IL SUPERMANAGER GIRAMONDO: ALDO URRU, UN PASSATO LAVORATIVO NELLE GRANDI SOCIETA’ SI SENTE A CASA SOLO A GAVOI

ph: Aldo Urru
di LUCA URGU

Un venerdì qualunque può riservare nel giro di poche ore due momenti completamente diversi ma perfettamente allineati alla realtà e allo stile di vita di Aldo Urru, 56 anni, gavoese doc e dal 2012 direttore generale dell’Università di Cagliari. Una delle aziende più grandi e importanti dell’Isola con i suoi 1900 dipendenti, 28 mila studenti e 200 milioni di euro di bilancio annuale. La mattina è stata segnata dai tempi di in una lunga riunione con i rappresentanti del Senato accademico a discutere dei progetti e investimenti in fieri, poi nel pomeriggio, tornato nella sua Gavoi, la tappa d’obbligo, ancora prima di disfare le valigie, è al bar “da Chiodo”. Un incontro con gli amici di sempre al tavolino del locale per un altro tipo di conversazioni, sempre interessanti ma meno informali. «Si parla di politica, del paese e poi del festival blues che organizziamo con gli amici e che quest’anno sarà il 14 settembre. Mi reputo una persona fortunata. I due mondi non sono poi così distanti. Cagliari è la città dove vivo e lavoro con grandi gratificazioni professionali e personali con la convinzione che la mia attività e il mio impegno possa essere utile alla mia terra e ai giovani che la abitano – spiega il manager – Gavoi, è quasi inutile dirlo, è il luogo delle radici, degli affetti, delle amicizie profonde e delle certezze granitiche. Qui vive mia madre 94enne, oggi un po’ lenta nei movimenti ma velocissima nel ragionamento. Il suo entusiasmo è contagioso, così come la voglia di circondarsi di persone».
Quest’anno per il Festival letterario L’Isola delle Storie, evento a cui non manca mai, come d’altronde per giovedì grasso a carnevale, ha avuto come ospite il magnifico rettore Maria Del Zompo. «Sono stato onorato dalla sua presenza, con lei esiste un ottimo rapporto anche dal punto di vista personale. Ha gradito il clima del festival vivendolo da vicino in mezzo alla gente. E poi come università collaboriamo da tempo con il festival in maniera fruttuosa».

Figlio di un preside – avvocato e di una maestra, che ha poi scelto di rimanere a casa ad accudire i 4 figli, Aldo Urru, si è laureato in giurisprudenza a Cagliari. Poi, un percorso diverso dalla professione forense ma ricco di soddisfazioni e responsabilità in grandi imprese che lo hanno portato a vivere per oltre vent’anni a Milano e Roma e a girare il mondo (India, Inghilterra, Venezuela, Usa etc). «All’inizio pensavo di fare l’avvocato d’affari, poi invece dopo la laurea, nel 1987, ho vinto una selezione alla Snia di Villacidro come capo del personale. Da subito è stata un’esperienza formativa e fondamentale in una realtà blasonata del gruppo Fiat con influenze di Mediobanca. Una vera scuola che mi ha portato a compiere altri passi in avanti, come quando nel 1994 ho diretto per la stessa azienda, ma a Milano, altre divisioni del settore chimico, biomedico e tessile per poi arrivare a diventare direttore del personale del gruppo Snia», spiega.

Ancora un passaggio all’Isagro (società quotata in borsa come d’altronde la precedente) nel 2005 come direttore generale alle risorse umane e con una mission trasversale anche nell’acquisition – business, dove rimane fino al 2012. Poi, come sottolinea lo stesso Urru: «Noi sardi siamo come le querce, ovunque siamo manteniamo le radici». E sette anni fa, il manager della chimica, accarezza il desiderio di tornare nella sua Sardegna (assieme alla moglie Annalisa, anche lei di Gavoi e ai due figli, Michele e Gianluca). «Ho partecipato al bando istituito dall’Università di Cagliari cogliendo l’occasione anche di quanto stava accadendo a livello normativo per gli atenei, che dal quel preciso momento storico stavano diventando a tutti gli effetti delle aziende, delle organizzazioni complesse finalizzate a raggiungere dei risultati e a competere con altre realtà simili a livello nazionale ed internazionale. Insomma una bella sfida, da affrontare a casa propria», sottolinea Aldo Urru. Da allora l’Università è cambiata profondamente, una svolta manageriale per soddisfare utenti (studenti, imprese e territorio) e cercare allo stesso tempo di intercettare le attese latenti. I risultati sono arrivati e non in maniera opinabile. «Tutta la nostra offerta formativa e la nostra ricerca è da considerare di alto livello di qualità così come valutato e certificato dall’anvur nel suo giudizio di valutazione che ci posiziona nella parte alta della scala, ossia B, ossia “più che soddisfacente”. Poi, non vorrei correre il rischio di dimenticare qualche settore, non me ne vogliano se dovesse accadere sarebbe del tutto involontario, ma i comparti di eccellenza sono davvero tanti, tra questi il dipartimento di economia riconosciuto dal Miur tra i pochi dipartimenti di eccellenza e come tale destinatario di un rilevante finanziamento specifico; ma l’elenco è lungo».

In casa ha appreso fin da piccolo un unico credo: prima i doveri e poi i piaceri. In effetti le passioni non mancano. “Noi Urru amiamo le feste, inutile nasconderlo. Le passioni sono la musica, (possiede 24 chitarre e una batteria), lo sport e l’arte. «Le coltivo tutte, anche a costo di sacrificare il sonno». Un debole, poi, per l’enogastronomia di qualità. «La nostra cultura dell’accoglienza passa anche a tavola, nel convivio. È un valore che abbiamo ereditato. Un segno di rispetto atteso e dato. Un gavoese senza pecorino e cannonau non lo conosco».

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Un commento

  1. Ai tempi della snia a villacidro ha collaborato a sistemare il personale prima della chiusura dello stabilimento. Al venerdì pomeriggio aveva sempre un funerale al quale partecipare. . Grande Dr Aldo Urru.. Lo ricordo con simpatia.👍

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