AFORISMI E SBERLEFFI SARDI NEL “IL MIGLIO DEVE ANCORA VENIRE”, LA PRIMA ESPERIENZA PUBBLICISTICA PER IL GIORNALISTA MARCELLO ATZENI

Marcello Atzeni (foto di Francesca Manca di Villahermosa)

di FRANCO USAI

Curioso che un giornalista- biologo (“ma non ho mai svolto la seconda attività”), quando scrive su Facebook si definisca un agrotecnico prestato al cabaret.

Marcello Atzeni, 52 anni, è nato a Baradili , il più piccolo dei comuni  della Sardegna. Tra Ales, Barumini e Mogoro, Marmilla, dunque.  Abita a Sanluri da quando ha quindici anni. La sua formazione scolastica è iniziata nel suo paese: ha frequentato la prima elementare, in una pluriclasse.  Poi Lunamatrona, Ussaramanna, Oristano e Cagliari. Insomma, un lungo viaggiare, fino al conseguimento della laurea.“ Mi sarebbe piaciuto frequentare il liceo classico-dice- ma era solo un’idea. Non è che amassi tanto studiare. Mi sono ritrovato all’istituto professionale per l’agricoltura di Nuraxinieddu ( Oristano). Il 36 finale , non è dovuto alla mia scarsa preparazione, quanto a un qui pro qui.

Quindi, a quel punto, Università. Cagliari o Sassari?“Cagliari, corso di laurea in Biologia. La chiamavo la facoltà dei due stadi, stava esattamente tra l’Amsicora” e il “Sant’Elia”.  Se fossi finito a Sassari, mi sarei iscritto nella facoltà di agraria. E sapevo di un corso di laurea ben più duro. In realtà io ero uno che giocava a pallone, ascoltava la musica dei cantautori, Fabrizio, Battiato e Bennato su tuttie scherzava, a 360 gradi”.

Ma cosa c’entra il giornalismo con il percorso di studi?“All’epoca non c’era il corso di laurea in Scienze della comunicazione. Esisteva solo l’istituto per la formazione al giornalismo di Lodi. Chiesi, ma le rette erano altissime. Rinunciai a malincuore. La mia passione era la scrittura. Inviato per  “ La Gazzetta dello sport” o ancora meglio per il “Guerin sportivo”. Quello era il mio sogno. Più che fan di Gianni Brera, era un estimatore di Vladimiro Caminiti. Ho iniziato a collaborare per “L’Unione Sarda”, occupandomi anche di calcio, per un quarto di secolo. Ma non andavo a Milano o a Torino. Samassi, Sardara, Serramanna e altri campi di periferia. Sono contento, comunque”.

Tanta Unione, insomma. Venticinque anni  non sono pochi.“A dire il vero, sono 32. Collaboro ancora, sia pure  poco. C’è stato il calcio,  ma anche le pagine della cultura, spettacoli, salute, agricoltura e , naturalmente, quelle della cronaca. Mi occupavo di diversi paesi della provincia di Cagliari e di quella di Oristano. Ho collaborato per altre testate: “ Sardegna agricoltura”, “ Sardegna economica”, “ “Il Messaggero sardo, “ Il Provinciale “ e altre ancora. Esperienze radiofoniche e piccole puntate nel mondo dell’informazione televisiva. Ho scritto  per l’editoria specializzata de “ Il sole 24 ore”. Ora collaboro con diverse testate on line: “ Cinemecum”, “ La Gazzetta del Medio Campidano”, “ Link Oristano” e altre.”

L’idea di scrivere un libro di aforismi e  sberleffi da cosa ha avuto origine?“Una sera , appena laureato, nel 2008, parlavo con un amico, Celestino Tabasso e mi disse che dovevo prendere maggior consapevolezza. Hai saltato i quarant’anni, non ti viene la voglia di scrivere un libro?”

E lei, che cosa rispose?“Non ci ho mai pensato. Francamente mi sembra arduo. Bravo, sempre ottimista, mi disse. Sei il solito c…”.

Poi, invece ha cambiato idea. “Lui è stato il primo a dirmi che potevo provarci. Poi sono arrivati “inviti” da altre parti. Così ci ho pensato seriamente. L’idea iniziale era quella di scrivere un libro di riflessioni, giochi di parole, ricordi, racconti. Cose che ho scritto. Quando ho fatto vedere il tutto a due amici, Maria Paola Masala e Sergio Naitza, mi hanno detto  che dovevo concentrarmi su un argomento: inizia a fare un libro sui giochi di parole, e punta solo su quello, altrimenti è una frittura del golfo!”

Insomma, sfrondare e concentrarsi su un unico filone. Ha richiesto molto tempo arrivare a questo libro?““Il miglio deve ancora venire”, ha avuto una gestazione travagliata, per tanti motivi. Ma alla fine, sono riuscito nell’intento. E’ stato pubblicato da Sandhi, una piccola casa editrice di Ortacesus, un paese della Trexenta. Sono stato accolto bene da Paride Puddu e sua moglie Silvia Zara. Due ottime persone”

Un titolo che induce all’ottimismo, alla speranza. Cento undici pagine, dove c’è sì da riflettere, ma soprattutto da ridere. Alcune battute o giochi di parole, sono fulminanti, altri sono più pacati, seriosi. Insomma ha usato diversi registri. E’ inusuale per la Sardegna un libro del genere. Come è stato accolto?“Sì, anche io credo sia inusuale. Nelle altre regioni gli esempi non si contano. Ovviamente, non mi riferisco a mostri , persone inarrivabili, come Ennio Flaiano, Leo Longanesi, Marcello Marchesi e Giovannino Guareschi. Come è stato accolto? Sto appena iniziando a pubblicizzarlo . La prima presentazione sarà il cinque novembre a Cagliari. Alla Fondazione di Sardegna. Un punto di partenza e di arrivo allo stesso tempo”.

Quando scrive, qual è il momento migliore?“Le idee mi vengono poco prima di addormentarmi o appena mi sveglio. Non è raro che mi vengano lampi nel cuore della notte. Allora, mi alzo e prendo appunti. Se non li fisso su carta in quel momento, andranno perduti. Ho ereditato dalla parte materna, la simpatia per i giochi di parole”.

Ma gli altri scritti, verranno pubblicati? “E’  presto per dirlo. Ora penso a questo libro. Sono aforismi, spiritosaggini, nonsense, anche se non sempre è stato divertente, scriverlo. Le parole fanno compagnia, soprattutto nei momenti di difficoltà, e quindi, paradossalmente, più questi miei crucci potranno suscitare un sorriso, più quel sorriso corrisponderà a una mia smorfia. Io sono fermamente convinto che l’ironia contribuisca a salvare la vita, e allora ci provo. Ma sia chiaro, mi diverto anche parecchio, a scrivere le mie marcellate, come le chiamano alcuni amici. Spero che non mi tornino indietro sotto forma di schiaffi o insulti…”.

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5 commenti

  1. Ti aspetto a Macomer, nella nostra libreria storica, per la presentazione del tuo libro

  2. Di solito, chi ama scrivere…..non si ferma mai a un solo libro, a buon intenditor….poche parole….non bastano

  3. Marcello, finalmente avrò’ il piacere di leggere e rileggere i tuoi aforismi, lunedì 05/11/18 avro’ il tuo libro, con dedica! ❤️🌹🍸🍾

  4. Così finalmente ti vedo. Come direbbe mia madre su le spalle ragazzo hai tanto da dare fatti vedere.

  5. Bella la foto! e pure l’articolo. E pure il libro, naturalmente!

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