L’ESIBIZIONE DELLA BRIGATA SASSARI IN PIAZZA MARTIRI A CAGLIARI PER COMMEMORARE IL CENTENARIO DELLA BATTAGLIA DI CAPORETTO


di Dario Dessì

I fanti della Brigata Sassari erano impegnati in un severo addestramento nella scuola degli arditi  aSdricca di Manzano, quando all’alba del 25 ottobre,  assieme al rumore assordante dei tuoni, mentre un furioso temporale  imperversava su tutto il Friuli, ecco provenire distintamente  da oriente il cupo rimbombo di un cannoneggiamento in corso.

Certo doveva  trattarsi di una battaglia di notevoli proporzioni, ma nessuno, nemmeno il giorno dopo, aveva la più pallida conoscenza  della situazione disastrosa in cui era venuta a trovarsi gran parte della II Armata.

La Brigata Sassari, per fortuna, pur appartenendo  a quella stessa potente Armata,  non aveva preso parte alla incredibile e disordinata rotta dei suoi reparti, riuscendo in tal modo a scampare a un umiliante prigionia in Austria o in Germania. e a rimanere un unità compatta e ordinata,  preparata a ricevere ordini per continuare la guerra.

Il giorno 26 ottobre, a seguito di un ordine, emanato dal Comando d’Armata,  la Brigata Sassari, la 16° Divisione di stanza a Torreano e la 10° a Corno di Rosazzo  rimanevano a disposizione, quali riserve d’Armata.

27 ottobre 1917 Il ripiegamento della 2° Armata è in atto, mentre la brigata occupa la collina a nord-est di Buttrio tra il Torre  e il Natisone.  Doveva impedire l’avanzata nemica a nord  est in modo da permettere alla III Armata di indietreggiare indisturbata.

 

La sera del 27 ottobre 1917, il ripiegamento della 2° armata progredisce, mentre i due reggimenti della Brigata Sassari lasciano gli accantonamenti e si attendano nei pressi di Buttrio e di Manzinello.

Sulle strade  diventa sempre più intenso il traffico delle truppe che si ritirano a piedi o a bordo di qualsiasi mezzo disponibile e il pensiero  che gli austriaci  siano nuovamente al di qua dell’ Isonzo  e  sulle alture della Bainsizza è alquanto deprimente.

Per di più,  l’ordine di retrocedere fino al Torre non può che sconcertare gli animi di chi non accetta le decisioni dei Grandi Comandi e vorrebbe partire subito per riconquistare i territori perduti.Ma, una volta raggiunto il torrente, ecco, bisogna ritornare indietro per schierarsi sulle alture tra Buttrio e Manzano, dal Torre al Natisone al fine di ostacolare l’avanzata nemica e permettere il ripiegamento della III Armata.

28 ottobre 1917.  Nel pomeriggio del giorno 28 le truppe austriache sono già arrivate a Udine e si spingono con le punte avanzate verso il Tagliamento.

A mezzanotte la Brigata riceve l’ordine di retrocedere, a scaglioni, verso Mortegliano e Talmasson  e quindi,  fiancheggiata dalla Teramo,  proseguire  la marcia per Bertiolo, Codroipo e Casarsa della Delizia.

Verso le 15.00  convergono contemporaneamente a Codroipo i fanti e le avanguardie avversarie.

La battaglia, tra  case,  strade e  orti, inizia fulminea; fanti, artiglieri, carabinieri non desistono ma combattono fianco a fianco.

I Wurtemburghesi irrompono all’ attacco da tutti i lati con ripetuti urrah, mentre è ormai notte e gran parte del paese è in fiamme. Il tenente Walther Von Oertel dirà in seguito:

“ Fece particolarmente caldo a Codroipo, all’assalto del quale si lanciavano gli (Olgagrenadiere) del Wurtemberg, mentre il reggimento (Alt-Wurtemberg) si dirigeva contro i grandi ponti del Tagliamento – ponte stradale della Delizia e ponte ferroviario.”

 

La resistenza della Sassari a Codroipo, pur avendo disorientato il nemico, ritardandone l’avanzata di almeno 24 ore, fu un confronto impari,  anche perché le Fanterie Sarde non disponevano di armamenti adeguati per poter reggere il confronto con quelle truppe teutoniche scelte e ben equipaggiate.

Nel frattempo i ponti erano già saltati, e la Brigata, per mettersi in salvo al di là del Tagliamento, fu costretta a dirigersi a sud  verso   il ponte di Mandrisio.

La maggior parte della brigata, una volta disimpegnatasi, passava  il ponte  sul Tagliamento a Mandrisio, mentre il II battaglione del 151° si spingeva sino a Latisana.

Riuscire ad evitare la perdita dei collegamenti in quella incredibile bolgia di sbandati e fuggiaschi, che procedono barcollanti e disarmati, maledicendo la guerra e inneggiando alla pace, fu un compito veramente sovrumano.

Le urla di questi disperati venivano,   di tanto in tanto, sovrastate dal tremendo grugnire di maiali sgozzati e squartati con approssimazione.

All’alba del giorno 29 subito, dopo Pavia di Udine, ecco  in  direzione di Mortegliano

Il bagliore di  importanti magazzini di viveri e vestiario in fiamme e di immense riserve di legname che ardevano crepitanti e scintillanti. 

A Talmasson, nel pomeriggio, i fanti risposero  tutti  all’appello.

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