IL MIELE DI CORBEZZOLO: UN’ECCELLENZA DI SARDEGNA DAL SAPORE DOLCE-AMARO, GIA’ CONOSCIUTO DA ORAZIO E VIRGILIO

di RAFFAELLA PIRAS

Nei litorali e nei monti che si affacciano su uno dei mari più importanti e belli del mondo, il Mar Mediterraneo, è impossibile non ammirare i paesaggi pittoreschi caratterizzati dalla flora tipica di quei territori e non respirarne i profumi inconfondibili. Quella vegetazione sempreverde, dai colori che vanno dal giallo al verde sbiadito, è la macchia mediterranea.

Uno spettacolo della natura che è presente anche in Sardegna, dove arbusti e diverse piante con fioriture colorate dipingono tutte le stagioni. È il caso del corbezzolo, o Arbutus unedo, un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Ericacee, piuttosto diffuso lungo le coste occidentale del Mediterraneo.

A tanti sarà capitato, passeggiando in mezzo alla natura, di notare cespugli o piccoli alberi, alti non oltre 10 metri, con foglie sempreverdi e fiori bianco-giallastri che sbocciano nella tarda stagione autunnale e da cui l’anno successivo nascono dei frutti, bacche di colore rosso-arancio in grado di spiccare anche nelle giornate più uggiose. Quei frutti sono chiamati le corbezzole, per molti davvero buoni da mangiare una volta diventati maturi, ricchi di proprietà terapeutiche, utilizzati in cucina per preparare confetture o cuocerli nello zucchero per caramellarli, e utilissimi persino in ambito cosmetico.

Ma oltre che per i suoi frutti, il nettare dei fiori di corbezzolo è prezioso perché da esso si ricava un particolare tipo di miele, il miele di corbezzolo.

Il miele è un alimento molto apprezzato e dalle origini antichissime. In Italia ne esistono moltissime varietà, ciascuna con caratteristiche e proprietà diverse a seconda dei fiori da cui le api estraggono il nettare. Infatti, quando succhiano il nettare di fiori differenti, le api producono un miele cosiddetto “millefiori”, mentre se gli alveari si trovano in un territorio dove è prevalente una determinata fioritura, il miele che ne nasce è detto “uniflorale”. Il miele di corbezzolo è proprio un miele uniflorale e la sua tradizione si perde nella notte dei tempi, basti pensare che era già conosciuto e apprezzato da antichi poeti latini come Orazio e Virgilio.

Si tratta di un miele difficile da produrre proprio perché si può ricavare solo dove l’attività delle api prosegue anche durante l’autunno e per la fioritura abbastanza tardiva delle piante di corbezzolo, tra settembre e novembre. Simili condizioni meteorologiche sono molto rare, ecco perché la Sardegna è considerata la principale zona di produzione, anche se, in alcune annate, pure in Toscana si verificano condizioni propizie. Fattori che determinano una resa annuale di questo miele abbastanza limitata e proprio per questo viene considerato una produzione di nicchia e venduto ad un prezzo di gran lunga superiore rispetto agli altri tipi di mieli.

Oltre ad essere raro, il miele di corbezzolo si contraddistingue per il colore, tendente all’ambrato quando è liquido e al nocciola quando cristallizza, per la sua consistenza densa e per il suo odore penetrante. Ma è sicuramente il sapore la caratteristica che più di tutte lo identifica e lo rende adatto solo ai palati più raffinati. A differenza di quanto si possa immaginare, infatti, il suo sapore non risulta affatto dolce al palato, ma è sorprendentemente amaro, ecco perché può piacere tantissimo oppure non piacere assolutamente. Fino agli anni Ottanta del secolo scorso il suo particolare sapore amaro ne impediva la commercializzazione. Fortunatamente, oggi si è compreso quanto sia prezioso, soprattutto per i suoi innumerevoli benefici. Addirittura, pur non essendoci certezza, si pensa che il suo sapore insolito potrebbe essere dovuto alla presenza all’interno del suo nettare dell’arbutina, una sostanza che possiede proprio effetti antiossidanti e disinfettanti.

D’altronde il miele di corbezzolo è rinomato per le sue proprietà terapeutiche, non solo antiossidanti, infatti è tra i mieli più ricchi di polifenoli e flavonoidi, è un potente antiasmatico e antinfiammatorio, molto utile per contrastare la tosse, il mal di gola e i malanni di stagione e ha effetti benefici per le vie urinarie con effetti antisettici, diuretici e depurativi. Infine, recenti studi pubblicati sull’International Journal of Molecular Sciences, avanzano la possibilità che il miele di corbezzolo, ricco anche di proprietà antiproliferative e citotossiche, sia efficace contro il tumore del colon-retto, addirittura in misura superiore al famoso miele di Manuka.

Ma il miele di corbezzolo è, senza ombra di dubbio, il miele che offre più possibilità in cucina. Il suo sapore particolare lo rende adatto ad essere abbinato ad alimenti altrettanto amari, come i carciofi o i cardi, oppure ad incontrarsi con cibi grassi come i formaggi, soprattutto il Pecorino o il Grana. Ma sono soprattutto le seadas, piatto tipico della cucina sarda, a sposarsi alla perfezione con questo miele, molto utilizzato inoltre nella cucina dolciaria in abbinamento con la macedonia di frutta, il gelato e per guarnire le mousse di cioccolato. 

Per un cibo così di pregio, qualche piccola attenzione è d’obbligo. Il miele di corbezzolo va infatti conservato in un posto sufficientemente umido, lontano da fonti di calore, e consumato preferibilmente grezzo, senza che sia sottoposto a lavorazioni industriali. Piccoli segreti necessari per conservare intatte tutte le innumerevoli peculiarità di questa eccellenza sarda che merita di essere il più possibile scoperta e valorizzata.

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Un commento

  1. virgilio mazzei

    Complimenti per il bell’articolo sul corbezzolo e sul suo miele amaro.
    A coloro che faranno gli esperimenti sull’uso di questo particolare miele sui cibi indicati, suggerisco, quando lo assaporeranno sulla seadas di accompagnare questo dolce col miele amaro di corbezzolo, con una buona vernaccia di Oristano di medio invecchiamento. Sarà un matrimonio perfetto.

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