COVID 19, LA RICERCA PER UNA CURA BASATA SUGLI ORMONI FEMMINILI: UNO STUDIO A CHICAGO CON LA PARTECIPAZIONE DELLO SCIENZIATO ORISTANESE GRAZIANO PINNA

Graziano Pinna in laboratorio al Medical Center della University of Illinois

Gli ormoni femminili possono esercitare un importante ruolo nella cura contro il Covid, soprattutto nella fase iniziale della malattia. Lo rivela uno studio curato dal professor Graziano Pinna, oristanese, ricercatore impegnato da diversi anni a Chicago nella prestigiosa University of Illinois, e pubblicato sulla rivista Trends in Endocrinology and Metabolism (Cell Press) (DOI: 10.1016/j.tem.2020.11.004).

La sua ipotesi è alla base di una sperimentazione clinica della terapia ormonale sostitutiva, già in corso con promettenti risultati allo Stony Brook University Hospital di New York su pazienti donne dai 55 anni in su e uomini dai 18 anni, affetti dal Covid. Un altro studio condotto al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles studia l’efficacia del progesterone somministrato a uomini dai 18 anni in su e affetti da Covid.

Spiega il professor Graziano Pinna: “Gli steroidi riproduttivi femminili, gli estrogeni e il progesterone e il suo metabolita fisiologicamente attivo, l’allopregnanolone, svolgono funzioni antinfiammatorie, rimodellano la competenza delle cellule immunitarie, stimolano la produzione di anticorpi, promuovono la riparazione delle cellule epiteliali respiratorie e inibiscono il recettore ACE2, la porta di accesso utilizzata dal nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) per infettare l’organismo”. Da qui la conclusione che questi ormoni possano proteggere dal Covid-19.

Pinna si è interessato al ruolo degli steroidi riproduttivi nella patologia Covid-19 sin dallo scorso marzo, quando i primi casi clinici avevano mostrato che diverse donne in gravidanza, positive al coronavirus ma asintomatiche, manifestavano immediatamente dopo il parto sintomi intensificati o abbastanza gravi da richiedere anche la terapia intensiva.

Da qui l’intuizione: “Gli ormoni che aiutano a sostenere la gravidanza, come il progesterone, arrivano a valori 100 volte più alti nel terzo trimestre di gravidanza e calano rapidamente in coincidenza del parto”, spiega il professor Pinna. “L’evoluzione della malattia è coincisa con il rapido calo di estradiolo, progesterone e allopregnanolone. Ormoni che hanno importanti funzioni antinfiammatorie e sono coinvolti nel ripristino del sistema immunitario. Una correlazione davvero sorprendente, che suggerisce come il rapido calo dei valori di questi ormoni sia alla base dello sviluppo dei sintomi anche gravi del Covid fra le donne che avevano partorito”.

Lo studio del professor Graziano Pinna affronta anche il ruolo degli ormoni riproduttivi nella produzione di anticorpi, nella riparazione delle cellule polmonari dopo l’infezione da virus e nella “tempesta di citochine”, una risposta immunitaria esagerata in cui il corpo inizia ad attaccare le proprie cellule e tessuti piuttosto che semplicemente combattere il virus. “Progesterone e allopregnanolone possono infatti bloccare l’eccessiva reazione del sistema infiammatorio, reprimendolo ed evitando la sovraespressione delle citochine proinfiammatorie. Il progesterone promuove la rigenerazione delle cellule epiteliali respiratorie dopo il danno creato dal virus nei polmoni, evitando lo sviluppo di infezioni secondarie dovute ai batteri che costituiscono la maggior causa di morte dell’influenza”.

“L’estrogeno stimola la produzione di anticorpi e inibisce il recettore ACE2, la porta di accesso utilizzata dal nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) per infettare l’organismo”, conferma Pinna. Gli ormoni riproduttivi possono garantire la protezione dagli effetti del Covid attraverso la somministrazione di combinazioni orali di contraccettivi ormonali o il trattamento con terapia ormonale sostitutiva contro l’ipoestrogenismo, utilizzato nelle donne in postmenopausa.

Importante nelle terapie, secondo il professor Graziano Pinna , anche il ruolo dell’alimentazione, e in particolare  quello delle diete arricchite con fitoestrogeni, gli “estrogeni” di origine vegetale presenti in alimenti come soia, lenticchie, avena:  “I fitoestrogeni hanno la capacità di legarsi direttamente ai recettori degli estrogeni umani o possono essere convertiti in estradiolo dal microbioma, il genoma collettivo dei microbi (composto da batteri, batteriofagi, funghi, protozoi e virus) che vivono nell’intestino”.

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Un commento

  1. La mia speranza e’ che questa strategia terapeutica possa aiutare le neo mamme dopo il parto e gli anziani e possa insegnare una via su come proteggerci meglio nel futuro contro le infezioni da virus influenzali.

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