SARDEGNA BIANCA AL TEMPO DEL COVID: SI TEME L’ASSALTO ALLE SECONDE CASE DALLE ZONE ROSSE. LA COSTA SMERALDA OSSERVATA SPECIALE

Con oltre duemila seconde case sparse nel vasto territorio di Arzachena, il Comune della Costa Smeralda è in allarme per il possibile arrivo in massa di turisti dalle zone rosse. I borghi per cui si teme l’assalto sono quelli di Cannigione, Baja Sardinia, Porto Cervo, Liscia di Vacca. A farsi portavoce dei timori degli amministratori locali è proprio il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda. “In questo momento delicato – spiega – la rete dei controlli agli ingressi dai maggiori scali dell’Isola deve essere infallibile, perché il rischio è altissimo e dobbiamo difendere con tutte le nostre forze la zona bianca”. Certo che è strano che chi è in zona rossa non può spostarsi di Regione ma può prendere un aereo o una nave e arrivare in Sardegna qualora nell’isola avesse una seconda casa. 

L’Isola è l’unica regione bianca d’Italia e proprio per evitare di perdere questo primato, non si vive in Sardegna un clima da “liberi tutti”, anche perché il presidente della Regione Christian Solinas ha evitato di portare al 100% la presenza in classe degli studenti degli istituti superiori (che rimane dal 50 al 75%) e restano ancora chiusi cinema, teatri, palestre e piscine, i centri commerciali nei weekend, con il coprifuoco notturno spostato dalle 22 alle 23.30. Anche in questo weekend ristoranti e locali pieni a cena, e i luoghi della movida affollati di giovani.

Dunque, con lo scopo di evitare il temuto aumento di contagi, considerata la maggiore libertà per i cittadini, in vista soprattutto della Pasqua, che sarà “blindata” per tutte le zone colorate tranne quelle bianche, appunto, e con l’obiettivo più in generale di arrivare a un’estate “covid free”. Proprio per questo da una settimana per chi arriva in Sardegna vi è l’obbligo di presentare in porti e aeroporti la certificazione di avvenuta vaccinazione o un test di negatività effettuato nelle 48 ore precedenti, oppure bisogna sottoporsi, gratuitamente, al tampone rapido.

La Sardegna nella lotta al virus vuol sfruttare il fatto di essere un’isola e il basso numero di abitanti, ma continua ad arrancare nella campagna di vaccinazione. Con 136.400 dosi somministrate sulle 202.030 attualmente a disposizione, è all’ultimo posto tra le regioni d’Italia con una percentuale del 67,5 (la media nazionale è di 83,8%). La pressione sugli ospedali resta comunque bassa, con il dato rilevato da Agenas nell’ultima settimana del 12% sia per quanto riguarda i posti letto delle terapie intensive occupati da pazienti positivi sia negli altri reparti (la soglia critica è rispettivamente del 30 e del 40%). 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. A proposito di seconde case raggiungibili, e sardi di dentro e sardi di fuori, vogliamo dire che :
    Rispetto alla scorsa estate i requisiti sono: l’avvenuta vaccinazione, il test molecolare e quello rapido eseguito 48 ore prima, questa volta il filtro c’è. Raggiungere la seconda casa è consentito a queste condizioni e andare in quelle dimore è un’aspirazione non solo dei “riccastri lombardi” ma anche di tanti sardi emigrati per i quali la casa natia ereditata e mantenuta nonostante le tasse eccessive, ora è diventata “seconda casa” raggiungibile. Vogliamo dire che in Sardegna non esiste famiglia che non abbia una storia di emigrazione. Il ritorno nella nostra terra è, sia un diritto – e lo ricordiamo ai rancorosi – sia un sentimento.

Rispondi a Enzo Cugusi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *