica Edizioni) assieme a Fabrizio Raccis e Tea Salis dove si narrano i momenti più tragici e difficili della pandemia. Può raccontarci qualcosa di più di questo progetto e di questa esperienza? È stata un’esperienza che ci ha visti tutti molto coinvolti e motivati, perché si inseriva all’interno di un progetto di beneficienza per aiutare gli ospedali nei momenti più bui della pandemia. Ho voluto dare risalto all’aspetto della prigionia e della clausura che è quello che mi ha segnato di più in quei giorni.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato il suo essere lettrice e scrittrice? Sono davvero molti, è difficile elencarli tutti. Io ho una predilezione per la letteratura inglese, perché è quella che conosco meglio. Nel libro Gli ultimi Ebrei, c’è un omaggio abbastanza scoperto a Oscar Wilde e uno, più velato, a Edward Morgan Forster. I culturi di questi scrittori forse li riconosceranno.

Quali sono i suoi prossimi progetti professionali? Il prossimo progetto, che si concretizzerà tra poco, ha un’impronta linguistica. Abbiamo tradotto il libro di fiabe Il viaggio incantato in inglese e la pubblicazione avrà il testo italiano a fronte e le bellissime illustrazioni a colori dello Studio Segno. Il progetto ha l’ambiziosissimo obiettivo di diffondere la cultura sarda a livello internazionale. Come vede, il mio campanilismo riemerge (risata).

www.riccichiara.com

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