TRENT’ANNI SU UN’ISOLA DESERTA: MAURO MORANDI, IL “CUSTODE” DELL’ISOLA DI BUDELLI NELL’ARCIPELAGO DE LA MADDALENA

Mauro Morandi a Budelli nelle foto di Michele Ardu

Via entro il 2020 gli abusi edilizi sull’isola di Budelli. E per l’80enne Mauro Morandi, da oltre trent’anni custode solitario di quel fazzoletto di terra in mezzo al mare, dovrà finire anche l’esilio volontario, perché l’anziano viene considerato un inquilino senza titolo per abitare a Budelli. Ci arrivò per conto della vecchia proprietà. Ma l’isoletta è poi diventata proprietà dello Stato.

Il doppio obiettivo lo vuole centrare Il Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, su cui Budelli ricade e che adesso sta accelerando per avviare e chiudere entro l’anno la riqualificazione. La volontà politica del Parco, sebbene sia impossibile indicare una data, è chiarissima: gli interventi di recupero, a cominciare dalla struttura dove abita il custode considerata abusivo, sono inseriti tra le priorità di amministratori e management. È storia nota il fatto che quella che viene indicata come “la casa di Morandi” abbia subito nel corso dei decenni modifiche e trasformazioni che, secondo il Parco, almeno in parte sono state realizzate senza alcun permesso. Per questo motivo saranno abbattute. E all’80enne sarà fatto divieto di tornarci a vivere in seguito.

L’addio sembra quasi una certezza. “Sapevo che prima o poi questo triste giorno sarebbe arrivato, è giusto. Già nel 2017 ci era mancato poco. È giusto anche che sistemino le cose che non vanno, che tolgano i tetti di amianto che sono pericolosi. Ma sono qui da 31 anni e questa è casa mia, anche se capisco che molti non siano d’accordo. Se non accettassero la mia proposta, me ne andrò. Non so dove, ma me ne andrò”.

Recuperare tutta l’area che affaccia sulla Spiaggia Rosa costerà al Parco della Maddalena 60mila euro. L’idea è quella di realizzare un osservatorio ambientale. Giusto così, ma perché non lasciare Mauro Morandi dove sta? Se lo chiedono in tanti: tutti quelli che stanno dimostrando d’avere un po’ di sano buonsenso.

Mauro Morandi, pensionato, era insegnante di educazione fisica fino al 1980, aveva deciso di mollare tutto per seguire la sua indole vagabonda. Ispirandosi al navigatore e scrittore francese Bernard Moitessier, il Robinson Crusoe di Budelli ha cominciato il suo viaggio per mare sognando la Polinesia, un sogno che lo ha portato a scoprire l’Arcipelago della Maddalena. L’ex prof di ginnastica ha descritto questa esperienza nel libro ‘La poltrona di ginepro’, pubblicato da Rizzoli, passeggia spesso lungo le coste rocciose dell’isola di Budelli e guarda il mare in lontananza, sopraffatto dalle forze invisibili che piegano e stravolgono le correnti. “Pensiamo di essere giganti e di poter dominare il pianeta, ma non siamo che moscerini”, dice Morandi. 

Nel 1989, mentre navigava nelle acque tra Sardegna e Corsica, il catamarano di Morandi è stato afferrato da queste stesse forze inesorabili, con il motore in avaria e l’ancora alla deriva, e trasportato fino alla costa dell’isola di Budelli. Quando ha scoperto che il guardiano dell’isola sarebbe andato in pensione due giorni dopo, Morandi – già da tempo disamorato dalla società – ha venduto il catamarano e ha preso il suo posto. 

Il Parco nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena comprende sette isole e Budelli è considerata la più bella, grazie alla sua Spiaggia Rosa. La sabbia rosata deve il suo colore atipico ai minuscoli frammenti di coralli e conchiglie, ridotti lentamente in polvere dal continuo infrangersi delle onde. 

All’inizio degli anni ’90 Spiaggia Rosa è stata dichiarata luogo “di elevato valore naturale” dal governo italiano e la spiaggia è stata chiusa per tutelarne il fragile ecosistema. I visitatori sono ammessi solo in alcune aree e l’isola, che un tempo vedeva migliaia di turisti al giorno, oggi ospita in pianta stabile un unico essere umano.

Nel 2016, dopo una battaglia legale durata tre anni tra un imprenditore neozelandese e il governo italiano per la proprietà del terreno, un tribunale ha stabilito che Budelli appartiene al parco nazionale. Nello stesso anno, il parco ha messo in discussione il diritto di Morandi di vivere sull’isola – e il pubblico non ha tardato a farsi sentire. Una petizione per protestare contro il suo sfratto ha raccolto oltre 18.000 firme e costretto i politici locali a rimandare l’espulsione da Budelli a un futuro indefinito. 

“Speravo di morire quii”, dice Morandi. “Essere cremato e che le mie ceneri vengano disperse nel vento.”

Morandi crede che tutta la vita trovi in qualche modo la strada per riunirsi con la Terra, che facciamo tutti parte di una stessa energia. Gli stoici, nell’antica Grecia, la chiamavano sympatheia: la sensazione che l’universo sia un organismo vivente, indivisibile e unificato, costantemente in movimento.

È questo, l’idea di una connessione tra ogni cosa, a spingere Morandi a rimanere sull’isola senza compenso. Ogni giorno raccoglie la plastica che finisce sulla spiaggia, trasportata dalle correnti, e che si impiglia nella flora e nella fauna dell’isola. Nonostante la sua avversione per le persone, Morandi protegge la costa di Budelli con convinzione e durante l’estate parla dell’ecosistema – e di come tutelarlo – ai visitatori. “Non sono un botanico o un biologo. Conosco i nomi delle piante e degli animali, ma il mio lavoro è del tutto diverso. Sapersi occupare di una pianta è un compito tecnico, io provo a far capire alle persone perché la pianta deve sopravvivere.”

Morandi pensa che insegnare alle persone a vedere la bellezza abbia più possibilità di salvare il pianeta rispetto al fornire loro i dettagli scientifici. “Vorrei che le persone capissero che non dobbiamo provare a vederla, la bellezza, ma sentirla, a occhi chiusi.”

Gli inverni a Budelli sono particolarmente belli. Morandi vive per periodi anche prolungati – fino a 20 giorni – senza alcun contatto umano. Trova conforto nella calma introspezione che queste pause gli regalano e spesso siede sulla spiaggia, con il silenzio interrotto solo dal delicato suono del vento e dall’infrangersi delle onde. “È un po’ come se fossi in prigione, qui. Ma è una prigione che ho scelto io.”

Morandi passa il tempo in modo creativo. Scolpisce tronchi di ginepro, trovando volti nascosti nelle loro forme nodose. Legge tantissimo e riflette sulla saggezza dei filosofi greci e dei grandi scrittori. Fa anche molte foto dell’isola, sorprendendosi di quanto possa essere sempre diversa di ora in ora, stagione dopo stagione.

Non è una situazione inusuale per chi trascorre molto tempo da solo. Gli scienziati sostengono da tempo che la solitudine favorisce la creatività, come mostrano i lasciti di artisti, poeti e filosofi di ogni epoca, che hanno prodotto le loro opere migliori quand’erano lontani dalla società. 

I benefici della solitudine potrebbero però non essere universali. “La solitudine può essere stressante per chi fa parte di società tecnologicamente molto avanzate, abituato all’idea che bisogna evitare di rimanere da soli”, spiega Pete Suedfeld nel suo libro Loneliness: A Sourcebook of Current Theory, Research and Therapy. Tuttavia, esistono ancora culture per le quali la solitudine è una tradizione fondamentale. Il monachesimo Buddhista, ad esempio, promuove la devozione spirituale e l’impegno intellettuale scoraggiando invece la ricerca dei piaceri del corpo.

Complice la rapida globalizzazione, la nostra capacità di sperimentare la vera solitudine è forse ormai cosa del passato. In risposta allo sviluppo costante della regione, una compagnia ha portato il Wi-Fi su Budelli, connettendo Morandi e il suo frammento di paradiso al resto del mondo attraverso i social media. Cedere a questo tipo di comunicazione è il suo compromesso per raggiungere un obiettivo più ampio: facilitare una connessione tra le persone e la natura, mostrando loro la sua bellezza. Un legame che Morandi spera motiverà le persone a prendersi cura di un pianeta in declino.

L’amore è una conseguenza assoluta della bellezza e viceversa”, conclude Morandi. “Quando ami una persona davvero, la vedi bella. Ma non perché lo è fisicamente… empatizzi con quella persona, diventi parte di lui o di lei che diventa a sua volta parte di te. È la stessa cosa con la natura.”

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5 commenti

  1. COMPLIMENTI SIGNOR MORANDI PER AVERCI DATO PER TRENTANNI LA NOSTRA IMMAGINE NELL’UNIVERSO.
    TI ABBRACCIO FORTE DA GREENWICH UN SARDO CHE TI RISPETTA PER IL TUO AMORE VERSO GLI ALTRI PER L’ISOLA DI BUDELLI DOVE TU VIVI DA TRENTANNI SONO COMMOSSO NON MI RESTA CHE ABBRACCIARTI FORTE DA EMIGRATO SARDO

  2. Ti ringraziò anchio di aver difeso l’isola nelle isole.con la tua grande solidarietà. Speriamo che ci sia una grande attenzione delle istituzioni e del POPOLO SARDO

  3. Massimiliano , da maddalenina , non sono d’accordo. Sei un bravissimo giornalista , ho sempre apprezzato i tuoi articoli ma questa volta ti sei lasciato incantare da uno pseudo Robinson:Il vero Robinson non preparava cenette ad amici e ricchi turisti .Informati bene sulla vera storia del signor Mauro : non è il custode dell’isola,dei soldi ricevuti dalla Regione Sardegna e dai turisti che lui fa sbarcare sulla spiaggia rosa , nonostante il divieto del parco e altre cose. Chiedi al Presidente del Parco e avrai tanti dettagli. Durante i 30 anni da custode, mi spiega il signor Morandi , come mai i turisti hanno continuato a portar via buste di sabbia , nonostante la sua presenza , a tal punto che il parco , per tutelare la spiaggia l’ha chiusa ai maddalenini e ai poveri turisti che non posso pagare l’extra?

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