UNA GIORNATA PARTICOLARE CON NOEMI MEDAS, IL TULIPANO DI IS MIRRIONIS

Noemi Medas nelle foto di Fabio Costantino Macis

di MARCELLO ATZENI

 “Mamma dice sempre che la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita” ( cfr. Forrest Gump).  

Noemi Medas, capelli pettinati da colpi di forcone maestralizio, la “Sella del Diavolo” è appena un girone più in là, seduta con le ginocchia in bocca, non perché sia una lungagnona, quanto per il fatto che il divano è alto come una sogliola, ha le fattezze di un cioccolato: disegnato da un illusionista e realizzato da un prestidigitatore.

O forse è uscita da “La fabbrica di cioccolato “ di Tim Burton? D’altronde, glielo dicono tutti, assomiglia ad Helena Bonham Carter, che nella pellicola interpretò la Signora Bucket.  Anche se l’attrice inglese è una signora matura, mentre lei è poco più che una ragazza. La lunga criniera appare come una cima tempestosa, si struscia su un chiodo che fa poco “Fronte del porto” e molto Catwoman del Campidano.

Si sfila la corazza di pelle e la fa scivolare sul porta glutei, morbido come una pietra lavica. Sotto ha una maglia  color Poetto odierno. Grigia. Gli occhiali che i ragazzi d’oggi, hanno preso in prestito dal passato, non schermano il suo sguardo: due nocciole delle Langhe.

Un filo leggerissimo, quasi invisibile di trucco, per eclissare due occhiaie che dice di avere, ma che non appaiono. Le labbra dell’attrice cagliaritana, rimandano a Francesca Dellera, icona degli anni ottanta. Sono ricche di passione: solo in parte regalata. Si scusa perché fuma: sigarette piccole, che l’aiutano a stiracchiare il sistema  nervoso. I calzoni, grigi anch’essi, scorrono sulle caviglie come i titoli di coda di un film. Finiscono per incontrare le scarpe verniciate di nero e  chiuse da una cerniera lampo. Tra le calzature e i piedi,  un paio di calze quasi invisibili. Ah! Questi fantasmi!

Nella gamba del calzone destro, una farfalla argentea, costruita con delle perline che luccicano, nonostante la luminosità sia minima. Poetto e farfalla: scontato il rimando a “Bellas mariposas” di Mereu, nel quale fece una parte. Il vitino da vespa punge i rari bevitori del piccolo bar. Noemi Medas,ha molto di burtoniana,  che confessa di adorare e del quale conosce anche gli esordi come disegnatore. Anche lei disegna: ha un diploma al liceo artistico. Poi un salto all’Università per capire che lì, in quelle stanze non abitano  sogni, trucco e parrucco, ma altre cose, con le quali non è nato un interesse. Attrice teatrale, cinematografica e performer. Impara a camminare sul palcoscenico di casa: figlia di Gianluca e nipote di Mario, per tacer di tutti gli altri, che compongono una grande famiglia d’arte da oramai un secolo.

Tanti  i suoi maestri, tra i quali: Giancarlo Giannini, Nelson Jara, Lucia Calamaro, Veronica Cruciani e Alessandra Atzori. “Alessandra è un’insegnante di canto lirico. Ho seguito tre anni di piano alla Scuola civica, per allenare l’orecchio musicale. La recitazione, per me, è legatissima alla musicalità della parola.  Le parole hanno ritmo e toni che rimandano al pentagramma. Quando ho dovuto compiere alcuni lavori, era indubbio che recitazione e movimento scenico danzassero su una bella sonata.”

Nel 1997 ha debuttato a teatro ne “I passeri”, diretta da Gianluca Medas. “Con mio padre, dall’età di sei anni, ho fatto due o tre produzioni all’anno, fino ad arrivare al 2018 con “Angeli”, che riprenderà a ottobre con tre repliche.”

Poi “Un anno sull’altipiano” (regia di Michele Salimbeni), “”Iris d’amore” (di Debora Fadda, anche  danzatrice e coreografa) fino a scivolare, passando tra tante produzioni, in “Human” (prodotto da “MIsmaonda” e “Sardegna Teatro”) di Marco Baliani e Lella Costa (musiche di Paolo Fresu, costumi e scenografie di Antonio Marras)  con i quali è stata in tournèe da ottobre 2016 fino a febbraio 2017, per poi riprendere a febbraio fino a marzo di quest’anno. Centocinquanta repliche nei più importanti teatri italiani. Tra gli altri, “Argentina” di Roma; “Piccolo teatro Strheler” di Milano; “Teatro Biondo” di Palermo; “Duse” di Bologna e  “Massimo” di Cagliari. Anche una puntata in Svizzera, al Lac di Lugano.

Cinema: esordio ne “La terra dentro” (2011) di Stefano Obino, il già citato “Bellasmariposas” (2012) e “Perfidia” (2013) di Bonifacio Angius. E’ stata la protagonista femminile del pluripremiato film del regista sassarese. Nel 2018 ha girato “Piove deserto” di Daniele Muggioni e Maria Grazia Perria. Tra gli interpreti, Gianmarco Tognazzi.

Quattro corti, con Gianfranco Cabiddu, Giorgia Soi, Mauro Aragoni. Ma anche video musicali, televisione, spettacoli di narrazione con musiche di scena,spot, documentari…

Attualmente è impegnata nella realizzazione di diversi progetti, che sfoceranno tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. “Il due novembre sarò all’Auditorium del conservatorio di Cagliari. Lavorerò in una performance di un coreografo francese, Jèrome Brel, in occasione del “Find Festival internazionale nuova danza”, diretto da Cristiana Camba. E’ uno spettacolo che ha girato il mondo. Fino a qualche settimana fa era in scena al Teatro “Argentina” di Roma. Lo spettacolo è stato recensito anche dal “ New York Times”.

La naturalezza di Noemi, “è un nome biblico – spiega – la mia è una famiglia molto cattolica. Sono la secondo genita”, non appare dopo le prime domande.

Si guarda attorno, solo dopo un conciliabolo che non olezza di intervista classica, si lascia naufragare nei ricordi e nelle confidenze. Non è attaccata alle radici geografiche, la sua famiglia ha origini a Guasila. “Sono una figlioletta del mondo, nel senso che tutti dovremmo riuscire a sentirci a casa, ovunque siamo. Se stiamo bene con noi e con ciò che ci circonda. Non ho attaccamento a un luogo. Guardandomi attorno, mi rattrista il fatto che le persone abbiano perso il senso dei valori umani, dell’impegno e del sacrificio. Io  li mantengo: i più importanti sono l’amore e la famiglia”.

La sua voce s’incupisce appena, così lo sguardo, quando parla di questa tematica. Non ha accettato e non accetta ruoli, anche importanti, dove non ode il suono armonico della professionalità. Non parla degli altri, e se lo fa, ne tesse le lodi. E’ evidente la sua empatia, come lo sono la sua sensibilità e maturità. Rarissimo riscontrare queste qualità nei ragazzi d’oggi. Bravura e avvenenza, sono veramente del tutto secondarie. Molta sostanza ed essenza e poca apparenza. Nel frattempo il chiodo è tornato a cingere il suo corpo da capinera. Il sole, quasi mai apparso per un intero pomeriggio, regala solo un paio di raggi a bagnomaria. Noemi la burtoniana, arpiona la borsa, il cellulare e riprende il cammino verso casa. L’attendono i suoi genitori, i suoi fratelli e un mucchio, selvaggio, di lavoro. “La mia stanza è un po’ disordinata, come la mia borsa”.

Chissà se dentro la testa della ragazza di “ Is Mirrionis”, impera un caos calmo. Quando chiude la portiera di una macchina disordinata, guidata da una persona disordinata, pensa…

A volte è bello leggere i pensieri.

Quel che non è  bello è scriverli.

Forse spetterà ad altri fissarli su carta o su un supporto digitale.

Si chiude “ Una giornata particolare”.

La vita, cari Zemeckis- Hanks- Field, non è una scatola di cioccolatini.

Di casuale non c’è nulla.

Sai già quello che ti capita.

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Un commento

  1. grazie Marcello Atzeni per la tua attenzione, la tua sensibilitá, il tuo ascolto, i tuoi pensieri, le tue parole e questo “ritratto” cosi umano.

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