ALLA SCOPERTA DELLA CANTINA SU’ENTU: IL MERCATO GLOBALE DEI VINI DELLA FAMIGLIA PILLONI DI SANLURI

di Fabiola Corona

Settembre, periodo di vendemmia. In Sardegna certo è un periodo speciale che porta alla memoria le antiche tradizioni e che conserva una velata piacevolezza. Impossibile in questo contesto non pensare al buon vino che in Sardegna accompagna i nostri pasti da migliaia di anni; basti pensare ai recenti studi che testimoniano la presenza della cultura del vino nell’Isola già a partire dall’età nuragica, scoperta che farebbe del nostro popolo il primo consumatore di vino. Parlando a tal proposito, l’attenzione si focalizza sulla Cantina Su’entu, la quale già da qualche anno porta il nome di Sanluri in giro per il mondo. Roberta Pilloni, ci racconta la nascita e la vita della Cantina.

Quando e come nasce l’idea di una cantina? L’idea iniziale di far nascere una cantina a Sanluri è stata di mio padre, Tore Pilloni, io e i miei fratelli siamo stati poi contenti di abbracciarla. Intorno al 2009/2010 abbiamo iniziato ad impiantare le vigne, alcune appartenevano a mio nonno e piano piano ne abbiamo acquistate altre per un totale a oggi di 50 ettari di cui 32 sono vitati. Nel 2011 c’è stata la prima vendemmia dalla quale abbiamo ricavato 10.000 bottiglie tra Vermentino e Cannonau, ora arriviamo a produrre all’anno circa 220.000 bottiglie di 9 varietà diverse e ogni anno cresciamo sempre di più. Uno degli intenti nell’investire sul commercio del vino era quello di recuperare la coltivazione nel territorio, in parte abbandonata anche a causa della chiusura negli anni ’90 della Cantina Sociale Marmilla.

Il nome del vino “Su’entu” come è nato? In riferimento al nome, ci sono state più proposte da parte della mia famiglia, ognuno ha portato le sue e tutti insieme le abbiamo votate sino a quando non abbiamo trovato il vincitore: “Su’entu”. L’idea di questo nome nasce dal fatto che questi terreni si trovano in una zona molto ventilata soprattutto se si pensa che mentre Sanluri si trova all’incirca sui 120/150 metri di altezza sopra il livello del mare, qui siamo già intorno ai 330 metri, dunque la differenza anche in fatto di vento si percepisce facilmente.

Quanto lavoro e quanta preparazione c’è dietro il prodotto finito? Dietro il prodotto finito ci sono anni di lavoro perché l’economia e il commercio del vino sono molto più lenti rispetto a un commercio qualsiasi, per esempio i risultati della vendemmia di quest’anno, 2017, si avranno a partire dal 2019.

Il commercio del vino Su’entu cresce sempre di più e abbraccia numerosi Stati Europei e non. Sì esatto, possiamo dire che la distribuzione vera e propria è cominciata nel 2015, non bisogna dimenticare che stiamo parlando di una cantina giovane. La nostra rete vendita, che copre tutta la Sardegna, ha incominciato ad espandersi a Milano, poi a Roma, in Veneto, adesso stiamo iniziando ad esportare anche in Emilia Romagna. Oltre all’Italia abbiamo esportazioni in Spagna, Olanda, Belgio, Regno Unito, Svizzera, Germania per quanto riguarda l’Europa, mentre a livello mondiale i nostri vini arrivano sino agli Stati Uniti, alla Cina, al Giappone, alla Russia e in Australia. Operiamo una vendita diretta a ristoratori ed albergatori, non abbiamo una grande distribuzione che comprenda i supermercati.

Spesso capita di sentire che molte persone, molti giovani in particolare, preferiscono partire fuori dalla nostra nazione, e in particolar modo dalla nostra regione, in cerca di un lavoro stabile che qui sembra invece un’utopia. La vostra scelta di investire nel territorio e di investirci in maniera innovativa appare a prima vista controcorrente rispetto al contesto lavorativo – economico che sta venendo delineandosi. Per noi è importante investire sul nostro territorio e lavorare in Sardegna, a Sanluri dove siamo cresciuti e viviamo. All’inizio c’è stato un periodo di scoraggiamento dovuto all’immensa burocrazia, alle difficoltà logistiche, ma poi la voglia di fare qualcosa di bello ha prevalso. L’impegno, la dedizione, la passione e la tenacia si sono dimostrati vincenti e il lavoro ci ripaga giorno dopo giorno.

Sono tanti gli appuntamenti che vi aspettano durante l’anno e in alcuni di questi il vostro vino è arrivato a premio. Durante l’anno maggio e settembre sono i due mesi in cui ci sono le cantine aperte, diciamo che le date vengono decise dal movimento nazionale del vino e mentre a maggio sono molto più precisi, a settembre ci danno una forbice di circa tre settimane e dunque noi cerchiamo di far combaciare la data con la Festa del Borgo. Queste sono le date principali per il turismo del vino, maggio è sicuramente la data principale per tutte le cantine italiane, per noi invece settembre è il mese migliore. Oltre a ciò siamo impegnati nel resto dell’anno nella partecipazione a fiere e concorsi tra i quali il Merano Wine Festival, il Prowein Trade Fair, il Vinitaly, dove quest’anno il nostro Bovale ha totalizzato 94 punti, niente male se si pensa che il primo classificato ne ha avuti 96. Oltre a questo organizziamo anche eventi privati e visite alla Cantina per le scuole. Inoltre, quasi tutti i nostri vini possiedono una denominazione: dai Vermentini di denominazione DOC, all’Aromatico, il Mediterraneo, il Moscato e il Bovale di denominazione IGT Marmilla; proprio quest’ultimo, il Bovale, fu il primo a ricevere tale denominazione del 2012.

Quali sono i progetti futuri per la Cantina? L’idea futura, oltre a quella di continuare a produrre vino che è e resterà sempre il nostro obiettivo principale, è quella di diventare un punto di riferimento importante per il territorio che possa aiutare a valorizzare questa terra; vogliamo crescere nell’intento di incrementare la ricettività turistica per fare sviluppare anche quel turismo interno all’Isola che va oltre le vacanze estive nelle coste e porta a conoscere direttamente il cuore della Sardegna con tutte le tradizioni che questa ha da mostrare e in quest’ottica pensiamo un domani di costruire qualche camera che possa accogliere i turisti.

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