ARCHEOLOGIA, STORIA, CULTURA NEL CUORE DELLA SARDEGNA: SU NURAXI A BARUMINI, DAL 1997 PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’

di FRANCESCA BIANCHI

Tra i profumi e i colori della Marmilla, ancora oggi riecheggiano le testimonianze di un glorioso passato. Talmente glorioso da essere riconosciuto dall’UNESCO, nel lontano 1997, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. È un luogo speciale, situato proprio nel cuore dell’Isola, ove un imponente nuraghe dalla scorza basaltica torreggia sui resti di un immenso villaggio, regalandoci una delle eredità nuragiche più grandi ed importanti della Sardegna. Benvenuti in agro di Barumini, all’interno di “Su Nuraxi”!

Con queste parole di Marco Secchi, gestore della meravigliosa pagina Facebook “Archaic Sardinia”, voglio introdurre il mio articolo dedicato all’immenso Patrimonio Culturale di Barumini (VS), piccolo centro della Marmilla. Ho avuto il grande piacere di visitare l’Area Archeologica “Su Nuraxi”, spettacolare ed imponente testimonianza del glorioso passato di questa località situata nel cuore della Sardegna. L’Area Archeologica “Su Nuraxi”, scoperta e portata alla luce nel corso degli anni Cinquanta, durante gli scavi condotti dal grande archeologo Giovanni Lilliu – uno dei padri dell’archeologia in Sardegna, nonché uno dei massimi conoscitori della civiltà nuragica – è costituita da un imponente nuraghe complesso, “Su Nuraxi”, il Nuraghe per eccellenza, e da un esteso villaggio di capanne sviluppatosi tutto intorno nel corso dei secoli successivi.

“Su Nuraxi” presenta una stratificazione culturale di oltre 2000 anni, cioè dal 1500 a.C. al VII sec. d.C. Come si può leggere sul sito della Fondazione Barumini Sistema Cultura, il principale materiale utilizzato per la sua costruzione è il basalto, una pietra vulcanica molto dura proveniente dall’altopiano della Giara. Nel Bronzo Medio (1500-1300 a.C.) venne costruita la torre maggiore (il mastio), ossia il nuraghe semplice a tholos. Nel Bronzo Recente (1300-1100 a.C.) sorse il più antico agglomerato del villaggio. Al Bronzo Finale, invece, risale la costruzione della maggior parte delle abitazioni del villaggio, di forma circolare, costituite da un unico ambiente. Una delle strutture più significative del villaggio nuragico che risale a tale periodo è la cosiddetta “capanna delle assemblee” o “sala delle riunioni” o “curia”. Si tratta di un vasto edificio circolare, al cui interno sono stati trovati vari elementi riconducibili all’area sacra e rituale che fanno supporre che all’interno dell’edificio avessero luogo le assemblee della comunità. All’inizio dell’ultimo periodo della civiltà nuragica (Età del Ferro IX-VI sec. a.C.), “Su Nuraxi” andò quasi interamente distrutto; sulle sue rovine, nei primi decenni del VII sec. a.C., venne costruito un nuovo agglomerato. Nel V sec a.C. alla civiltà nuragica subentrò l’occupazione punica e gli abitanti del luogo ebbero modo di entrare in contatto ed interagire con una cultura diversa. Fatta eccezione per il progressivo apporto di materiali dalle città puniche, l’aspetto fisico del villaggio e il modo di vita degli abitanti non subirono cambiamenti significativi e lentamente si assistette ad una decadenza graduale dell’abitato. Tra il II e il I sec. a.C. l’insediamento venne riutilizzato e riadattato dai Romani, che in alcuni casi usarono certi ambienti come luogo di sepoltura. La struttura continuò ad essere abitata fino al III sec. d.C. e frequentata sporadicamente fino al VII sec. d.C., in piena epoca altomedievale.

Il patrimonio di Barumini si è arricchito recentemente di un altro capolavoro: Su Nuraxi ‘e Cresia. Per contestualizzare questo nuraghe non si può non parlare di Casa Zapata, un’elegante residenza fatta erigere dalla nobile famiglia aragonese degli Zapata a partire dalla fine del XVI secolo. I membri di questa famiglia, arrivati in Sardegna nel 1323, si stabilirono a Cagliari, e nel 1541 acquistarono la Baronia di Las Plassas, Barumini e Villanovafranca, divenendone signori e poi baroni, e arrivando ad amministrarla fino alla soppressione del regime feudale. Tra i diversi edifici che costituiscono la residenza si distinguono: un palazzo, con elegante giardino annesso, realizzato tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, che divenne Sede Baronale e dimora del feudatario, e altri due corpi murari di pertinenza agricola, realizzati agli inizi del Novecento, utilizzati come magazzini, stalle e casa del fattore. Oggi la residenza spagnola è sede del Polo Museale “Casa Zapata”, articolato in tre sezioni: la Sezione Archeologica, la Sezione Storico-Archivistica e la Sezione Etnografica. Come si può leggere sul sito della Fondazione Barumini Sistema Cultura, la Sezione Archeologica, intitolata l’11 dicembre 2014 al Professor Giovanni Lilliu, è stata allestita all’interno del corpo più antico della residenza, un bellissimo palazzo secentesco che, nel secolo scorso, divenne il luogo ideale per la custodia e la valorizzazione degli importantissimi reperti rinvenuti nell’area archeologica “Su Nuraxi”. A tal fine, dopo la morte dell’ultima baronessa, Donna Concetta Ingarao Zapata, avvenuta negli anni Ottanta, e un periodo di completo abbandono, il Comune di Barumini nel 1987 ne acquistò la proprietà. Nel 1990, ignari del tesoro che “Casa Zapata” custodiva al suo interno, cominciarono i lavori finalizzati alla realizzazione del progetto di musealizzazione. I lavori furono subito interrotti dalla scoperta delle vestigia di un imponente nuraghe complesso sotto le strutture del palazzo. Da quel momento ci sono state numerose campagne di scavo, tuttora in corso, e si è portato avanti un progetto museale che ha cercato di preservare l’edilizia del palazzo e di consentire la visione del complesso nuragico dall’alto, tramite un sistema di passerelle sospese e di pavimenti in vetro. Questo nuraghe, ribattezzato dal prof. Lilliu “Su Nuraxi ‘e Cresia”, ovvero ‘il nuraghe della chiesa’, per la sua vicinanza alla chiesa parrocchiale, venne edificato dalle popolazioni nuragiche in questo sito pianeggiante ed elevato che consentiva di dominare il territorio circostante.

“Su Nuraxi ‘e Cresia” è un nuraghe complesso trilobato, costituito da una torre centrale, chiamata “mastio”, attorno alla quale si dispongono tre torri perimetrali. E’ dotato di due cortili, uno interno al bastione trilobato, dotato di pozzo, e uno esterno. Gli scavi archeologici, compiuti a partire dal 2005 nel cortile esterno, hanno permesso di mettere in luce la pavimentazione originaria della struttura, costituita da un lastricato risalente al Bronzo Recente, come ci suggeriscono i materiali ivi ritrovati. Il deposito archeologico di “Su Nuraxi ‘e Cresia” restituisce un orizzonte ed una stratificazione culturale che vanno dal periodo nuragico fino al periodo romano e altomedievale. Si segnala una frequentazione in età giudicale, fino ad arrivare alla costruzione del palazzo Zapata.
Per la costruzione del nuraghe vennero impiegati blocchi poligonali, in marna locale, di grandi dimensioni; sporadicamente compare anche il basalto, pietra vulcanica più dura, proveniente dall’altopiano della Giara ed utilizzata, come detto sopra, per la costruzione di “Su Nuraxi”.

La Sezione Archeologica di “Casa Zapata”, oltre al complesso nuragico, ospita una prestigiosa collezione di reperti rinvenuti nell’area archeologica “Su Nuraxi” a seguito agli scavi condotti da prof. Giovanni Lilliu nel corso degli anni Cinquanta. Si tratta di prodotti della cultura materiale e manufatti ceramici che costituiscono importanti indicatori cronologici. La Sezione Storico-Archivistica è stata allestita all’interno di uno degli stabili costituenti la pertinenza agricola. Al suo interno si possono ammirare alcuni fra i più importanti documenti appartenenti all’archivio della famiglia Zapata e alla comunità di Barumini. Nelle teche, infatti, sono gelosamente custoditi i preziosi documenti in originale, recentemente acquistati dall’Amministrazione Comunale di Barumini, mentre nei pannelli sono ritratti alcuni fra i più importanti documenti facenti parte della collezione privata del dott. Andrea Lorenzo Ingarao Zapata di Las Plassas, pronipote della Baronessa Donna Concetta Ingarao Zapata. Si tratta di una collezione di oltre 10.000 documenti, tra i più importanti archivi storici privati sardi, che l’attuale proprietario ha gentilmente messo a disposizione del grande pubblico in formato digitale.
La Sezione Etnografica, allestita sempre all’interno degli stabili adibiti a pertinenza agricola, è costituita da una piccola sala che conserva alcuni tra gli oggetti più comuni del secolo scorso appartenuti agli abitanti di Barumini e dei paesi limitrofi. Alla sala è annesso il “Museo Regionale delle Launeddas”, piccolo spazio dedicato all’antichissimo strumento musicale sardo, allestito grazie al contributo del maestro Luigi Lai.

Durante la mia visita a Barumini ho avuto modo di recarmi anche presso il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”, un luogo che si propone di promuovere la conoscenza e la divulgazione dell’archeologia, della storia, del paesaggio naturale, delle tante, preziose risorse della Marmilla, e dei segni straordinari che vi ha lasciato l’uomo nel corso dei secoli. Un luogo con una missione così importante non poteva che essere dedicato a Giovanni Lilliu, che tanto ha fatto per la crescita e lo sviluppo di questa terra dominata e cullata da dolci e fertili colline.

Il Centro, dotato di una sala convegni attrezzata per 300 posti e di un’ampia corte per l’organizzazione di eventi all’aperto, ospita le seguenti mostre permanenti:

1) Mostra fotografica degli scavi a “Su Nuraxi”, dedicata agli autori della scoperta, con i 12 pannelli sui quali sono stampate le fotografie più belle scattate dallo stesso prof. Lilliu durante gli scavi da lui condotti negli anni Quaranta e Cinquanta;

2) Mostra fotografica di “Su Nuraxi”, costituita da 12 gigantografie dell’area archeologica, una bellissima personale del fotografo Gianni Alvito, specialista in riprese aeree;

3) Riproduzione ideale (realizzata in scala 1:10 dall’artista Francesco Argiolu) di “Su Nuraxi”, così come doveva apparire nel XIV sec a.C., quando venne edificato il bastione quadrilobato;

4) Una mostra fotografica dedicata alla vita pubblica e privata di Giovanni Lilliu, arricchita da una video-intervista al Professore, che racconta con entusiasmo al suo nipotino la storia della scoperta di “Su Nuraxi”;
5) “Artigianarte”, mostra-mercato dell’artigianato artistico della Sardegna, realizzata con la partecipazione di orefici, ceramisti, sarti, coltellinai, lavoratori di legno, pellame, ferro e sughero, con annesso il “Laboratorio di Ceramica Artistica”.

I miei più sinceri ringraziamenti alle guide turistiche Lorena Medda, Maria Coni ed Assunta Sanna della Fondazione Barumini Sistema Cultura, che con entusiasmo, competenza e professionalità mi hanno guidato in un meraviglioso ed emozionante viaggio nel tempo alla scoperta dell’importante patrimonio culturale di Barumini. Il vostro lavoro è prezioso! I miei più sinceri ringraziamenti alla gentilissima Antonella Sanna, operatrice turistica della Fondazione Barumini Sistema Cultura, che in maniera impeccabile e con grande professionalità ha organizzato la mia visita all’Area Archeologica “Su Nuraxi”, al Polo Museale “Casa Zapata” e al Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”. Invito i lettori a visitare Barumini e a lasciarsi permeare dall’eterna, straordinaria bellezza delle sue preziose testimonianze storiche, simbolo e vanto del passato glorioso di questo angolo di Sardegna. A tal proposito ricordo che è possibile visitare il Patrimonio Culturale di Barumini e usufruire dei tanti servizi offerti dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura tutti i giorni dell’anno. Per maggiori informazioni, rimando i lettori al sito della Fondazione: www.fondazionebarumini.it/it

http://www.ftnews.it/

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

3 commenti

  1. Mi auguro con tutto il cuore che, non appena le condizioni lo consentiranno, sempre più persone torneranno a visitare Barumini; a loro auguro di lasciarsi permeare dall’eterna, magica bellezza delle sue preziose testimonianze storiche, simbolo e vanto del passato glorioso di questo angolo di Sardegna.
    La Fondazione Barumini Sistema Cultura offre tanti servizi che consentono al visitatore di intraprendere un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta del Patrimonio Culturale di Barumini, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
    Io ho avuto il piacere di essere accompagnata da ottime guide, tutte persone competenti ed entusiaste che fanno tanto per la tutela e la valorizzazione di questo questo prezioso Patrimonio.
    Invito tutti coloro che volessero avere maggiori informazioni a visitare il sito della Fondazione Barumini: http://www.fondazionebarumini.it/it

  2. Giovanni Deias

    Sito archeologico bellissimo che viene valorizzato da un gruppo di guide che illustrano con competenza e passione le meraviglie di questo magico posto. Bellissimo articolo, grazie Francesca Bianchi

Rispondi a Roberta Porceddu Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *