UN MUSEO A CIELO APERTO: IL GIARDINO DI PINUCCIO SCIOLA A SAN SPERATE, DOVE LE PIETRE SUONANO

di ANNA MARIA TURRA

Imponenti graniti sono protagonisti de Il Giardino Sonoro, un museo all’aperto dell’artista Pinuccio Sciola: uno spazio senza tempo in cui tutti i sensi sono coinvolti, amplificati e sedotti da centinaia di monoliti le cui forme mutano al cambiare della luce. Le chiamano pietre sonore e riverberano di una notorietà che scavalca i confini dell’Isola. Un’alchimia dislocata a San Sperate, pochi chilometri da Cagliari, diventa il luogo dove assaporare l’arte, uno spazio culturale in cui, con rispetto e creatività, si può partecipare e provare l’emozione di ascoltare la memoria litica dell’elemento primo e scoprire il suono ancestrale rimasto rinchiuso all’interno della materia per millenni.

I visitatori, che arrivano da ogni parte del mondo, saranno accompagnati in un percorso a cielo aperto alla scoperta dei suoni diversi che riproducono materiali e lavorazioni differenti.

Pinuccio Scilla ha saputo trasformare i limiti e l’ostilità della propria terra in una risorsa senza precedenti. Il suo percorso artistico nasce con la vincita di una borsa di studio nel 1959 che gli permetterà di frequentare il liceo Artistico di Cagliari, l’Istituto d’Arte di Firenze, quindi l’Accademia Internazionale di Salisburgo. La chiave di volta artistica è rappresentata dal 1996, quando la sua ricerca approda ad uno scenario nuovo ed inaspettato attraverso lo svelare al mondo la magia del suono della pietra. Nascono così le pietre sonore, opere capaci di vibrare e di emettere suoni, comunicando allo spettatore il potere della natura e la forza della terra. Pinuccio Sciola a 74 anni, celebre in tutto il mondo per la sua attività artistica e in particolare scultorea, da tempo soffriva di gravi problemi di salute, nel 2016 si spegne lasciando ai posteri questo imperativo:

«Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate perché mettessero radici e tornassero a vivere. Un giorno che non conosco, spero tornino all’Universo che le ha generate.»

Poco più che trentenne inizia a esporre le sue opere in giro per il mondo. Visionario e antesignano di una modalità glocal ha dato vita alla straordinaria esperienza del ‘paese-museo’ a San Sperate che da Cagliari diventerà fulcro di un movimento artistico e culturale ancora attivo; le mura del paese si arricchiscono di murales realizzati da artisti isolani e artisti che arrivano da tutto il mondo.

Nel 1976 è presente alla Biennale di Venezia e nel 1984 espone alla Rotonda della Besana e in Piazza degli Affari a Milano. Nel 1985 le sue opere sono alla Quadriennale di Roma e fra l’86 e l’87 una grande mostra itinerante tocca le più importanti città della Germania.

Pinuccio Sciola con il suo Giardino Sonoro presenta, custodite e immerse tra aranci e piante aromatiche mediterranee, più di 700 opere scultoree, di cui alcune monumentali.

E’ un angolo senza tempo e carico di energie; un spazio che può essere attraversato senza dover seguire un percorso obbligato, vagando liberamente tra i megaliti capaci di amplificare magicamente il senso di smarrimento.

Un luogo dove basalto e calcare producono suggestivi suoni arcaici, ancestrali e mistici; dove i “semi” di pietra sono seminati affinché la cultura fecondi la natura; dove i graniti, nel buio della notte, svelano attraverso la luce radente nuove superfici tridimensionali. E’ un posto magico e per certi versi sorprendente. Un’esperienza multisensoriale dai contorni inafferrabili dove insospettabilmente si viene catturati: un inaspettato sequestro dal mondo, in una dimensione insolita dove la collisione tra arte e natura appare un nuovo punto di osservazione del reale, la vita si fa altera o forse solo più solenne, fino al suo più immobile e silenzioso elemento: la pietra.

https://www.costasmeralda.it/

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Un commento

  1. SCHMITT Claude

    Quando incontro Pinuccio per la prima volta nel lontano 1975 non aveva la fama di oggi pero il suo giardino era gia aperto ai visitatori e le pietre se non si potevano ascoltare si potevano almeno accarezzare…
    Claude SCHMITT

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