IL GENIO DI GIOVANNI ANTONIO SULAS: NEL DECENNALE DELLA SCOMPARSA UN LIBRO DI CECILIA MARIANI DEDICATO ALL’ARTISTA NUORESE

ph: Giovanni Antonio Sulas

di LUCIA BECCHERE

Coincide con il decennale della scomparsa dell’omonimo artista la pubblicazione del volume monografico “Giovanni Antonio Sulas” (Nuoro 19112008) – edizioni Eikon – scritto dalla nuorese Cecilia Mariani, dottoressa di ricerca in Scienze dei sistemi culturali sezione storico-artistica, per conto della Fondazione Sulas, una Onlus fondata nel 2011. Alla Mariani, vincitrice nel 2010 del premio nazionale “Fernaldo Di Giammateo”, critico cinematografico scomparso di recente, conferito a giovani studiosi autori di monografie critiche di tema cinematografico e che consiste nella pubblicazione del lavoro d’esordio, la Fondazione ha erogato nel 2014 una borsa di ricerca per la ricostruzione del percorso artistico-biografico del Professore affinché le nuove generazioni ne serbino intatta la memoria e ne traggano esempio e dottrina dalla sua arte.

Nella prefazione al testo, Michele Ciacciofera, suo ex allievo e oggi artista affermato, ricorda le esperienze che li hanno uniti nel passato e la grande passione del Maestro per le varie e rinnovate forme artistiche.

Il libro offre al lettore la visione di un artista di grande talento che seppe cogliere la vivacità culturale ed intellettuale barbaricina. Le sue tele regalano paesaggi dai colori caldi e malinconici, calmi e assolati che avvolgono cielo e terra di silenzi e misteri, stati d’animo che raccontano il quotidiano, simboli rivelatori della sua identità. Sulas non amava rappresentare figure umane perché le suggeriva dietro le finestre chiuse e le abitazioni apparentemente vuote. È nello sguardo d’insieme che noi scopriamo l’umanità del pittore. Frequentava Biasi, Ciusa Romagna, Carmelo Floris, Francesca Devoto, De Pisis e Morandi con i quali spesso si confrontava senza tuttavia appiattire la sua genialità artistica che ne faceva di lui un grande maestro.

Negli anni ’50 lasciò la pittura. Fu arredatore e consulente delle riprese nel film Delitto d’onore tratto dal romanzo L’Edera e ancora dello sceneggiato televisivo Canne al vento. Fu per lui un’occasione irripetibile. Nel 1959 organizzò il concerto musicale e la coreografia per le onoranze funebri in occasione della traslazione della salma di Grazia Deledda da Roma a Nuoro, ne curò la mostra bibliografica e trasformò in seguito la casa natale del Premio Nobel in meta di grande attrazione culturale. Negli anni ’60 in qualità di Architetto e arredatore collaborò alla realizzazione della struttura turistica di Su Gologone dove più che altrove ha lasciato l’impronta della sua arte, oggi un capolavoro di accoglienza. Con genio e lungimiranza fece azione di recupero di oggetti antichi, rivisitò antiche cassapanche, oggetto tradizionale sardo che ripropose nei vari contesti. Recuperò il vecchio in disuso, rielaborando forme e colori fino a riprodurre l’anima delle vecchie case olianesi.

Collaboratore artistico nel Progetto Sardegna, coordinò i fondi previsti dal Piano Marshall (1948) con l’intento di rilanciare lo sviluppo economico locale e la modernizzazione della produzione artigianale. Consulente artistico anche nel settore moda e arredamento, a lui il merito di aver fatto conoscere e valorizzare le materie prime locali. Le sue creazioni, esposte nelle Biennali dell’Artigianato, raggiunsero perfino il mercato statunitense.

Nel ’63 fu arredatore e designer nella Costa Smeralda, regno incontrastato dell’Aga Khan. La collaborazione con i grandi architetti Vietti, Busiri Vici, Couelle e Mossa, determinò per il professore un arricchimento umano e professionale con una ricaduta notevole su tutto il territorio. Ha dato visibilità agli artigiani e ai loro manufatti, intessendo con tutti i collaboratori un contatto umano che andava al di là del mero rapporto lavorativo. Sposando tradizione e innovazione promosse sviluppo economico, turistico e culturale anche nelle zone interne della Sardegna.

Ritornerà alla pittura dopo il ’70 arricchito da esperienze artistiche e umane non comuni.

Il libro di Cecilia Mariani, frutto di una rigorosa ricerca, di studio e analisi di un copioso materiale inedito, foto, documenti, annotazioni, lettere e riflessioni e di testimonianze di allievi, amici, familiari, committenti e semplici concittadini, ha il merito di farci conoscere un grande uomo che con il suo genio artistico ha saputo trasmettere l’indicibile.

Il testo è impreziosito dalla splendida illustrazione di numerose opere. Luminose e straordinarie tele in cui l’artista amava suggerire storie ed emozioni ma che oggi raccontano sogni e pensieri di un grande uomo.

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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Un commento

  1. Ho conosciuto il “professore”
    mentre cercavo di ricostruire notizie sulla storia della sorella di mia nonna: donna Valentina Nieddu Semidei, la Celestina del Giorno del Giudizio.
    Fulminante la chiarezza delle sue visioni
    Grazie

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