IL RACCONTO CON I COLORI: LE OPERE DI SERGIO CONTU E IL CORTEGGIAMENTO ALL’IMPRESSIONISMO FRANCESE

di TONINO OPPES

C’è tanto dell’impressionismo francese nelle opere di Sergio Contu, soprattutto quando dipinge la Natura e il lavoro nei campi. Allora l’artista cagliaritano sembra ispirarsi alle tele di Jean Francois Millet e a Hugues Merle, due grandi protagonisti del Museo d’Orsay di Parigi.

I buoi che trainano l’aratro mentre disegnano i solchi sulla terra scura in preparazione della semina; i contadini, piegati sotto il sole cocente, che mietono il grano, o le donne che si recano alla fonte per riempire la brocca portata spesso su un fianco o sulla testa, richiamano prepotentemente il passato vissuto nell’isola che è raccontato dall’artista con una tecnica pittorica marcatamente impressionista dell’intenso periodo francese.

Poi ci sono i cavalli. Fermi davanti alla chiesa il giorno della processione del santo patrono, o ancora di più in movimento: è qui che si esalta la forza pittorica di Sergio Contu. Osservateli bene, i cavalli. Spesso liberi e selvaggi, difficili da domare, mostrano tutta la loro forza e la loro bellezza.

Guardateli ancora quando partecipano alle spericolate ardie in onore del santo imperatore e vengono lanciati al galoppo, attorno alla chiesa, da abili cavalieri capaci di tenere, ben salde tra le mani, le briglie e le bandiere della festa. Come un fotografo attento, l’artista riesce a fissare l’attimo con pennellate sicure.

Sergio Contu, diploma al Liceo artistico, ha grande tecnica e una straordinaria capacità di raccontare ogni dettaglio alternando colori molto accesi su cui predominano il rosso e il giallo, l’ocra e il blu.

Una grande esplosione cromatica accompagna i suoi lavori che fissano, quasi sempre, la Sardegna. Come per gli artisti del primo Novecento, l’isola prevale nelle sue opere che si trasformano in appunti di vita quotidiana. Scorci di paesaggi campestri o di vita di paese si alternano alla città con i suoi palazzi e le sue marine. Ma a regalare le maggiori emozioni sono soprattutto le tele che documentano lo sperduto villaggio contadino con la sua gente intenta a lavorare oppure a concedersi un momento di riposo, in su friscu, davanti alla porta di casa. Allora il dipinto, realizzato con il pennello o con la spatola, diventa il racconto di un pezzo di vita che è storia, memoria da custodire come bene prezioso.

Sergio Contu, docente di pittura ad olio nella scuola Artemisa, che ha sedi a Cagliari e Quartu Sant’Elena, ha al suo attivo decine di mostre. La prima a Cagliari nel 1970, quando aveva appena completato gli studi ed era poco più che ragazzo. L’ultima ancora in una galleria di Cagliari, nel 2016, in mezzo esposizioni in tutta l’isola e lunghe estati di lavoro a Montecatini.

Dopo una vita interamente trascorsa a Cagliari, vive da alcuni anni a Nora, a due passi dal mare, in un angolo di paradiso che gli regala, ogni giorno, tutti i suoni e i colori di una terra piena di magia. Che diventa inesauribile fonte di ispirazione per un artista capace di esaltarsi davanti alla tela da dipingere con i colori pieni dell’armonia.

https://www.lacanas.it/

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Un artista di cui la Sardegna deve andare fiera

Rispondi a Pippo Giomi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *