DA SANTA TERESA GALLURA A PARIGI E POI LONDRA: LA ‘MISSIONE’ DI ROBERTO PAPPALARDO

Roberto Pappalardo

Missione compiuta. 750 miglia in mare, 1.450 km navigati da Santa Teresa Gallura fin sulle vie d’acqua interne di Francia e Gran Bretagna. Roberto Pappalardo ha centrato non soltanto il suo primo obiettivo, ovvero sventolare la bandiera dei Quattro Mori sotto la Torre Eiffel, ma una volta arrivato a Parigi ha deciso di tentare l’attraversamento del Canale della Manica e risalire il Tamigi fino a Londra.

L’8 settembre, dopo due mesi e mezzo di navigazione, il gommonauta sardo, con il suo battello Lomar di 5,90 metri f.t., motorizzato con uno Yamaha 40 (F40G), è arrivato al cospetto del Tower Bridge.

Roberto Pappalardo ha concluso la sua missione. Per adesso.

Lo abbiamo, infatti, sentito telefonicamente e già pensa di replicare l’anno prossimo, magari partendo da dove è arrivato in questa stagione. Per il momento provvederà a riportare a casa il gommone che raggiungerà via terra con il suo rimorchio…

All’arrivo sulla sponda britannica è stato subito intercettato dalla Guardia Costiera che gli ha rimproverato di non essersi annunciato: peccato che in Francia gli avevano consigliato di contattare gli inglesi sul canale 13 del Vhf mentre avrebbe dovuto chiamare il 78! Chiarita l’empasse, però, tutto è filato liscio: carta d’identità, documenti che dimostravano la negatività al virus e poco altro, quindi via, libero di risalire il fiume fino alla Capitale del Regno.

Disavventure? Si, ce ne sono state: lungo i canali francesi, per esempio, è rimasto senza benzina, perché a volte era veramente difficile trovare un distributore. Nella Manica ha perso il drone che girava i bei filmati panoramici. La navigazione praticamente a vista nel Canale perché gli strumenti lo avevano momentaneamente «lasciato» e, in più, è calata la nebbia!

Era tanto tempo che Roberto Pappalardo aveva voglia di compiere quest’impresa e oggi finalmente si sente soddisfatto. Ci affida, però, un’amara considerazione: nella lunga navigazione ha toccato molti paesi, porti, banchine. Nella nostra Italia ha registrato proprio una mancanza di sensibilità verso il diporto nautico. In Corsica e nei grandi Marina della Costa Azzurra ha trovato ospitalità e accoglienza a un quarto dei prezzi praticati, per esempio, all’Isola d’Elba. La differenza stava nei servizi: super attrezzati quelli esteri, sguarniti eppure costosissimi i nostri approdi. Nella Francia meridionale ha ormeggiato accanto ai mega-yacht pagando 12 euro per notte! A Saint-Tropez gli hanno trovato un posto per il transito anche se in rada c’erano decine di grandi imbarcazioni che attendevano di entrare. Che peccato: non siamo più un popolo di naviganti?

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