ALLA XIV EDIZIONE DEL BIOGRAFILM FESTIVAL DI BOLOGNA, “Il CLAN DEI RICCIAI” DI PIETRO MEREU

di BRUNO CULEDDU

Dal 14 al 21 giugno 2018  si terrà a Bologna la quattordicesima edizione del  BIOGRAFILM FESTIVAL – International Celebration of Lives, evento cinematografico internazionale interamente dedicato alle biografie e ai racconti di vita.

Tra i dieci film in concorso provenienti da tutto il mondo sarà presentato in anteprima “Il clan dei ricciai” del lanuseino Pietro Mereu.

Il documentario racconta di un clan di ex detenuti che a Cagliari, affrontando la vita fuori dal carcere, lavorano come pescatori di ricci di mare, un mestiere faticosissimo praticato ormai da pochissimi. Chi esce dal carcere trova però in esso una possibilità di sopravvivenza e di salvezza (in cagliaritano “salvarì”). Leader carismatico del clan è Gesuino Banchero, disposto a dare un’altra occasione a questi uomini, a offrire loro la possibilità di condurre una vita onesta e reintegrarsi nella società.

I protagonisti raccontano dettagliatamente le difficoltà dentro e fuori il carcere, il duro lavoro in mare e il loro rapporto con le regole della strada, descritte anche attraverso le canzoni tradizionali della malavita sarda.

“Il clan dei ricciai” offre un impietoso spaccato sulla vita dei carcerati e apre uno squarcio sulle loro battaglie  per conquistarsi il pieno reinserimento nella società. Ne risulta un affresco su un gruppo di uomini che lotta ogni giorno per portare a casa il pane in modo legale e affermare il proprio diritto alla sopravvivenza.

Le note di regia di Pietro Mereu sono chiarissime a riguardo:

Nel libro di Primo Levi, “Se questo è un uomo”, le persone che sopravvivono ai lager nazisti sono gli intellettuali ebrei più raffinati e i commercianti più spietati. Anche nel “Clan dei Ricciai” i protagonisti sono dei sopravvissuti alla galera, alcuni da questa esperienza ne sono usciti distrutti psicologicamente e fisicamente come Andrea, altri ne hanno fatto un punto di forza come Gesuino, che nella storia sono i due personaggi agli antipodi per atteggiamento e temperamento. Il comune denominatore di tutti i protagonisti è l’essere nati in contesti sociali difficili, ed essere esponenti di una vecchia malavita cagliaritana che ormai sta scomparendo. Raccontano di codici di rispetto che ormai nessuno applica più, parlano “su casanzinu” il gergo del carcere cagliaritano, hanno sulla pelle tatuaggi che riportano inequivocabilmente all’ambiente carcerario: in un’epoca in cui il tatuaggio esprimeva i desideri di persone private di tutto. Il lavoro dei ricciai nasce da persone che essendo uscite dal carcere e trovandosi senza lavoro, decidono di prendere una barca per pescare ricci e altri frutti di mare: un’occasione di riscatto e sostentamento che è diventata una tradizione storica nella città di Cagliari. La storia dei ricciai è la storia di quartieri difficili come S. Elia, San Michele, Is Mirrionis in cui nascervi era già un handicap, e come dice Gesuino “Nel mio quartiere per sopravvivere bisognava saper muovere le mani”. Le famiglie di provenienza dei protagonisti sono violente, difficili, poco presenti. Il carcere diventa così un rito obbligatorio e di passaggio per avere un biglietto da visita nel mondo criminale, che è quello che regna in questi quartieri. Gesuino, rispetto agli altri, frequenta anche la buona società cagliaritana e definisce la sua barca ”Un ponte” tra il mondo della strada e della criminalità e il mondo rispettabile dei colletti bianchi. Attraverso il lavoro ha trovato un riscatto, e aiuta centinaia di persone del suo quartiere, per cui il Quartiere protegge e rispetta Gesuino, in meccanismi molto sottili ma ben comprensibili. In questo film vedremo una Cagliari e una Sardegna mai vista, a metà strada tra il Sudamerica e il mediterraneo. Colori accesi e zone degradate di una città apparentemente borghese dominata dalla Massoneria, uomini con facce segnate dal carcere e dalla sofferenza. La Musica del film è di un artista cagliaritano, Joe Perrino, che ha dedicato ben due album alla malavita e che è il naturale cantastorie di questo Clan sui generis. Lo stile del Film è crudo come è la vita degli uomini segnati dal crimine, con un velo di romanticismo tipico dei mondi in estinzione come quello dei malavitosi cagliaritani.

Il film, soggetto e regia di Pietro Mereu, è stato girato nel 2016 in formato HD grazie alla produzione Drive Production Company S.r.l. La fotografia è di Matteo De Martini, il montaggio di Andrea Lotta e Giacomo De Biase. Direttore di produzione e aiuto regista: Roberta Aloisio.  Musiche: Joe Perrino. Locandina a firma di Giorgio Casu di San Gavino (che lavora a New York).

I ricciai: Gesuino Banchero, Andrea Venturi, Massimo Senis, Simone Mattana, Bruno Banchero, Joe Perrino.

 

“Il clan dei ricciai” è stato riconosciuto “Film riconosciuto d’interesse culturale” dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione generale cinema e ha ricevuto il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del Comune di Cagliari – Fondo Filming Cagliari.

Il regista

Nato a Lanusei, Pietro Mereu è regista e autore televisivo. Si laurea in sceneggiatura e TV alla Scuola Civica di Cinema e dei Nuovi Media di Milano. Dal 2004 al 2006 lavora a fianco di Piero Chiambretti come autore nel programma Markette. Acquisisce molte esperienze in TV e nel Cinema come assistente di produzione e sceneggiatore. Nel 2011 fonda Cagliostro Società di produzione. Nel 2010 dirige “Disoccupato in affitto“, documentario finalista al RIFF (Roma Independent Film Festival) e al “Libero Bizzarri Documentari Festival”; il film ottiene il primo premio al festival “Sguardi e Visioni” a Lanusei. Dal 2011-2015 ha scritto e diretto numerosi documentari come “La Grecia è qui” prodotto da Mediaset, “Arte Etic“, “Noi non Molliamo“, “Senza regole“, “Anime in ballo”. Nel 2015 fonda ILEX Production per cui realizza “Il club dei centenari” dedicato ai centenari dell’Ogliastra. I film vince  il premio AAMOD al Babel Festival e il premio del pubblico 2018 del 25esimo “Sguardi Altrove Film Festival”. Nel 2017 realizza “I manager di Dio, documentario a puntate sulla regola benedettina applicata ai moderni metodi di gestione aziendale.

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