LE TESTIMONIANZE DEGLI ANZIANI PER RACCONTARE PADRIA: TRENTA INTERVISTE IN UN DOCUMENTARIO

di TONINO OPPES

Sorgeva qui, l’antica Gurulis Vetus, d’epoca romana. Un piccolo museo archeologico racconta spicchi di quel passato lontano. Accanto c’è la chiesa gotico-aragonese di Santa Giulia, di fronte il municipio. Siamo a Padria, uno dei paesi più belli del Meilogu, in provincia di Sassari.

Un paese a rischio di sopravvivenza, secondo le stime impietose dell’Istat. Ma nessuno si arrende e dimentica le storie grandi o minime di che è cresciuto al riparo dei tre colli che hanno nomi di santi. E la storia – ce lo ricorda anche la televisione – non si scrive solamente sui libri, riempiendo di inchiostro pagine bianche. Si fa anche recuperando volti e voci dei protagonisti della comunità.

Padria, il documentario, mette insieme trenta interviste ad anziani e vecchi del paese, compreso il centenario Giommaria Delogu. Un felice incontro di immagini e voci, andato avanti per oltre un anno, grazie all’ idea di tre giovani: un imprenditore, Salvatore Mele, un ingegnere, Danilo Fois, e un giornalista, Marco Cossu, che ha curato anche la regia. Nel loro lavoro c’è quasi tutto il Novecento padriese che rivive nelle istantanee in bianco nero e soprattutto nelle testimonianze. Emergono valori forti, storie di povertà e di allegria, ricordi di guerra, la nostalgia per le cose semplici, i sapori della cucina antica, del pane fatto in casa, del brigliotto (vino mischiato con gassosa) bevuto con gli amici, i giochi di un tempo che non ci sono più, cancellati per sempre.

In tutte le interviste emerge l’orgoglio di appartenenza alla comunità che si fonde con l’amore profondo per il paese che ti fa dire “Padria è meglio di Parigi.”

Un documentario piacevole, lungo un’ora e mezza, con le testimonianze che si intrecciano alle immagini di ieri e di oggi, e una colonna sonora costruita sulle note di Gavino De Lunas, il cantante martire delle Fosse Ardeatine, cui Padria dedica un premio di poesia.

Ma c’è un altro grande merito che emerge in questo pregevolissimo lavoro di Salvatore Mele, Daniele Fois e Marco Cossu: i ricordi privati diventano memoria collettiva e, dunque, appartengono alla comunità intera che recupera parte delle sue radici. Così il documentario diventa pagina di storia che presto tutti i padriesi potranno “leggere” a casa, nel dvd che il comune metterà a disposizione della sua gente.

C’è il passato ma non mancano riflessioni sul futuro, come sembra suggerire l’immagine di copertina del filmato con il primo piano di Giovanni Poddighe, 84 anni, una vita dedicata al lavoro in campagna, una storia di sacrificio e sudore. Lo sguardo è basso, ma non è rivolto indietro, c’è ancora tanta strada da percorrere: guarda avanti, l’uomo anziano, quasi a ricordare ai giovani che non ci può essere futuro se non si recupera il passato.

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3 commenti

  1. Palmas Pietro [mi chiamano piruccio] in paese

    Complimenti l`ho guardato nel telefono e mi piace poi vedere Giovanni Poddighe non l`ho riconoscevo piu perche sono passati piu di 50 anni che eravamo ragazzi lui e piu grande di me . vedere delle persone anziane mi fa piacere non mi ricordo chi quello vicino [fufuralzu]che parla sempre lui.vole sapere se si puo` comprare il DVD mi farebbe molto piacere.un caro saluto a tutti paesani

  2. Grazie a Tonino Oppes per la bellissima segnalazione

  3. Bellissimo Articolo Tonino
    Grazie

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