LA SARDEGNA CHE TRAMANDA GLI ANTICHI SAPERI: GIUGNO (LAMPADAS)

di ANNALISA ATZENI

Sono nata a Sisini,  un piccolissimo borgo della Trexenta, anticamente comune, oggi frazione di Senorbì, dopo la peste del 600, il paese non riuscì a ripopolarsi. Nel 1867 Francesco Aresu , si  trasferì a Sisini avendo preso in moglie Cristina Frau, una ricca possidente, la sua casa era nota come “ Sa domu e su Dottori”.

La presenza della famiglia Aresu (condizionò la vita degli abitanti di Sisini), grandi proprietari terrieri, garantivano il lavoro per tutti, sostenevano la piccola chiesa, e con l’elemosina davano  il cibo ad anziani e malati. Nel 1956 con la riforma agraria, con l’esproprio delle terre alla famiglia Aresu, a  Sisini “ un nuovo inizio”, vennero assegnati i poderi Etfas e contemporaneamente, tantissime persone andarono via…. alla ricerca di un lavoro. “Sa bidda perdosa” Il paese di pietre, con i pochi abitanti e con una grandissima casa padronale, fa nascere in me la curiosità e la voglia di  conoscere la storia dei nostri   “Avi”,  la ricerca sugli antichi mestieri  e le tradizioni popolari.”  Ho avuto la fortuna di vivere” tre bisnonni e due nonni ! I miei genitori, erano custodi di antichi saperi. A otto anni intervisto il primo anziano……ancora oggi continuo, è la mia passione.

Mia nonna e mia mamma mi hanno sempre raccontato di cibo, di lavoro, di ricamo, di guerra, di malattie, di brebus e di contusu, di  erbe e di fiori con significati e poteri….le stagioni e i giorni con tutti i perché…….

La Sardegna da raccontare per non dimenticare, l’ estate e il solstizio, la grande luce di un mese atteso……

Giugno è il nono mese del vecchio calendario agricolo Sardo, tempo di raccolto, cereali, legumi e frutta diventano  nutrimento,  ringraziare Dio per i frutti ricevuti dalla terra è un’ usanza ben nota in tutta l’isola, feste Cristiane e feste  rurali, fanno da cornice, creando un’ atmosfera suggestiva legata  ad antichi riti.

Il solstizio si avvicina, nel mese più luminoso (del cielo, della luna , delle stelle, dei fuochi e delle lucerne),è tempo di grandi pulizie e di grandi feste, Corpus Domini, Sant’ Antonio, San Giovanni Battista e Santi Pietro e Paolo, il 21Giugno  arriva con tutte le benedizioni! La luce è vita!

Un mese da raccontare, per non dimenticare le tradizioni e le grandi fatiche de nostri nonni, l’estate, tra magia e realtà, messaiusu  e spigadrixisi (antichi mestieri) affrontavano  la mietitura  intonando canzoni per alleggerire le giornate, con  l’ acqua e  ” su mruzzu” (la colazione di mezza mattina, per chi lavorava nei campi, formaggio fresco, uova sode e patate lesse e del buon pane) consumato all’ombra di un grande albero. Lunghe notti a sorvegliare  il campo di grano e  l’aia, cioè “custodire il raccolto”  era il pane sicuro, la vita per tutta la famiglia, e portarlo nel granaio…..  doveroso!!!solo così i sacrifici venivano ripagati.

Con l’arrivo dell’estate mia nonna Matilde, ogni sera pescava dal pozzo dell’acqua che lasciava, sotto le stelle, e l’indomani si lavava il viso,  questo  era il suo segreto per avere una pelle rosea, con la sua passione per i fiori, ci ha tramandato l’ antico rito dell’acqua di san Giovanni.

L’acqua e i falò di San Giovanni, fuochi e fiori per purificarsi e benedire amici e parenti, una notte di magia, con la rugiada dai mille poteri  e ancora rinnovati la notte del 23 Giugno, in molti paesi si accendono i piccoli falò, dove i bambini e i giovani “saltano il fuoco” pronunciando antiche filastrocche( diventando compari di San Giovanni)…..mia mamma raccontava delle sue “comari di fiori”, con un  mazzolino di fiori un foglietto con il proprio nome ben legato, con un nastrino, veniva nascosto in una fessura di un  muro di pietra, chi lo trovava diventava comare a vita. Il 23 si va in campagna a prendere le “erbe e i  fiori di campo” un mazzolino davvero speciale: l’ iperico (erba di San Giovanni), l’elicriso, la verbena, la lavanda, il finocchio selvatico, l’assenzio, l’ avena ,la  menta, la rosa canina, la ginestra, il timo, il rosmarino e la  salvia…..tutte con un significato, e si immergono in abbondante acqua, possibilmente in un vecchio catino (in ferro smalto), tutta la notte a prendere le mille gocce, miracolose di rugiada, la mattina del 24, lavare le mani e il viso, regalare ad amici e parenti,  condividendo  il bene…….continuo allegramente la tradizione….mi piace sentire il profumo dei fiori e ammirare la campagna, ormai dorata, il nostro paesaggio estivo, giallo luminoso… che  si perde nell’ orizzonte azzurro del cielo e del mare.

Con la Sardegna da raccontare, con una tradizione che porta un auspicio di buona salute e di protezione da tutti i mali,  buona estate a tutti! Con tante cose belle da vivere…..ricordando sempre che le goccioline di rugiada sono  le lacrime degli angeli!

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12 commenti

  1. l’ho letto tutto d’un fiato…….
    avida di sapere……
    le tradizioni da raccontare e da tramandare…..
    GRANDE 👏👏👏👏👏👏👏👏❤

  2. Bellissimo racconto , mi ha fatto ricordare i racconti di mamma e cose che anche io ho vissuto ad Esterzili da piccola ❤

  3. #Sardegna da custodire gelosamente come il più prezioso dei tesori

  4. Bellissimo ❤ i racconti dei nostri nonni Grazie

  5. Continua a scrivere, non lasciare nulla indietro, io ed i miei figli ti ringraziamo…

  6. Bellissima esposizione! Lascia intravedere il potere e l’importanza del tramandare le tradizioni! Incredibile che ci siano ancora persone che pratichino riti tanto legati alla terra! Grazie per aver condiviso questo sapere!

  7. I petali che prendono la forma del cuore 🌸🌹🌼⚘🌷🌼

  8. Grande Annalisa💪🍀🍀🍀🍀💐🌈 anche mia mamma aveva tante comare di fiori 💐💐💐 È bellissimo tramandare questi saperi adesso lo farò anch’io metterò il catino con i fiori il 23

  9. Annalisa averti conosciuta è stato un dono, avere la tua amicizia un privilegio. SEi una donna speciale e la tua passione per ciò che fai e tramandi durerà nel tempo. Un grande abbraccio Iride

  10. Grazie per questo racconto di un tempo neanche tanto lontano.
    Nonostante la fatica del duro lavoro i nostri anziani sapevano riconoscere e gustare i momenti di gioia e condivisione.
    Forse dovremmo riscoprire la forza che da il vivere insieme.

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