DA SASSARI A NEW YORK PER CURARE UN CASO DISPERATO: LA STORIA DELLA DOTTORESSA LIA PALOMBA, L’ONCOLOGA KILLER DEI TUMORI

ph: Lia Palomba

La lotta ai tumori è una guerra senza esclusione di colpi. Nell’ultimo decennio la ricerca ha fatto passi da gigante e le nuove terapie  hanno permesso di curare migliaia di casi che, fino a poco tempo prima, venivano considerati incurabili. La dottoressa Lia Palomba, oncologo-ematologo al Memorial Sloan Kettering di New York, che opera negli Stati Uniti da ormai 30 anni, è una di quelle italiane che, non solo porta lustro al proprio Paese natale, ma dona anche speranza ai tantissimi malati ai quali pochi sembrano in grado di offrire una chance. Nel 2009 Palomba è stata ribattezzata Dottoressa House. Ha salvato la vita di un giovane di Pittsburgh, dato per spacciato, e il New York Times ha parlato di lei nel reportage sui “medical detectives”, quelli che risolvono i casi impossibili.

Il quotidiano La Nuova Sardegna l’ha intervistata, poco prima che partisse per New York, dove ad attenderla c’è un paziente londinese colpito da un linfoma estremamente aggressivo: “Ha 55 anni, la mia età. Altri medici gli hanno detto che non c’è niente da fare”. Ma lei non sembra per nulla intimorita dalla sfida. La dottoressa ha individuato una nuova terapia che si è rivelata efficace contro linfomi e leucemie. “Si basa sulla manipolazione genetica del sistema immunitario autologo – ha spiegato Palomba – le cellule vengono spedite in laboratorio e geneticamente modificate. A quel punto sono in grado di attaccare il tumore e riescono a sconfiggerlo nel 50 per cento dei casi. E’ una percentuale alta se consideriamo che la terapia rappresenta l’ultima chance per pazienti che non hanno risposto alle cure tradizionali”.

L’innovativo sistema, inizialmente, “è stato approvato soltanto per le leucemie in età pediatrica, successivamente anche per la leucemia linfatica a cellule B e per i linfomi aggressivi a cellule B”. La speranza va tenuta sempre accesa, ma ci si deve comunque ricordare che le possibilità di riuscita sono pari al 50 per cento dei casi. La dottoressa Palomba ha raccontato la storia di un ragazzo di Portland, nell’Oregon. “Era convinto di morire perché nessuno gli aveva dato speranza. Si è fidato di me, ha fatto la terapia e la malattia è scomparsa. Purtroppo però dopo tre mesi è ritornata”. Nel caso del paziente in questione la situazione è sfuggita al controllo anche per questioni economiche. “Non poteva più permettersi di stare a New York per affrontare una nuova terapia. E’ tornato dalla madre – ha commentato Palomba – è stato seguito da un’equipe medica ma nel frattempo il male era diventato molto aggressivo e lui non ce l’ha fatta”.

L’innovativa terapia è infatti “costosissima”, viene garantita esclusivamente ai cittadini coperti da assicurazione così come prevede il sistema sanitario americano. “Obama aveva esteso il diritto alle cure a milioni di persone – spiega l’oncologa – ma Trump ha cancellato i sussidi governativi alle assicurazioni: questo significa nessuna assistenza per 20 milioni di persone”.

“In Italia ci sono centri d’eccellenza. Penso al San Raffaele e all’Humanitas a Milano, ma anche ai centri di Aviano, Torino e Bologna per la cura dei linfomi”. Quel che manca, anche se non in tutte le strutture, è un ambiente positivo e la poca attenzione del paziente. “Noi siamo costruendo il nuovo palazzo che ospiterà l’Ematologia: sono stata coinvolta anche nella scelta degli arredi e della tinta alla pareti. Per far sentire i pazienti a proprio agio non serve tanto: bastano poltroncine, giornali, una macchina del caffè e una stanza appartata in cui sfogarsi, piangere di fronte a una brutta notizia”.

La dottoressa Palomba, che in Italia tornerebbe volentieri per collaborare con i centri d’eccellenza, sogna di poter un giorno trasmettere ciò che ha imparato ai neolaureati e gli specializzandi, aiutandoli anche a ottenere borse di studio e fondi per fare ricerca clinica. “In Sardegna – conclude – se ne fa poca, invece il futuro e le speranze dipendono proprio dalla ricerca”.

 

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Un commento

  1. Vanessa Merlini

    Complimenti per quello che fa’, per quello che ha visto che non va’ nel servizio sanitario, io sono di Sassari e da due mesi a mio fratello 36 anni e’ stata diagnosticata la leucemia mieloide acuta, spero che si riprenda per poter iniziare la che mio, e’ una malattia che ti mangia, lei Sig. LIA da’ speranza spero che mio fratello riesca a combattere questo brutto male, se avessimo medici come lei 🙏🙏🙏

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