IL MIO CANTO PER OLIENA: LE MEMORIE, LE EMOZIONI E LA MAGIA DELL’INFANZIA NEL LIBRO DI LUCIA BECCHERE

Lucia Becchere e la copertina del libro

di DON LUCA MELE

È uscito l’ultimo libro di Lucia Becchere, nostra stimata collaboratrice, ex insegnante e autrice di poesie e romanzi. Si intitola «Il mio canto per Oliena», edito da Su Craminu. Abbiamo chiesto a lei stessa di presentare la sua opera.

Lucia, una raccolta di ricordi e racconti sempre rimasti impressi nel tuo cuore fin da piccola. Perché hai voluto presentarlo proprio come un “canto”? «Le memorie, le emozioni e la magia di quegli anni trascorsi nella mia infanzia a Oliena e serbati nel mio cuore, sono come un canto per un tempo favoloso che dall’intimo elevo come un atto d’amore. Quella che oggi sono diventata è anche grazie al mio vissuto in quel paradiso perduto. Fin da piccola, portavo nella mia anima la felicità e la totalità dei frutti dell’innocente curiosità e del desiderio di afferrare e com-prendere tutto ciò che mi circondava e sapeva affascinarmi, mai espressi prima forse dalla timidezza e adesso, finalmente, messi nero su bianco per offrire la mia testimonianza e il mio umile contributo alla tradizione di valori importanti come la famiglia, la comunione e la semplicità del vivere».

Ai lettori scrivi di aver realizzato il tuo sogno redazionale dando una «personale angolazione». Al di là della scontata unicità, propria per ciascun scrittore, come traduci il tuo punto di vista nel condividere l’esperienza olianese? «È l’angolazione di una bambina felice che sapeva cogliere sempre il bello delle cose. L’aneddoto della bambola, per citare solo un esempio, a questo proposito ne dà conferma. Nel poco offerto dalla mia famiglia e dalla gente dell’epoca, a cominciare dal vicinato di Santa Maria, mi sentivo interiormente ricca, in mezzo a persone generose e laboriose. Sentimenti condivisi anche dai personaggi che con enorme piacere ho intervistato nelle fasi di studio del libro e su cui mi soffermo negli ultimi paragrafi. Sebbene tutto fosse ridotto all’essenziale, percepivo un senso di pienezza consolidatosi negli anni a venire e di cui ora, affrontando le brutali sorprese che la vita riserva, provo enorme malinconia».

Infatti riconosci che «il raccontare implica tanta sofferenza» «Nello specifico mi riferisco al momento in cui ho dovuto abbandonare quel paese perduto.  La strada che mi portava lontano mi apparve come una lunga ferita che lacerava la mia anima: stavo perdendo il periodo magico della mia vita. Non avrei più trovato amicizie, giochi e spensieratezza, consapevole di dover ricostruire tutto perché quel che apparteneva al passato non sarebbe mai più ritornato».

Quando presenti usi, costumi e tradizioni olianesi (con sorprendente capacità descrittiva), riporti la simpatica attitudine dei bambini i quali, con il gioco, erano soliti «simulare» il lavoro e le abitudini degli adulti. Auspichi che il tuo libro possa diventare occasione ai giovani lettori di oggi per recuperare quella soddisfazione per le cose semplici e autentiche. «Premesso che il mio intento non è quello di voler insegnare niente a nessuno, tuttavia non posso rinunciare alla mia vocazione di docente, credo che le mie siano pagine molto pedagogiche perché i bambini di oggi non sempre sono abituati alla semplicità, alla rinuncia e alla vita comunitaria, troppe volte si annoiano perché insoddisfatti, come lamentano diversi genitori. Spero che il mio esempio liberi piccoli e grandi da pretese perché tutto si può costruire dal niente».

Come mai sono passati tanti anni prima di pubblicare il tuo canto per Oliena? «E’ stata mia sorella maggiore Tonia, scomparsa da qualche anno e che ha sempre avuto a cuore quel paese, a chiedermi di mettere per iscritto il libro che già era dentro di me. Infatti nella prima stesura del testo, sua era la dedica, ma poiché di recente è venuto a mancare anche mio figlio Antonio, ho voluto fare un omaggio a lui. Un modo per dire grazie di tutto quello che ho ricevuto e per esprimere il legame tra il passato e il futuro».

don Luca Mele – Parroco di Ollolai (Nu)

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4 commenti

  1. Ho avuto il piacere di avere avuto la vera amicizia fraterna della sorella Paola con Lussorio suo marito nella gioventù e i nostri figli sono cresciuti insieme. Ho conosciuto così i genitori di Lucia che mi hanno sempre riservato la nota ospitalità sarda come pure quella dei collegati parenti della meravigliosa Oliena che mi è rimasta sempre nel cuore e che non manco di visitare ogni anno da almeno 50

  2. sempre un piacere leggere i libri di Lucia Becchere. Bravissima e complimenti per questa ultima fatica. L’ ho già acquistato per me e anche regalato alle mie amiche

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