DALIA KADDARI, CAMPIONESSA ITALIANA DEI 200 METRI. PADRE MAROCCHINO, MADRE SARDA: E’ IL NUOVO TALENTO DELL’ATLETICA LEGGERA

ph: Dalia Kaddari

Ha il nome di un fiore bellissimo e un cognome marocchino. Con lei i superlativi si possono sprecare perché è bellissima, velocissima ma ha pure rari talenti e la costanza per metterli a frutto. Dalia Kaddari è campionessa italiana nella corsa dei 200 metri ed è un vero orgoglio per la Sardegna. La sprinter isolana delle Fiamme Oro (il gruppo sportivo della Polizia di Stato), ancora juniores, ha conquistato la prima maglia tricolore con un 23.30 (-0.1) che consolida la sua seconda posizione nella lista italiana di sempre nella categoria, battendo le più esperte Irene Siragusa (Esercito, 23.39) e Gloria Hooper (Carabinieri, 23.57)

Nata a Cagliari il 23 marzo 2001, la giovane si è fatta notare dentro e fuori dalla pista: è stata anche Miss Quartu (cittadina del Cagliaritano dove risiede) dopo aver provato quasi per scherzo il concorso nel 2016. Il papà Hassan è di origine marocchina ma da una trentina d’anni vive nell’Isola tanto che ora lo chiamano Sandro; la mamma invece è sarda. Dalia ha praticato sport fin dalla più tenera età e non ha iniziato con la corsa: il suo primo amore fu il basket, poi i suoi istruttori capirono il talento per l’atletica.

È stata seconda sugli 80 agli Studenteschi del 2015. Al debutto tra le allieve, nel 2017, tolse il primato italiano under 18 a Vincenza Calì: 23.68 alla rassegna nazionale di Rieti. Nel 2018 la conferma del tricolore, il quarto posto nella finale europea under 18 di Gyor dopo aver fatto segnare il crono più veloce delle semifinali (23.52 ventoso) e l’impresa alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires, medaglia d’argento con 23.45 per riprendersi la migliore prestazione italiana allieve (superando il 23.62 ottenuto in maggio da Chiara Gherardi) e diventare la seconda under 20 azzurra di sempre.

Come si legge su Fidal.it, la quartese aveva chiuso un fantastico 2019 culminato con le imprese ai campionati europei di categoria U20 in Svezia e con la medaglia d’argento sui 200 metri agli assoluti di Bressanone (risultato che aveva portato alla sua prima convocazione in nazionale assoluta ai Campionati Europei a Squadre di Bydgoszcz in Polonia). Il 2020 era iniziato con le prove indoor dove aveva vinto a suon di record italiano di 23”85 il titolo tricolore juniores e aveva realizzato sui 60 metri il nuovo personale di 7”40 (terza prestazione italiana U20 di sempre a soli 5 centesimi dal record italiano di Vincenza Calì).

Poi è arriva la pandemia e il lockdown: “Questa è un’annata strana – ha confessato la velocista a Fidal.it – perché veniamo da un periodo di chiusura e abbiamo ripreso ad allenarci con serenità solo da un paio di mesi”. E invece i risultati ci sono stati proprio agli assoluti di Padova, “tra l’altro la città della mia nuova società”, dove Dalia puntava a far bene soprattutto sui 200.

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