IL SOGNO CONTINUA TRA GLI ALBERI DELLA FORESTA DEL CAMERUN: POCHE SETTIMANE FA LA MORTE DELLA GIOVANE VIRGINIA PINNA RESPONSABILE PER L’ITALIA DELLA ONG

ph: Virginia Pinna

Sembrava un sogno spezzato assieme alla vita che se ne va troppo in fretta. Invece i sogni sanno farsi grandi, volare per atterrare in mondi lontani e, allo stesso tempo, restare vicini a chi li ha generati. Quello di Virginia Pinna era di regalare una foresta agli elefanti del Camerun: non ci è riuscita da sola perché una malattia l’ha portata via ad appena trent’anni qualche settimana fa, ma le sue idee camminano oggi sulle gambe di chi rimane, aforisma che stavolta non è solo un luogo comune. In poche settimane, quasi a voler vincere il dolore comunque invincibile per la perdita di una figlia, di una sorella, di un’amica, in tanti si sono messi al lavoro per cercare di portare a termine il progetto che Virginia Pinna aveva dovuto interrompere.

Lavorava come responsabile per l’Italia dell’Oipa International, organizzazione internazionale non governativa che si occupa della protezione degli animali. E agli animali, quelli vicini e quelli lontani, ha sempre pensato tanto da ideare e far muovere i primi passi al progetto di forestazione di una piccola porzione di territorio nello stato africano. In Camerun, nella regione nord occidentale di Mezam, c’è un villaggio che si chiama Baball ed è lì che qualche tempo fa era stato avviato il progetto di riforestazione che oggi è diventato per chiunque “Il sogno di Virginia”.

È tutto molto semplice, proprio come a volte sono semplici i sogni: l’idea era quella di impiantare una foresta e ricreare così un habitat adatto agli animali selvatici, in particolare agli elefanti. Alla morte della ragazza avvenuta poche settimane fa, l’Oipa ha deciso di piantare i primi duecento alberi e piazzato al limitar della (per ora) piccola foresta anche un cartellone in ricordo di Virginia Pinna. Ma non bastava, non poteva bastare a chi era stato accanto alla ragazza in tutti questi anni. Così la madre Cristina Cimino, il fratello Enrico e gli amici hanno contattato l’organizzazione e chiesto se ci fosse una strada non tortuosa per unire le forze e far camminare sulle gambe di altri l’idea di Virginia.

Ad aiutare l’iniziativa ci ha pensato la nascita di una pagina Facebook per divulgare l’iniziativa e dare fiato alla raccolta fondi che ha già raggiunto un notevole capitale. Si era pensato che 1.500 euro fossero una cifra notevole perché avrebbero consentito di piantare altri duecento alberi e raddoppiare il numero di quelli che da lunedì poggeranno le loro radici sulla terra africana. Quando le idee sono buone trovano però molte gambe su cui camminare e così la raccolta di fondi ha superato i 4.500 euro in meno di una settimana. A questo punto il traguardo di mille alberi non sembra più inarrivabile. I soldi serviranno per il trasporto, l’acquisto delle piante, la creazione del tabellone che ricordi che quella è la seconda casa di Virginia e che tra quelle piante e per quelle piante hanno lavorato gli abitanti del villaggio di Baball che così hanno trovato un lavoro e un sostegno economico che magari non si esaurirà all’esaudirsi del sogno di regalare una casa agli elefanti e agli altri animali selvatici. Quello che sarebbe dovuto essere un boschetto di prunus africano, somiglia per davvero a una piccola foresta da cui si respira vita. In Camerun e a San Vero Milis.

 

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