LA SCRITTRICE MARGHERITA MUSELLA FESTEGGIA I DIECI ANNI DEL CAFFE’ LETTERARIO ARBATAXINO

Margherita Musella

di FEDERICA CABRAS

Piena di vita e di talento, maestra indiscussa di positività e mentore di tante persone, Margherita Musella – insegnante e scrittrice – ha all’attivo molti romanzi e gestisce un Caffè Letterario, quello arbataxino, che ha spento quest’anno le dieci candeline. Nei suoi scritti, ottimismo, vita vera e tanta, tantissima solidarietà tra donne, in una visione dell’amicizia vista come salvezza dai drammi della vita.

«Sto cercando di ricordarmi quando ho scoperto il mio bisogno di scrivere» racconta Musella «ma, riflettendoci, penso sia innato: ho sempre scritto lettere nella mia vita ad amiche, prima bambine e poi adulte, ma anche a persone a volte solo conosciute per caso che mi avevano regalato una disponibilità inusuale. A scuola amavo le ore dedicate ai temi.»

Quel che ricorda, tuttavia, è il momento preciso in cui decide di scrivere un libro: «Nello specifico» chiarisce «sapevo sarebbe stato un libro sulle donne. Avevo ventuno anni e tre bambine da accudire. Leggevo sempre, anche se avevo la casa incasinata: era la mia ancora di salvezza. Ma non bastava, ho iniziato a sentire forte il desiderio di parlare di tutte le eroine invisibili che mi assomigliavano e che ogni giorno affrontavano la loro vita con coraggio e dedizione nonostante le difficoltà quotidiane a 360 gradi.»

Ecco perché il filo conduttore dei suoi scritti ancora oggi, a decenni da quel momento, è ancora l’universo femminile: Margherita Musella vuole raccontare le donne, i loro pensieri, il loro animo. Vuole scandagliarle dall’interno. E racconta anche di sé, dei suoi sogni, delle speranze e delle paure, ‘ché senza paure siamo come navi senza il mare.

«Il libro per cui nutro gratitudine – anche se è risultato imperfetto – è il primo. Dopo di esso si è aperto un mondo: è arrivato velocemente il secondo che adoro per come l’ho impostato. Tuttavia, credo che il migliore sia “Non dimenticare di essere felice”, senza togliere niente al messaggio di speranza, amore, forza, ottimismo e grande senso dell’amicizia degli ultimi due.»

Ma non è fantasia, quella che Musella imprime su carta: «Ho avuto il grande piacere di costruire tante storie intorno a tutto l’amore che ho ricevuto e dato alle amiche, compagne, donne incontrate occasionalmente sulla mia via. Penso che l’amicizia fra donne sia un dono prezioso: si dà e si riceve se si ha un cuore puro, se si ha a cuore il benessere dell’altro in generale… e senza dover usare grandi parole ma anche solo con gesti, vicinanza, accoglienza, sorriso o una carezza spontanea e autentica.»

Scrive, scrive e scrive, tanto tempo fa, Margherita, ma ancora non sa che davanti a sé ha anche un futuro da “collante”: il Caffè Letterario nasce così, quasi per caso, e adesso conta tantissime assidue presenze e un grande entusiasmo. Tutti uniti di fronte ai libri: ecco il mantra.

«Ho saputo cogliere l’invito a fare un Festival della Parola e ora a dieci anni di distanza festeggiamo la decima edizione… sa dell’incredibile, ma quando si fanno le cose col cuore tutto va per la sua strada: una strada inevitabilmente buona e bella!»

E poi arriva la pandemia, che blocca tutti, che ferma tutto, che ci dà la possibilità – questo glielo si deve riconoscere, a questo Covid-19 – di riflettere, purtroppo statici e chiusi da quattro mura, sulla vita e sulle cose importanti. Musella però non si fa imbrigliare, mantiene tutti uniti tramite i social e immagazzina la forza per tirarla fuori quando le porte si aprono. È così, lei: un vulcano di energia.

«Durante questo periodo di lontananza forzata c’è stata una crescita sostanziosa di lavori degli amici scrittori d’Ogliastra, perciò penso che avrò molto materiale a cui dedicarmi per creare nuovi appuntamenti che realizzerò, come sempre, in un clima sereno, disteso e familiare. Spero altresì che ci siano nuovi volti: scrittori che io invoglio a non aver paura di scrivere prima di tutto per se stessi, perché fa bene all’anima.»

Il primo appuntamento dal vivo, il Festival della Parola di domenica 12 dicembre, è stato un successone. «Sono felice, semplicemente felice, per l’opportunità che ho avuto di poter far rincontrare gli affezionati del Caffe e per averlo riavviato: è un modo per sentire la bellezza della vita nelle sue sfumature. Mi auguro di poter continuare e poter festeggiare anche i 20 anni di Incontri Meravigliosi!»

E per i suoi progetti? Be’, la pentola bolle.

«Ho un libro in corso sulle mie esperienze scolastiche che ho deciso di racchiudere in un volume che comprenderà tanti brevi capitoli deliziosi, strani e originali, divertenti e tristi per ricordare i bambini incontrati sul mio percorso e a cui va la mia immensa gratitudine per la gioia che mi hanno donato negli anni con le loro parole, espressioni, gesti.»

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