EFISIO PLANTAS, SCULTORE DI GRANDE TALENTO DI VILLAMAR: HA REALIZZATO OLTRE UN MIGLIAIO DI OPERE

ph: Efisio Plantas

di SIMONE MUSCAS

Si chiama Efisio Plantas, ha 57 anni, ed è uno scultore dalle notevoli capacità. Nella sua carriera artistica annovera circa un migliaio di opere realizzate, alcune delle quali di grande pregio e osservabili, oltre che nel suo paese, anche in vari siti dell’Isola. Da sempre in prima linea per diffondere l’arte nel territorio, lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio.

Come nasce la sua passione per la scultura? Sin da piccolo la mia attività principale, salvo altre brevi parentesi lavorative, è stata l’edilizia. Avevo 15 anni quando mi venne dato il compito di levigare alcune pietre per dei lavori di costruzione di una casa. L’amore fra me e la pietra credo sia nato in quella circostanza. Qualche anno dopo, in un periodo in cui ero un po’ giù di corda, mi trovai quasi per caso a lavorare una pietra. In pochi giorni portai a termine un “bifronte”: fu talmente grande la soddisfazione che provai a opera conclusa e altrettanto gratificante il senso di rilassatezza da cui fui catturato nel corso di quella creazione, che capii quanto fossi attratto dal mondo della scultura.

Che tipo di scultore si definisce? Sono un autodidatta, tuttavia col tempo ho affinato la mia tecnica leggendo parecchi libri. Non seguo un filone particolare: le mie opere, infatti, raffigurano cose e personaggi abbastanza eterogenei: dai paesaggi, passando per le sculture umane, sino agli stemmi e alle figure mistiche. Eseguo opere in tuttotondo, bassorilievi e altorilievi e lavoro tanti i tipi di pietra: l’arenaria e il basalto, le mie preferite, oltre che il granito e la trachite.

Sono numerose le sue opere che si possono ammirare dislocate nel paese e non solo. L’approccio all’arte è stato senza dubbio un esperimento riuscito. Lungo la via Roma sono presenti dodici altorilievi e delle stazioni raffiguranti la via crucis; sono opere di mia realizzazione frutto di un progetto che mi venne commissionato insieme a un altro scultore del paese, Marco Cabras, nel 1998 dall’amministrazione comunale del tempo. Erano anni in cui si cercava di dare impulso all’arte a Villamar: l’allora sindaco Giulio Matzeu, che ringrazio per quanto fatto in tal senso, teneva molto a quest’aspetto e vedeva, fra le possibilità di sviluppo, quella di trasformare il nostro comune in un sorta di paese museo.

Un obiettivo che, nonostante quegli intenti, non è però stato conseguito appieno. Si, ed è un peccato. Villamar è piena di artisti di talento: se tutti insieme fossimo stati più lungimiranti e uniti, saremmo probabilmente riusciti a dare maggior pregio artistico al paese. Se penso al passato dico che l’associazione “S’Isca”, oggi non più esistente e della quale anch’io ho avuto l’onore di far parte, raggruppasse tanti validi artisti del paese. Credo che i suoi associati avessero un grande potenziale per far crescere la comunità sotto il profilo artistico; personalmente sono rimasto affezionato agli ideali di quel gruppo. Se guardo a oggi, invece, osservo che c’è una Pro loco che svolge un gran lavoro per lo sviluppo e l’immagine del paese, ma, poiché non ha come compito solo quello di occuparsi d’arte, non focalizza, anche per ovvie ragioni, l’attenzione esclusivamente su quest’aspetto. L’ultima manifestazione nel paese di natura prettamente artistica è stata l’estemporanea del 2006: troppo poco per un paese che vuole diventare un bell’esempio per l’arte nel territorio.

Lei cosa proporrebbe per la crescita artistica del paese? Un’idea che mi sento di suggerire, alla Pro loco e all’amministrazione comunale, è quella di mettere in rete l’elenco degli artisti di Villamar e del territorio, presenti e passati, magari con una descrizione delle loro opere e del proprio modo di fare l’arte. Contabilizzare le nostre risorse sarebbe già un punto di partenza importante.

Un suo impegno personale che le piacerebbe concretizzare? Qualche anno fa, dopo aver eseguito un’opera per un parroco missionario, lo stesso sacerdote, entusiasta della mia creazione, mi propose di seguirlo in Africa per insegnare ai bambini del posto l’arte della scultura. Lì per lì mi sembrò un’idea strampalata e rifiutai senza neppure prendere in considerazione quell’ipotesi. Col tempo, ho invece capito di quanto sia importante l’aspetto dell’insegnamento ai più giovani. Se vi fossero le condizioni, mi renderei disponibile per insegnare i segreti della scultura a qualche potenziale allievo: credo che l’educazione all’arte e alla cultura in generale porti con sé tanti valori, importanti per la crescita delle nuove generazioni e per la maturazione della comunità.

Ha qualche rimpianto? In generale sono felice del mio percorso, ho avuto le mie soddisfazioni e mi auguro di averne ancora. Ho però un cruccio: le sculture nelle postazioni della via crucis a Villamar dovrebbero essere quattordici; io, anni fa, per varie ragioni mi fermai a eseguirne sei. Mi piacerebbe, un giorno, portare a termine le otto mancanti.

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