ANTIOCO MARTIRE: DIGRESSIONI SUL CALENDARIO E LA RICORRENZA DEL SANTO

di GIANRAIMONDO FARINA

13 Novembre, sant’Antioco patrono della Sardegna. La Chiesa Cattolica lo celebra, ufficialmente, il 13 dicembre, secondo il calendario liturgico romano: quasi a testimoniare che, mentre nella “sorella” isola siciliana si ricorda il martirio di Lucia da Siracusa; la Sardegna, invece, fa menzione di Antioco, martire sulcitano. Questo è quanto, in merito, riporta il quotidiano cattolico “Avvenire”: “Nel giorno della festa di santa Lucia la Sardegna ricorda anche un altro martire, sant’Antioco. Una figura legata alle miniere di questa regione, ai cui lavori forzati durante le persecuzioni i romani destinarono anche molti cristiani. Tra di essi si ricorda appunto Antioco, che fu inviato in esilio nella splendida isola che porta il suo nome (oggi congiunta alla terraferma con un ponte). La tradizione vuole che fosse un medico orientale che, nella prima metà del II secolo, ai tempi dell’imperatore Adriano, percorreva la Galazia e la Cappadocia prendendosi cura non solo dei corpi ma anche delle anime di quanti incontrava. Le conversioni da lui suscitate lo portarono all’arresto e all’esilio in Sardegna. Ma, anche prigioniero, la sua testimonianza cristiana fu talmente forte da aprire alla fede il cuore del soldato Ciriaco, che avrebbe dovuto essere il suo carceriere. La notizia fece infuriare le autorità imperiali che lo condannarono a morte. Prima di morire, comunque, Antioco invocò la protezione di Dio sulla Sardegna e sul suo popolo, che ancora oggi lo venera”.  Nel culto locale, però, presente in alcune aree soprattutto della Sardegna settentrionale, come la Diocesi di Ozieri (di cui è patrono con il nome di Antioco di Bisarcio), il ricordo di quest’insigne figura di uomo e testimone di fede, ricorre il 13 Novembre. Ad Anela, poi, il culto di Sant’Antioco fu portato, nella prima metà del XIX secolo da Simone Sini, commerciante, importante figura di “probomine” ed anche sindaco del paese nel 1855, nonché cognato dell’on. Giuseppe Sanna Sanna, avendone sposato la sorella Giovanna Angela Sanna. Da lui, rinnovata dopo generazioni, si ripete la pia tradizione di onorare annualmente il culto del martire sulcitano, la cui statua rimane custodita ed affidata alla famiglia Satta- Mele, erede della devozione di Simone Sini.

E’ bello altresì ricordare che Mario, mio figlio, fra gli altri nomi, riporta anche quello di Antioco, per riannodarci a questa storia di fede.  E’, altresì, bello, ricordarlo, con questa splendida strofa dei “Gosos” in lingua sarda, dialetto campidanese:

” Cumpareis in S’Orienti

De mamma illustri, e virtuosa,

Tenit pro nomini Rosa

E Osi educat santamenti

Comenti e Soli luxenti

Diffundeis su splendori

De sa Cresia tantu honori,

Terrori de su paganu

Santu Antiogu Sultzitanu

Siais nostru intercessori”

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