L’ITALIA DEI VELENI: IL CLAMOROSO CASO “FLUORSID” ALLE PORTE DI CAGLIARI E’ SOLO L’ULTIMO DI UNA SERIE DI EPISODI GRAVISSIMI


di Paola Pintus

Area industriale di Porto Torres, Sulcis-Iglesiente, Comprensorio di Brescia-Caffaro, Litorale Domizio-Flegreo e Agro Aversano, Bagnoli, Laguna di Grado e Marano, Laghi di Mantova e polo chimico, Priolo, Porto Marghera. Sono solo alcuni dei siti inquinati della penisola, censiti nell’ultimo Studio Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento) dell’Istituto Superiore di Sanità. In origine si trattava di 57 siti  SIN “di interesse nazionale”, in attesa di bonifica, poi ridotti a 39 dopo il declassamento a “regionali” di 18 di questi durante il Governo Monti (decreto del ministero dell’Ambiente dell’11 gennaio 2013). Siti inquinati da sostanze pericolosissime e cancerogene come diossina, amianto, petrolio, piombo, pcb, mercurio, e dove non per niente il rischio di mortalità è più alto del 15% rispetto alle medie regionali, con un eccesso in numeri assoluti di circa 1200 casi l’anno. Sei milioni di italiani rimangono quotidianamente esposti, in attesa delle bonifiche, all’inquinamento ambientale. E le cifre sono approssimate per difetto: nella “mappa” dello studio Sentieri, aggiornata al 2013, manca ad esempio l’ultimo clamoroso caso della Fluorsid in Sardegna, alle porte di Cagliari: il magistrato contesta ai vertici dell’azienda una grave contaminazione dell’aria e del suolo, per effetto della dispersione delle polveri nocive, altamente concentrate e per il ripetuto sversamento al di fuori di ogni norma di sicurezza di sostanze velenose in discariche improvvisate intorno al capoluogo; infine c’è la gravissima contaminazione delle falde acquifere e del comprensorio naturalistico della laguna di Santa Gilla con valori anche tremila volte superiori al consentito. Nel frattempo attorno alle grandi aree industriali ci si continua ad ammalare, come attesta il rapporto dell’ISSN.

Porto Torres: nell’aggiornamento rapporto si legge testualmente “Sia negli uomini sia nelle donne, rispetto al riferimento regionale si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause, tutti i tumori e le malattie dell’apparato respiratorio. In entrambi i generi sono presenti eccessi per demenze e malattie respiratorie. Gli uomini mostrano una mortalità in eccesso per il tumore maligno della prostata, della vescica, l’epilessia e deficit di mortalità per melanoma cutaneo, leucemie nel loro complesso e leucemia linfoide e mieloide, come anche per malattia ipertensiva. Nelle donne si osservano eccessi per il tumore del polmone e della cervice uterina e, tra le cause non tumorali, per la cirrosi”.

Priolo: Nel siracusano, dove il Sin perimetra l’area dove sussistono impianti chimici, un polo petrolchimico, una raffineria, un’area portuale “gli uomini presentano una mortalità generale in eccesso rispetto al riferimento regionale” e superiori alla media sono anche le “malattie tumorali nel loro complesso, malattie del sistema circolatorio (in particolare, quelle cerebrovascolari), le malattie respiratorie acute e dell’apparato digerente”. La mortalità per cirrosi risulta in eccesso in entrambi i generi mentre “tra le sole donne risulta in eccesso la mortalità per le malattie del sistema respiratorio nel loro complesso e dell’apparato genitourinario”.

Brescia: i quartieri sud della città convivono con il  grave inquinamento da PCB, dato dalla presenza del dismesso sito Caffaro, inurbato nel tessuto cittadino ed ancora da bonificare. Nel SIN lombardo si rileva “in entrambi i generi, tra le cause di morte indagate eccessi per le demenze”. Mentre sempre in entrambi i generi “si osservano eccessi di tutti i tumori e dei tumori epatici, laringei, renali e tiroidei, e difetti dell’incidenza della leucemia linfatica nel suo insieme e in particolare leucemia linfatica.

Cogoleto: Si tratta dell’area simbolo di una delle più travagliate storia di inquinamento industriale, come quella della Stoppani, legata alla contaminazione da Cromo VI esavalente. Nell’area ligure dove è presente anche una discarica, “si osservano eccessi di mortalità per tumore maligno del colon-retto, tumore maligno del rene e cirrosi” e “nelle donne, si evidenziano “eccessi per le malattie dell’apparato genitourinario nel complesso e in particolare insufficienza renale” e per quanto riguarda i tumori in entrambi i generi i dati mostrano eccessi di leucemia mieloide.

Fidenza: Nel sito emiliano, nelle aree intorno all’impianto chimico e alla discarica di rifiuti urbani e speciali lo studio mette in evidenza uneccesso di mortalità negli uomini con un numero superiore alla media nel “tumore del fegato, del pancreas, della laringe, della prostata e il morbo di Parkinson”. Mentre nel sesso femminile “sono in eccesso l’epatite virale, i mesoteliomi della pleura, i melanomi e il tumore della vescica”.

Comuni di Cologno Monzese e Sesto San Giovanni :  qui sono presenti un impianto siderurgico e diverse discariche, che causano malattie dell’apparato respiratorio, acute, croniche e asma. “Polveri, gas, fumi, agenti sensibilizzanti sono tra le esposizioni con accertato ruolo eziologico per queste patologie”.

Comune di Mantova Virgilio: Gli impianti presenti sono di tipo metallurgico, chimico, petrolchimico. E’ presente un’ area portuale e discariche industriali. Fra le principali cause di morte, “le malattie dell’apparato circolatorio negli uomini. Un valore dell’SMR in eccesso, anche se affetto da imprecisione, è osservato per l’asma nelle donne”.

Venezia Porto Marghera: “Il Decreto di perimetrazione del SIN elenca la presenza delle seguenti tipologie di impianti: impianti chimici, petrolchimico, raffineria, metallurgia, elettrometallurgia, meccanica, produzione energia area portuale e discariche. Per uomini e donne è presente un eccesso per tutti i tumori e per le malattie dell’apparato digerente. Difetti sono presenti per le malattie circolatorie tra gli uomini e in entrambi i generi per le malattie respiratorie e dell’apparato genitourinario. Il tumore del polmone e della pleura sono in eccesso tra uomini e donne. L’indagine dei 7.530 pescatori di Chioggia e Venezia, registrati dalla capitaneria nel periodo 1971-1986, la cui mortalità è stata studiata fino al 1986, ha osservato un incremento per il tumore del fegato e dello stomaco”.

Laguna di Grado e Marano (Udine): Comuni di Carlino, Cervignano del Friuli, Marano Lagunare, San Giorgio di Nogaro, Terzo d’Aquileia e Torviscosa. “Il Decreto di perimetrazione del SIN elenca la presenza di uno stabilimento per la produzione di cellulosa e di un’area portuale. Si osserva un eccesso di rischio per il tumore dello stomaco negli uomini e nelle donne. Nonostante la letteratura scientifica identifichi nel tipo di dieta il principale fattore di rischio per il tumore dello stomaco, l’eccesso osservato negli uomini può essere ricondotto a fattori ambientali (l’assorbimento gastroenterico come principale via di esposizione a piombo e cadmio, e a nitrati presenti nel bacino scolante della laguna) e occupazionali, vista l’associazione positiva rilevata tra tumore dello stomaco ed esposizione professionale a piombo e cromo esavalente”.

Comune di Trieste: “Il Decreto di perimetrazione del SIN elenca la presenza di impianti chimici, una raffineria, un impianto siderurgico e un’area portuale. La mortalità per le principali cause di decesso mostra per entrambi i generi eccessi per tutte le cause, malattie dell’apparato circolatorio, respiratorio e digerente. Nelle donne è evidente anche un eccesso per tutti i tumori. Il tumore del colon-retto e le malattie acute dell’apparato respiratorio sono in eccesso in entrambi i generi, l’osservato supera l’atteso tra gli uomini per il tumore della pleura e tra le donne per le malattie respiratorie acute e croniche. La relazione tra inquinamento atmosferico e tumore polmonare a Trieste è stata oggetto di due studi caso-controllo che hanno incluso solo uomini e hanno evidenziato un’associazione positiva e rischi maggiori per i residenti nel centro cittadino e nei pressi della zona industriale”.

Bari-Fibronit: “Il Decreto del SIN elenca la presenza di uno stabilimento di cemento-amianto. Risulta un eccesso di mortalità per tutte le cause, per tutti i tumori e per malattie dell’apparato respiratorio, mentre nelle donne si rileva un eccesso per le malattie dell’apparato digerente. Una volta corretta per indice di deprivazione, risulta superiore all’atteso anche la mortalità per malattie dell’apparato circolatorio in entrambi i generi, dell’apparato digerente negli uomini e dell’apparato genito-urinario nelle donne. L’azienda Fibronit di Bari è stata oggetto di due studi di coorte. Lo studio di Belli ha riguardato i lavoratori dell’azienda, titolari di rendita INAIL per asbestosi, e ha osservato un aumento significativo della mortalità per asbestosi, tumore del polmone, della pleura e del mediastino. I risultati dello studio di Coviello, riguardante l’intera coorte, ha mostrato eccessi di mortalità per tutte le cause, per le pneumoconiosi, tutti i tumori, per i tumori maligni del polmone, della pleura e del peritoneo. L’impatto dell’esposizione ambientale ad amianto, in quartieri limitrofi all’insediamento produttivo, è stato stimato da Musti con uno studio caso-controllo che ha valutato la distribuzione spaziale di mesotelioma di origine non professionale, e ha osservato nella popolazione residente entro 500 metri dall’impianto un significativo incremento di rischio”.

Taranto:  è nota la presenza di una raffineria, un impianto siderurgico, un’area portuale e di discariche di RSU con siti abusivi di rifiuti di varia provenienza. Il lungo elenco di malattie comprende: “eccesso tra il 10% e il 15% nella mortalità generale e per tutti i tumori in entrambi i generi; eccesso di circa il 30% nella mortalità per tumore del polmone, per entrambi i generi; eccesso, in entrambi i generi, dei decessi per tumore della pleura, che permane; eccesso compreso tra il 50% (uomini) e il 40% (donne) di decessi per malattie respiratorie acute; associato a un aumento di circa il 10% nella mortalità per tutte le malattie dell’apparato respiratorio; eccesso di circa il 15% tra gli uomini e 40% nelle donne della mortalità per malattie dell’apparato digerente; incremento di circa il 5% dei decessi per malattie del sistema circolatorio soprattutto tra gli uomini; quest’ultimo è ascrivibile a un eccesso di mortalità per malattie ischemiche del cuore, che permane, anche tra le donne un eccesso per la mortalità per condizioni morbose di origine perinatale (0-1 anno), con evidenza Limitata di associazione con la residenza in prossimità di raffinerie/poli petrolchimici e discariche, e un eccesso di circa il 15% per la mortalità legata alle malformazioni congenite, che non consente però di escludere l’assenza di rischio”.

tiscali.it

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

Rispondi a papaverirossi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *