ANTIOCO, IL MISTERO DI UN NOME CHE DAI TEMPI BIBLICI CIRCOLA PER IL MONDO

S.Antioco patrono della Sardegna in un’opera della pittrice Bulgara Katya Andreeva
di MARIO MARROCCU

Il 4 Giugno vi è stata, a Roma, una giornata intera dedicata ai festeggiamenti per Sant’Antioco Martire Sulcitano. Patrono della Sardegna.

La parte religiosa è stata curata da Padre Antonio Sconamilia, parroco della chiesa di S.Maria Janua Coeli. La parte civile è stata organizzata da Roberto Lai e dal Gremio dei Sardi di Roma.

La chiesa si trova nel quartiere di Montespaccato, in via Cornelia 89, poco distante dalla Città del Vaticano, nel XIV municipio di Roma. Municipio in cui è nata e vive la sindaca Virginia Raggi.

Chi entra ha una sorpresa: sul lato sinistro è presente una immagine imponente che rappresenta l’effige di S. Antioco, nel suo abito rosso e oro.  A tutti gli effetti è una cappella ufficiale dedicata al nostro Santo patrono. Sottostante vi è una targa marmorea con la scritta”S.Antioco Martire Patrono della Sardegna”.  L’effetto di stupore è assicurato. Il 4 Giugno non vi è stata una semplice festa di canti, preghiere e divertimenti, ma vi è stata l’apertura ufficiale del culto per S.Antioco all’interno di una chiesa romana.

Il nome “Antioco” continua a viaggiare. Le tappe del suo viaggio si perdono nella storia millenaria che addirittura precede il cristianesimo.

Un “Antioco” famoso fu il re “Antioco I“ di  Mesopotamia. Oltre che guerriero fu anche fondatore di molte città. Solo Alessandro Magno lo superò in questa impresa edificatoria.  Gli succedettero diversi re, con lo stesso nome, che si imbatterono nelle vicende storiche dell’Egitto e di Israele. Il nome è citato nel I° Libro dei Maccabei della Bibbia e nel Vangelo di Giovanni (Antioco IV Epifane). Le sedi del suo governo, nel III e nel II secolo avanti Cristo, furono Efeso e Antiochia di Siria e, in un certo periodo, anche Alessandria d’Egitto.  Antiochia, nel I° secolo dopo Cristo era la seconda città più grande del mondo, dopo Roma.  Il nome “ Antioco” nel mondo romano, greco, ebreo, egiziano, era fortemente conosciuto e diffuso. 

 Se colleghiamo il fatto che il nome “Antioco” è un nome del vicino-oriente, e che il nostro S. Antioco era “medico”, e che i medici in quel tempo venivano formati esclusivamente ad Alessandria d’Egitto, ad Efeso, o a Pergamo, come Galeno, è ragionevole pensare che il nostro “Antioco” provenisse dalla stessa area geografica dei re seleucidi vicino-orientali.

Una volta formati in quelle scuole ippocratiche, i medici migravano verso Roma e i suoi Municipi.

Ma il percorso non era rettilineo. Dapprima, secondo le regole di Ippocrate, i medici dovevano esercitare la professione in aree geografiche e nazioni distanti, in cui allignavano malattie non conosciute, per apprendere l’arte della cura messa a punto dai guaritori dei rispettivi abitanti. I luoghi più frequentati dai medici in formazione erano: la Libia e tutto il Nord- Africa, fino alla Numidia e alla Mauritania Cesarea e Tingitana. La Numidia corrisponde all’attuale Tunisia; la Mauritania Cesarea corrisponde all’attuale Algeria; la Mauritania Tingitana corrisponde al Marocco (Tangeri).Da qui, diventati esperti, e dotati di farmaci formulati con componenti botaniche e minerali dei luoghi esotici visitati, migravano verso Roma per stabilirvisi. La città di Roma, centro dell’Impero, non aveva scuole di Medicina. I suoi Medici provenivano tutti dalle scuole orientali.

Fino a questo punto la storia tramandata, intorno ai viaggi per mare di Antioco, è assolutamente coerente con la storia della migrazione dei Medici in epoca romana.

La città di Sulci era Municipio di Roma e accoglieva medici specialisti provenienti da Efeso, Antiochia, Alessandria d’Egitto. Da qui, una volta esperti e famosi, andavano a esercitare la professione a Roma.

Sant’Antioco, che era Medico, non giunse a Roma. Venne martirizzato a Sulci, e qui rimasero le sue spoglie e il suo nome. La morte avvenne nel II° secolo dopo Cristo. Ora, dopo 19 secoli, è riuscito ad arrivare a Roma, tappa finale dei medici del tempo.

Tuttavia, riflettendo, vi è stata un’altra occasione per quel viaggio romano. Fu nell’anno 1615. Nell’anno 1614 il Papa Paolo V, dovendo nominare la città primate di Sardegna, scegliendo tra Cagliari e Sassari la più meritevole, chiese che le due città enumerassero quanti Santi Martiri vantassero nel proprio territorio. L’Arcivescovo di Cagliari, Francisco Desquivel, incaricò i suoi archeologi di eseguirne le ricerche. L’anno successivo furono trovate, nella cripta della Basilica, le ossa del santo. Immediatamente il Vescovo ordinò l’invio delle due ossa più lunghe, i femori, agli uomini più potenti del tempo: il re di Spagna e il Papa. Nel mese di Maggio dell’anno 1615 il nome di Antioco, con la prova del suo martirio, risuonò dentro le mura del Vaticano.  Il femore è tutt’oggi classificato tra le reliquie dell’Urbe.

Sul colle Campidoglio, a Roma, esiste il “Museo Capitolino” che è il Museo pubblico più antico del mondo. Venne istituito da Papa Sisto IV nell’anno 1471. Vi furono raccolti i reperti archeologici dell’antica Roma trovati durante gli scavi di fondazione dei nuovi edifici. Fra questi, nella “sala della Lupa”, vi è una lastra in pietra, grande quasi due metri quadri, che riporta i nomi di tutti i condottieri di eserciti che compirono gesta eroiche e di conquista, a iniziare dai Sette Re di Roma, nel periodo che va dal VII° secolo avanti Cristo al I° secolo a.C.. fra questi nomi è ben leggibile la scritta “ANTIOCHI”. Si può immaginare che faccia riferimento alla conquista della Siria ai tempi di re Antioco III°, tra la fine del III° secolo e l’inizio del II° secolo avanti Cristo. Il nome “Antioco” nella Roma repubblicana era molto noto e rispettato. Ai tempi evangelici lo stesso Gesù pronunciò il nome di Antioco. Si trova traccia di questo fatto nel Vangelo secondo Marco, dove esiste una citazione di Gesù che parla di simboli collocati “là dove non è lecito”. Gesù faceva riferimento all’episodio storico in cui Antioco IV Epifane, nel 167 a.C. fece collocare una statua di Zeus Olimpio nell’altare dei sacrifici del Tempio di Sion.

Tutti questi riferimenti sono utili a comprendere come il nome “Antioco” fosse ben noto e diffuso a Roma, in Grecia, in Mesopotamia, in Israele e in Egitto fin dall’epoca precristiana.

Vi sono altri segni che dimostrano l’uso del nome “Antioco” nei primi secoli della Chiesa primieva.

La vicenda infinita dei due fucilieri Girone e Latorre, che vennero arrestati in India, nello stato del Kerala, a Trivandrum, ci ha mostrato particolari interessanti. La barca su cui navigavano i due pescatori indiani rimasti uccisi si chiamava “saint Paul”. Perché si richiama al nome cristiano di San Paolo, in una terra di religione indù e musulmana? I due pescatori appartenevano a famiglie cristiane. Infatti nel Kerala esiste una numerosa comunità cristiana di 2 milioni e mezzo di persone. Quella chiesa venne fondata nel IV° secolo e faceva parte del Patriacato della chiesa Siriaca Orientale di “Antiochia”.  Pertanto il nome “Antioco” e “Antiochia” è conosciuto in India dal IV° secolo dopo Cristo.

Il nome “Antioco” era tanto popolare che molti Santi Vescovi presero quel nome.

Oltre a “Sant’Antioco di Sulci”, martirizzato nel II° secolo dopo Cristo, sono venerati, da varie chiese cristiane:

Sant’Antioco di Sebaste, del IV° secolo, martire a Sebaste con San Ciriaco;

Sant’Antioco di Cesarea, martirizzato nel 303 d.C.;

 Sant’Antioco di Lione, vescovo nel V° secolo;

Sant’Antioco Sabaita, morto nel 603 d.C. in un monastero presso Betlemme.

Il nostro “ Sant’Antioco di Sulci” è il più antico di tutti.

La città di  “Antiochia” , molto famosa nell’antichità , dette i natali a molti santi  di primaria importanza. Uno dei più grandi fu “ Ignatius of Antioch” del secondo secolo d.C.

Un’altra santa di Antiochia, del IV° secolo il cui nome ha avuto molta diffusione, è “S.Margherita di Antiochia”, protettrice delle partorienti. È veneratissima anche dalla chiesa anglicana. In una cittadina vicino a Londra esiste la chiesa “ Church St Margaret’s of Antioch” , nel cui cimitero riposano le spoglie (per sua richiesta) di Florence Nightinghale, la fondatrice degli Ordini Infermieristici nel mondo. Nel 1856 i soldati sardi, feriti nella guerra di Crimea,  vennero curati nell’Ospedale da campo organizzato da  lei.

Dopo aver citato esempi di come il nome “Antioco” abbia viaggiato per millenni nel mondo vicino orientale, lontano orientale, in Nord Africa e mondo Occidentale, è utile vedere la diffusione nelle  nazioni più vicine.

 Esistono tutt’oggi dei vecchi siriani che portano il nome di “ ANTOCHI”.  Tale nome è particolarmente diffuso nell’area geografica dell’antica Antiochia. Oggi l’antica città non si trova più in Siria, ma fa parte della Turchia.

Il nome Antioco è conosciuto presso la Chiesa Ortodossa di Romania e quella Polacca.

Cinque anni fa fu ospite della Basilica di Sant’Antioco, essendo rettore don Demetrio Pinna, un prete ortodosso di Stettino, la città polacca sul Mar Baltico. Raccontò che nella sua chiesa esiste una cappella dedicata a Sant’Antioco. Avendo saputo dell’ “Antioco” della Basilica di Sulci, venne a farne conoscenza, e portò una icona del suo “Antioco”.

Esistono altri luoghi lontani, in America del sud, dove il nome “Antioco” viene citato: si tratta della provincia di “Antioquia” il cui capoluogo è la città di Medellin, in Colombia. Anche in Perù esiste una antica provincia che porta il nome di “Antioquia”.Il nome , a quelle regioni, venne dato dai frati Mercedari giunti missionari in America con i Conquistadores. Gli stessi frati, nell’anno 1520, dettero il nome alla città di Buenos Aires in onore della “Madonna di Bonaria” di Cagliari, che era patrona dei mari, mentre patrono dell’isola era riconosciuto “Antioco”.

La diffusione dei nomi nel mondo si espande come le onde di uno specchio d’acqua quando si lancia un sasso.

Oggi stiamo vivendo l’esperienza di una cappella aperta alla venerazione del Santo Martire Antioco a Roma, e il ritorno del suo nome in quella città. Lo dobbiamo alla passione creativa di Roberto Lai. Una passione che merita grande rispetto.

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6 commenti

  1. Articolo molto interessante e appassionante. Complimenti!

  2. l’ho trovato interessante,

  3. Gianni Tardini

    Un lavoro incredibile, quello svolto a favore della divulgazione del culto di S.Antioco.

  4. Antonella Proietti

    Tangibile ad oggi la testimonianza del nome Antioco nel mondo. Grande il suo percorso e grandi coloro che con passione sanno divulgare le radici del proprio popolo. Complimenti!

  5. Complimenti, un lavoro eccellente. W S.Antioco nel mondo.

  6. Franco Perella

    È la passione e la fede in Cristo che spinge Roberto Lai, in un periodo così terribilmente scosso da odi fra popoli e razze, nella ricerca delle radici cristiane attraverso il nome di Antioco, missionario fra di noi. Festeggiare il martire Antioco sia per noi aprire la nostra terra all’abbraccio verso i poveri e gli ultimi. Grazie.

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