L’ANNO NERO DELL’ARTIGIANATO IN SARDEGNA. NEL 2019 SONO STATE CHIUSE 2.504 ATTIVITA’: RECORD NEGATIVO A ORISTANO

Il 2019 è stato un anno nero per l’artigianato in Sardegna. In questo periodo hanno chiuso i battenti 2.504 attività a fronte soltanto di 2.076 nuove iscrizioni all’albo delle imprese artigiane: un saldo negativo di 428 imprese. Lo dicono i numeri pubblicati dalla Cna sarda (Confederazione nazionale artigianato) nell’ultimo report che analizza i dati sulla natalità e mortalità delle attività imprenditoriali nel 2019.

“La flessione regionale – è scritto in una nota – è dovuta per lo più al crollo verticale del tessuto artigiano della provincia di Oristano che negli ultimi anni oltre a combattere con gli effetti della crisi, ha dovuto affrontare il blocco ‘dell’attività dell’Albo delle imprese artigiane’, paralisi che di fatto ha inibito alle imprese locali la possibilità di iscriversi al medesimo. Blocco da imputare alla Regione Sardegna che non rende operativa la convenzione con la locale Camera di Commercio, di fatto cagionando un gravissimo danno economico agli artigiani oristanesi”.

Con il 2019 gli anni consecutivi di calo dell’artigianato in Sardegna arrivano dunque a undici. Dal 2008, l’Isola ha perso 8.588 attività artigiane (-20%): secondo la Cna si tratta di una catastrofe che non ha eguali nel panorama regionale italiano. Infatti il sistema dell’artigianato regionale era cresciuto con continuità in termini demografici fino al 2008, quando in Sardegna erano censite 43mila imprese artigiane (contro le circa 34mila di oggi), pari al 28,5 percento del totale (una quota non distante da quella delle regioni storiche dei distretti industriali, come Marche, Toscana o Emilia Romagna, dove oggi è circa il 30 percento).

“Nel 2019 il numero di imprese artigiane attive si è ridotto del -1,2 percento e, guardando al dato settoriale, sono pochi i segnali positivi – fanno sapere dall’organizzazione -: grazie alle buone performance del turismo regionale, da un triennio si è stabilizzata la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione, mentre il settore dei servizi alle imprese e gli altri servizi si mostra come l’unico col segno positivo. Dopo una fase di stabilizzazione, viceversa, torna il segno meno anche nel numero di imprese artigiane attive in ambito agroalimentare, mentre continuano a soffrire legno e carpenteria metallica, al pari del settore trasportistico. È infine ancora molto critica la situazione nell’edilizia: alla fine del 2019 le imprese artigiane di costruzioni sono 12.734, contro le 12.856 dell’anno prima e le 13.004 di fine 2017. Tutto ciò rende ancor di più inspiegabile, a distanza di oltre un anno, la ragione per la quale il ‘pacchetto di misure’ a sostegno del comparto discusso con la commissione speciale istituita dal Consiglio regionale per affrontare la crisi dell’artigianato e del commercio sia finito nel dimenticatoio e risulti ad oggi inapplicato”.

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