INSEGNANTE D’ALTRI TEMPI, AMATA E RISPETTATA: MARIA CARA, LA PRIMA MAESTRA DI SINISCOLA

l’insegnante Maria e la sua classe negli anni 20

di LUCIA BECCHERE

Nata a Siniscola nel 1882 da genitori benestanti appartenenti al mondo agro pastorale e seconda di cinque figli, Maria Cara è stata la prima maestra del centro baroniese. Ha frequentato le elementari in paese, ha proseguito gli studi a Nuoro e a Sassari.

Amava raccontare di essere incappata nei briganti – a quei tempi numerosi nelle nostre campagne – lungo le curve di Pappadosa, nella vecchia strada provinciale, mentre, in groppa al cavallo dello zio, si recava a Nuoro per sostenere l’esame d’ammissione. Costui, senza lasciarsi prendere dal panico, disse che la giovane doveva essere sottoposta ad intervento chirurgico nell’ospedale San Francesco. Tanto bastò perché i briganti li lasciassero proseguire indenni.

Maestra Cara, così la chiamavano in paese, è stata un’insegnante molto severa, con una rigorosa concezione morale della vita, generosa e disponibile verso tutti.  Numerose sue alunne hanno conseguito il diploma magistrale grazie alla sua intercessione presso i genitori che allontanavano dalla scuola i propri figli per mandarli a lavorare nei campi.

Amava più di ogni altra cosa i suoi alunni – fra i tanti anche il padre della scrivente – e se li riteneva capaci e volenterosi non esitava a raggiungerli anche nei luoghi più disagiati per metterli al passo col programma. Suo allievo anche il futuro giudice Antonio Corrias che ogniqualvolta rientrava a Siniscola andava a trovarla.  I nipoti la chiamavano nonna per affetto e rispetto.

«A 10 anni sono rimasta orfana di padre – ricorda la nipote Luisa, oggi insegnante elementare in pensione – lei si è presa cura di me come una madre, a lei devo il diploma. È stata un’insegnante intransigente ma giusta – prosegue – qualche schiaffo, a me tirava le lunghe trecce.  Allora le maestre picchiavano, non parliamo poi dei maestri! Molto preparata, il suo insegnamento era di grande spessore. Amava l’italiano, la matematica ma soprattutto la storia».

Durante le vacanze, si recava spesso a Trieste dal fratello Domenico, maresciallo maggiore dell’esercito. Nel ‘40, a causa della guerra, era rimasta bloccata in quella città fino all’armistizio dell’8 settembre del ‘43. Aveva 72 anni quando nel 1954 verrà collocata in pensione.

Il sindaco Romeo Capitta, la volle insignire della medaglia d’oro per il grande impegno profuso nei suoi lunghi anni d’insegnamento. Fermo il suo rifiuto: «Ho fatto solo il mio dovere», aveva commentato laconica.

Chi l’ha conosciuta la ricorda bella, alta, bruna, sguardo profondo e intelligente. Elegante nel vestire, portava sempre il cappello a larghe falde e curava molto la sua persona.

Il suo viso sapeva di cipria e di rossetto. Nonostante fosse molto corteggiata – i giovani del paese le dedicavano lunghe serenate sotto casa – Maria Cara non si era mai voluta sposare. Oggi sono rimaste delle lettere che attestano un grande amore giovanile da parte di un non meglio identificato Filippo, un compagno di scuola poi collega.

Molto credente, era rimasta sempre vicina alla Chiesa.  «La sera finita la lezione – ricorda Pasqualina Piredda, 102 compiuti, sua ex alunna – portava l’intera classe in chiesa e illustrando le varie cappelle ci insegnava a pregare».

Amava il mare, trascorreva le vacanze alla Caletta e a Santa Lucia. Custodiva gelosamente un vecchio grammofono a tromba con il quale ascoltava la musica lirica, in particolare Mozart.

Appassionata di calcio, il suo idolo era Gigi Riva. Dopo la sua morte i nipoti hanno rinvenuto fra le sue cose una valigia dove erano riposti centinaia di articoli su Rombo di Tuono.

Non rinunciava mai alla lettura dei quotidiani. Aveva 92 anni quando nel 1974 moriva a Capo Comino colpita da arresto cardiaco mentre leggeva il giornale.

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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4 commenti

  1. Un signor cappello.. Bellissima foto

  2. A che periodo risale la foto?

  3. Bellissimo articolo. Omaggio e memoria per una donna che tanto ha fatto in favore delle bambine e dei bambini Baroniesi di quel periodo. Una donna straordinaria.
    Complimenti a Lucia Becchere autrice di questo omaggio.

  4. I bambini sono tutti con il muso…che foto!

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