LA X EDIZIONE DEL “PLETTO D’AUTORE” AI “BERTAS”: UN RICONOSCIMENTO IDEATO DA ANTONIO SARDU IN COLLABORAZIONE ALL’ORAFO NANNI ROCCA

di GIAN PIERO PINNA

Tutti gli eventi si sono svolti a Milis, nella bella e suggestiva casa padronale della famiglia Sardu, costruita nel lontano 1787.

Il decimo Plettro d’autore, verrà consegnato il 27 gennaio prossimo, nel corso di un evento che si svolgerà, a partire dalle ore 12, nello splendido scenario del Palazzo Boyl, con un omaggio musicale a sorpresa ai Bertas, da parte del Coro La Vega di Milis. A consegnare il prestigioso riconoscimento, sarà il giornalista Giacomo Serreli, volto noto di Videolina. Si tratta di un premio tangibile alla carriera del prestigioso complesso sardo, a cui seguirà la proiezione del loro nuovo video sull’ultimo lavoro discografico dal titolo, Cambia il Mondo.

“Sarà una giornata in musica, quella della consegna del decimo Plettro d’autore – sottolinea il musicista Antonio Sardu, ideatore del premio – e dopo la consegna del Plettro d’autore, seguirà un pomeriggio in musica per i nostri ospiti, nel Music Club di Casa Sardu, con la gradita presenza del Coro La Vega e durante il pranzo, si esibiranno anche il Trio Tilli Tilli, con me alle percussioni, Onofrio Cocco e la voce di una grande rivelazione del canto sardo, Maurizio Mocci di Riola Sardo e nel pomeriggio musicale, ci sarà anche la nuova formazione dei Rock Sound e naturalmente, gli ospiti della giornata i Bertas”.

Tra coloro che hanno ricevuto, l’ambito riconoscimento, figura il narboliese Onofrio Cocco, che si definisce “musicista di chitarra pizzicata”, ma la sua bravura è abbastanza nota a tutti, ed è uno dei pochi eredi di una generazione di suonatori a chitarra, protagonisti indiscussi delle gare di Canto Sardo. Col padre Antonio e il fratello Giannetto, formarono uno dei più noti gruppi di musica etnica sarda. Nel suo paese, Narbolia, insieme al fratello, ha messo in piedi anche un attrezzatissimo studio di registrazione e creato l’etichetta Kokko Redords. Provetti chitarristi etnici, all’occorrenza, inseriscono magistralmente le ancestrali sonorità sarde, anche nelle composizioni Rock e Jazz, e questa loro capacità, li ha portati ad instaurare collaborazioni con musicisti della levatura di Lele Gaudì, Francesco Guccini, Ligabue, Angelo Branduardi, Elio delle Storie Tese e tanti altri.

Un altro Plettro d’autore, è stato attribuito alla memoria di Antonio Albano, un personaggio schivo e introverso, ma importantissimo nella storia musicale sarda e oristanese. Una storia legata soprattutto al fenomeno della musica beat dei primi Anni Sessanta, che vide i Barrittas affermarsi nel panorama musicale regionale, nazionale e internazionale. Plettro d’autore, anche al lurese Roberto Diana, che nonostante la sua giovane età, è abbastanza affermato e conosciuto nel mondo del rock indipendente nazionale degli ultimi anni. È stato chitarrista dei Lowlands e anche fondatore e creatore del progetto acustico Ses Cordas. Incontra lo scozzese Donald MacNeill, nell’Isola di Colonsay e dopo aver fatto alcuni concerti, cominciano a lavorare insieme e realizzano diversi brani musicali: Roberto Diana cura le musiche, mentre Donald Mac Neil, scrive i testi.

Assegnato alla memoria, il Plettro d’autore conferito all’oristanese Giampiero Corrias, chitarrista dell’era beat, stroncato quasi un anno fa da un tumore. Era nato ad Oristano nel 1954, e sin da piccolo, insieme al fratello Marco, si era avviato a una promettente carriera di chitarrista. Aveva militato in diverse formazioni. Gli inizi erano stati col gruppo rock “I Legionari”, poi aveva suonato anche con I Millennium, I Ratti matti e con La nuova dimensione. Dopo un certo periodo di interruzione, si era riaccostato al mondo della musica leggera, partecipando alle serate commemorative delle musiche degli Anni ’60

Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito anche a Roberto Deidda, chitarrista di lungo corso, che ha collaborato con molti musicisti della scena sarda. Nel 2000, è stato l’unico italiano selezionato e premiato, tra i dieci finalisti del concorso Svizzero “La nuit de la guitare”. Le ossa come musicista, se le è fatte nei dodici anni trascorsi con Piero Marras, dove ha migliorato notevolmente la sua preparazione professionale. A Bologna, incontra Carlo Atti e Carlo Rossi. Suona anche coi musicisti di Ligabue e con gli Stadio. Si trasferisce a Milano, dove frequenta il CPM, Bebo Ferra e tanti altri. Va anche a Parigi, dove ha avuto occasione di suonare con africani, giapponesi e francesi esperti nel manouche.

Vittorio Pitzalis, che è tra i bluesman più rappresentativi della Sardegna, ha ricevuto anche lui il Plettro d’autore. La sua attività concertistica lo ha portato ad esibirsi nei palcoscenici più importanti della scena nazionale e internazionale. Tra le sue partecipazioni, spicca quella al Roots and Blues Food Festival di Parma, nell’edizione 2005 e in quella del 2006. Jimi James, è il suo primo disco pubblicato nel 2017 dall’etichetta MGJR Records, dove sono state inserite composizioni create in diversi momenti della sua vita artistica, come il “A dog named Kelly”, del 1994 e il gospel Big Mom Albi, dedicato alla donna che le sta al fianco nella vita.

Un altro Plettro d’autore alla memoria, è stato quello assegnato a Francesco Salis. A ritirarlo è stato il figlio Massimo, che ha ereditato la stessa passione del padre ed è ben avviato ad una brillante carriera da musicista. Francesco Salis, insieme al fratello Tonietto, furono i fondatori dello storico gruppo Salis&Salis.

Settimo Plettro d’autore a Giorgio Crobu, anche lui oristanese e un grande della chitarra jazz, che da 30 anni risiede a Berlino, dove dal 1993, è titolare della cattedra di chitarra jazz nel locale conservatorio Hanns. Contestualmente svolge anche un’intensa attività didattica, tenendo seminari in tutta Europa e ha al suo attivo una serie infinita di collaborazioni con i grandi del jazz mondiale, tra cui Joe Pass.

Recentemente, è stato attribuito il nono Plettro d’autore a Tonietto Salis, che insieme al fratello Francesco, furono i fondatori dello storico gruppo Salis&Salis. La consegna, l’hanno fatta il giornalista Giacomo Serreli, uno dei massimi esperti dei complessi isolani degli Anni ’60 e ’70 e dallo stesso Nanni Rocca.

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