RICORDO DI MARIO MELIS PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA DAL 1984 AL 1989 NELLE PAROLE DELLA FIGLIA LAURA

Mario Melis con la moglie

di LUCIA BECCHERE

Mario Melis era nato a Tortolì nel 1921 si era laureato a Cagliari in giurisprudenza. Nel 1959 è stato consigliere regionale, riconfermato nell’VIII e IX legislatura. Presidente della commissione industria nel ’70, assessore regionale degli Enti Locali, Personali e Affari Generali nel 1973 e della Difesa dell’Ambiente dal 1980 al 1982. Presidente della Regione Sardegna dall’1984 al 1989. Nel ’76 senatore, nel ’79 consigliere nel consiglio regionale. Nel 1980 assessore all’Ambiente. Deputato nel 1983, europarlamentare dal 1989 al 1994. Nel settembre 2020 Il Consorzio Universitario di Nuoro gli intitola la Biblioteca. Muore a Nuoro nel 2003 a 82 anni.

Così la figlia Laura ricorda Mario Melis: «A lui, così come a mia madre, devo la coerenza, la concretezza e l’integrità con cui mi trovo ad operare nel lavoro e nella vita di tutti i giorni, ma anche la curiosità che mi porto dentro.  È sempre stato un punto di riferimento nella mia vita e oggi più che mai, di lui mi manca il confronto».

Laura, a che età suo padre ha iniziato a fare politica?  «Dopo la caduta del fascismo aveva militato nel PSd’AZ e nel 1944 appena ventitreenne aveva preso parte alla riformazione del partito. Eletto consigliere comunale ad Oliena nel 1951, sindaco nel ’56, riconfermato dal ’60 al ’64, ricoprirà la carica di primo cittadino per altri 4 anni con varie interruzioni».

Com’era in casa?  «Una presenza forte di cui si avvertiva tutta l’autorevolezza. In seguito ebbi la consapevolezza che lui ascoltasse molto più di quanto io non lo percepissi».

Come viveva il suo ruolo politico? «Non amava l’ostentazione del potere. Ai figli ha sempre insegnato il rispetto per il ruolo, nessuna piaggeria verso l’autorità ma un atteggiamento paritario».

Che rapporto aveva con i cittadini? E con Oliena? «Era schietto senza giri di parola. Ma se c’era la possibilità di prendere in considerazione il problema lo affrontava. Aveva 9 anni quando la famiglia si era trasferita a Nuoro. D’estate, fin da bambino si recava a Oliena con la famiglia, in seguito ha sempre avuto costanti rapporti umani e politici».

Quali interventi durante la sua amministrazione? «Quando era stato eletto sindaco la situazione economica era grave e quindi i suoi impegni erano totalizzanti. Molti i suoi interventi: dalla bonifica della valle di Lanaitho alla strada per Maccione e la costruzione della colonia per bambini. La valorizzazione del Gologone è stata una sua idea per avere incoraggiato Peppeddu Palimodde ad avviare la prima locanda. La nuova scuola media e la strada di circonvallazione da lui realizzata nella zona di Falaenodi aveva reso edificabili i terreni circostanti».

Di che cosa andava orgoglioso? «Di aver avviato negli anni 80 il Porto Canale di Cagliari e nel 1990 il CRS4, Centro di Ricerca, sviluppo e studi superiori».

Qualche rammarico? «La mancata realizzazione del progetto di zona franca».

Pesava la sua assenza in famiglia? «A volte poteva essere salutare se si era accumulata molta tensione (sorride Laura). Comunque non poteva fare a meno di rientrare in famiglia per allentare le tensioni e riposare».

A casa parlava di politica? «La politica faceva parte della nostra famiglia. In questo modo noi ci siamo formati anche all’idea che fosse un servizio al cittadino e alla comunità».

Un difetto e un pregio. «Era impulsivo. Tuttavia aveva la consapevolezza di esserlo. Un pregio: la curiosità e la capacità di comunicare».

Una curiosità? «Faceva la pasta in casa, ed era buona. Ravioli, malloreddos, pappardelle e tagliatelle in tutte le varianti. Si era perfino munito di impastatrice e di sfogliatrice. A mia madre il compito di metterla in pentola. Credo sia stata una forma di meditazione, un modo per scaricare la tensione».

Mario Melis con Papa Giovanni Paolo II

Aveva più amici o più nemici? «Non saprei. Sicuramente aveva molti amici, avrà avuto anche nemici perché le cose le diceva in faccia e a quel punto i nemici se li faceva».

Cedeva ai sentimenti? «Amava intrattenersi con tutti e alla sofferenza delle persone partecipava anche con scritti».

Come ricorda i suoi ultimi momenti? «È venuto a mancare nel 2003, due anni dopo aver festeggiato 50 anni di matrimonio. Durante la sua breve malattia ha avuto la consapevolezza che gli restasse poco tempo e sentendo l’attenzione della famiglia che si era stretta attorno a lui, disse “Noi siamo una sola cosa”».

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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3 commenti

  1. grande uomo e la moglie una vera signora, quando ho fatto un lavoro nella casa di san teodoro ha voluto che a pranzo mangiavamo con loro

  2. Gabriella Pilleri

    Quando si è ha avuto il privilegio di conoscerlo .. beh tutto il resto non serve .. un uomo .. un Signore della politica che coniugava la sua passione con l’alta professionalità .. e nessuno potrà mai eguagliarlo .. si tratta di capire che l’onestà intellettuale .. la schiettezza non appartengono agli uomini comuni .. e non ho conosciuto un politico di così tanta dignità .. GRANDE GRANDISSIMO.. irripetibile .. grazie
    Gabriella Pilleri

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