SEMINARIO A ZURIGO DELLA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI SARDI IN TERRA ELVETICA: NUOVA EMIGRAZIONE E “SISTEMA SARDEGNA” SOTTO I RIFLETTORI

ph: Giulio Alaimo e Domenico Scala

riferisce Antonio Mura

Si è svolto a Zurigo un pregevole seminario organizzato dalla Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera, che ha chiamato in causa i quadri dirigenti dei Circoli Sardi attivi in Svizzera. Pregevole perché il seminario ha messo sotto i riflettori tematiche di alta attualità e ampiamente discusse non solo in Svizzera: crisi dell’associazionismo, nuove emigrazioni, strategie di aggregazione e, soprattutto, una proposta progettuale

innovativa con obiettivi concreti e misurabili per promuovere il sistema Sardegna nel quadro dell’internazionalizzazione. Obiettivi che da qualche anno sono con forza nell’agenda del Governo italiano, delle Autonomie Locali e del sistema produttivo italiano. Niente di nuovo sotto il sole si potrebbe dire parafrasando la famosa locuzione latina, ma non è così per due motivi: per il carattere formativo del seminario e, in secondo luogo, perché il seminario si situa in un contesto già operante con il progetto “Sportello Sardegna” e “Sardegna everywhere”, promossi dalla Regione autonoma della Sardegna. Due progetti che coinvolgono le realtà associative sarde sparse nel mondo, in particolare con Sardegna everywhere che accanto a temi come lavoro e opportunità intende attivare anche strumenti di comunicazione innovativi per mettere in rete le associazioni sarde all’estero. Con la sapiente regia di Antonio Mura, Presidente della Federazione in Svizzera, e Domenico Scala, bandiera collaudata dell’associazionismo italiano in Svizzera nonché Presidente onorario della Federazione stessa, i partecipanti si sono immersi subito nelle riflessioni riguardanti gli obiettivi posti dalla Regione Sardegna in un mondo, quello della globalizzazione e dell’internazionalizzazione, caratterizzato da continue e marcate evoluzioni, e del loro impatto con la rete associativa all’estero. “Un mondo che – come ha sottolineato il Console Generale di Zurigo, Min. Giulio Alaimo – è complesso e richiede una visione larga, e comunque bisogna internazionalizzare il Paese nel suo complesso per avere opportunità di successo. Ma per un reale coinvolgimento dell’associazionismo e per fare rete – ha proseguito il Min. Alaimo – occorre superare le difficoltà di comunicazione tra vecchie e nuove emigrazioni”. Dopo il messaggio di saluto dell’Ing. Gian Nicola Saba –- responsabile settore emigrazione e immigrazione della Regione Autonoma della Sardegna – e l’intervento di Carmela Fronterrè in rappresentanza del Comites di Zurigo, è toccato a Leonardo Canonico, consulente del progetto Sportello Sardegna (nato nel 2015), stimolare l’attenzione dei partecipanti sulla genesi del progetto e le connessioni che ne sono derivate con Sardegna everywhere, in coerenza con la caratterizzazione economica dello Sportello Sardegna e con l’obiettivo di valorizzazione delle comunità emigrate come entità promotrici. Dopo avere illustrato quanto fatto con il progetto – piattaforma informatica in cui figurano le aziende svizzere interessate ai prodotti sardi, veicolare interessi economici reciproci e investimenti svizzeri in Sardegna, ecc. –, Canonico ha rimarcato anche le criticità emerse in itinere, in primis la concorrenza tra i vari protagonisti in campo, una sorta di campanilismo controproducente, e il corto respiro del progetto (la programmazione non è triennale come per Sardegna everywhere). In conclusione, Canonico ha rimarcato la necessità di un coordinamento stringente tra i vari attori in campo. Necessità rilanciata da Franco Narducci, intervenuto sul ruolo dei dirigenti dei circoli e strategie di aggregazione al cospetto del nuovo flusso migratorio dall’Italia verso la Svizzera. Dopo avere riproposto la definizione di associazionismo e dei suoi ambiti pubblici e privati, e avere richiamato l’ampiezza del fenomeno “associazionismo italiano all’estero” e del ruolo svolto, Narducci si è soffermato sui temi della memoria e dell’identità intrecciandoli con i valori che esprimono come solidarietà (tipico delle comunità emigrate), valore della persona umana, identità culturale condivisa con la comunità, il riconoscimento e l’accettazione dell’altro. Nel prosieguo dell’intervento Narducci ha proposto una riflessione su ruolo dei dirigenti in una società come la nostra, complessa e in rapida trasformazione. “Dirigenti non si nasce ma si diventa imparando a conoscere se stessi e la realtà che ci circonda” ha sottolineato Narducci per richiamare l’attenzione sulle nuove mobilità professionale che negli ultimi 10 anni hanno rinfocolato il movimento migratorio dall’Italia verso numerosi Paesi europei e oltreoceano. In Svizzera, in tale contesto, la comunità italiana è tornata a essere, dopo una lunga flessione, la più numerosa. L’analisi è poi proseguita sulle aree di destinazione dei nuovi migranti in Svizzera, sui problemi che affiorano, sulla rete di sostegno italiana, sul distacco dalle reti associative e sulle strategie di aggregazione che si devono mettere in campo, strategie dettate proprio dalla opinioni che i giovani suggeriscono: più attenzione ai temi lavoro e occupazione, una proposta di attività culturali aggiornata, più integrazione e partecipazione alla vita politica locale. Le testimonianze di due giovani sardi – Raimondo Beccu, architetto e figura delle nuove emigrazioni, e Nicola Philbert, madre sarda e padre francese, rappresentante delle seconde generazioni che coltivano le proprie radici, sarde in questo caso – hanno concluso, con una ventata di giovanile ottimismo, il seminario della Federazione dei Circoli sardi in Svizzera.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Carissimo Massimiliano,

    nella ricorrenza delle Feste , unitamente al mio ed al nostro ringraziamento , mi è caro farti giungere i più cordiali Auguri di Buon Natale e ogni bene per il nuovo Anno 2018.

Rispondi a Domenico Scala Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *