SARDEGNA A SANREMO, UN AMORE LUNGO OLTRE MEZZO SECOLO: IL RACCONTO DI OLTRE 50 ANNI DI TALENTI SARDI AL FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA

ph: Bianca Atzei a Sanremo


di Mariella Cortès

Era il 1965, l’anno della prima edizione di giochi senza frontiere, della nascita dei Doors, dei Pink Floyd e degli Scorpions. Al 15esimo Festival di Sanremo, presentato da Mike Bongiorno, trionfava Bobby Solo con “Se piangi, Se ridi“.

 Era il 1965 e il primo sardo calcava il palcoscenico più famoso d’Italia conquistando un posto in finale. Lui era Vittorio Inzaina, classe 1942, nato a Telti e, dopo la vittoria al Festival di Castrocaro, conquistava l’Italia della musica con il brano Si vedrà, cantato con vigore alla kermesse nell’ accoppiata vincente con il gruppo malgascio di Les Surfs.

Bisognerà aspettare ben 11 anni per ritrovare la Sardegna alla manifestazione ligure. Sono i favolosi anni Settanta e tra acconciature alla Beatles, baffi e gilet ecco, a mandare in visibilio le fans italiane, dopo la vittoria al Festival di Castrocaro con “Due ragazzi nel sole”, i Collage, protagonisti, nel 1977, alla 27esima edizione di Sanremo. La band, formatasi a Olbia dall’incontro tra i fratelli Pietro e Tore Fazzi, il chitarrista Piero Pischedda e il saxofonista Paoluccio Masala si classifica a Sanremo 1977 al secondo posto con il brano “Tu mi rubi l’anima. Il loro è un successo costante e tra un tour e l’altro eccoli ancora sul palco del Festival nel 1979 con “La gente parla”, nel 1981 con “I ragazzi che si amano” e, infine, nel 1984 in “Quanto ti amo”. Passano gli anni e aumentano le televisioni nelle case degli italiani che non devono più radunarsi nei salotti buoni dei rari fortunati possessori di tubi catodici. Era il 1991 e mentre dalla Finlandia partiva la prima chiamata con un cellulare GSM, Edwige Fenech consegnava il primo premio di Sanremo a Riccardo Cocciante con “Se stiamo insieme”. Al quinto posto, per la prima volta, la lingua sarda calcava le scene dell’Ariston con “Spunta la luna dal monte”, versione in italiano dell’originale “Disamparados”. I Tazenda, pionieri del rock etnico italiano, conquistano la prestigiosa Targa Tenco e il pubblico sanremese che esplode in una straordinaria standing ovation. A tradurre la canzone originale in italiano è Pierangelo Bertoli che duetta con CameddaMarielli e Parodi sancendo l’immortalità del brano. La band sassarese tornerà a Sanremo l’anno successivo, questa volta da sola, con un brano interamente in sardo, “Pitzinnos in sa gherra” la cui filastrocca finale porta la firma di Fabrizio De Andrè. Intanto le tv diventano più sottili, non ci si accontenta più della bassa risoluzione mentre il suono rimbomba su appartamenti arredati Ikea e le news rimbalzano sui social. Siamo nel 2008, l’anno in cui gli iscritti su Facebook, in Italia, sono più di un milione. E’ questa la vetrina privilegiata per commentare il trionfo ad Amici di Maria De Filippi di Marco Carta, cantante cagliaritano dal timbro immediatamente riconoscibile. Il momento aureo del talento sardo esplode l’anno successivo con la vittoria del 59esimo Festival di Sanremo con il 57,62% delle preferenze. Il suo brano, “La forza mia“, rimane in classifica per ben 6 settimane e sarà una delle canzoni più scaricate del 2009.

Nello stesso anno una sublime Patty Pravo intona “E io verrò un giorno là“, brano di rara poesia ed eleganza composto da un giovane musicista di Cabras, Andrea Cutri. 

Ancora dalla scuola di Maria De Filippi ecco Valerio Scanu che dalla Maddalena conquista l’Italia prima con il secondo posto ad Amici 2009 e, nel 2010, trionfando a Sanremo con “Per tutte le volte che”. Il brano diventa ancor prima della vittoria un vero e proprio tormentone e ottiene il disco di platino poco dopo la pubblicazione. Scanu tornerà, dopo la partecipazione, nel 2015, a Tale e Quale Show, sul palco dell’Ariston, l’anno successivo con “Finalmente Piove“, brano scritto da Fabrizio Moro.  

Nel 2013, dopo esser giunta in semifinale alla prima edizione di X Factor, Ilaria Porceddu, talentuosa cantante cagliaritana, impegnata in una ricerca costante in bilico tra cultura, tradizioni popolari, Sardegna e Continente, riporta la lingua sarda sul palco dell’Ariston con In equilibrio. «Giru, bivu/ danzendi asusu e’ unu filu/ deu seu comenti coriandulu/ ca antia simbillu a un anghelu/ istimamì immoi/ ca crasi no app’essi innoi» è il ritornello, in dialetto campidanese, del brano. Si classificherà seconda nella categoria giovani, dopo Antonio Maggio.

Il 2015 è l’anno della rivelazione Bianca Atzei, nata a Milano ma originaria di Siris, nell’Oristanese. Con “Il solo al mondo”, brano che anticipa l’album  “Bianco e Nero“, calca le scene dell’Ariston accompagnata dagli abiti dello stilista algherese Antonio Marras, realizzati per l’occasione. Lo stesso anno troviamo, tra le nuove proposte con “Oltre il giardinoGabriele “Kaligola” Rosciglione, sardo da parte di madre, poetessa di Sardara.  

Lontani, lontanissimi e quasi sfumati nella memoria i tempi dei commenti in piazza all’indomani della kermesse, vista insieme, in una stanza addobbata a festa davanti ai primi televisori a colori. Sanremo 2017, oltre ad aver registrato uno share del quasi 60%, è stato il più social di sempre. La finale della 67esima edizione che ha portato sul podio Francesco Gabbani con “Occidentali’s Karma”, ha generato 6,1 milioni di interazioni totali su Twitter, Instagram e Facebook. 539mila le interazioni sul solo Twitter.

I cinguettii hanno raccontato, fatto sorridere, decretato vincitori e sconfitti, aggiunto, tolto o deformato le informazioni. Pubblicamente e, seppur edulcorati dalla velocità della rete, rimanendo scritti ma con la finta convinzione dei verba volant. E in questa edizione più commentata che mai è tornata la Sardegna del talento e della cultura, dell’innovazione e delle miscellanee. Da The Voice, la cantautrice Alice Paba, nata e cresciuta a Roma con nonni di Aritzo, arriva sul palco dell’Ariston insieme al rapper di Senigallia, Nesli, con il branoDo retta a te“. Non conquistano la finale ma il popolo del web che esplode in post e cinguettii di supporto al duo.

In finale una grintosa Bianca Atzei che dopo una serie di collaborazioni importanti con mostri sacri della musica come Gianni Morandi e Loredana Bertè, il duetto con J.Ax nel remake di “Intro” e la partecipazione al Tale e quale Show, torna a Sanremo con “Ora esisti solo tu” conquistando il nono posto. Il brano, scritto da Kekko Silvestre dei Modà, emoziona, oltre al pubblico, la stessa Bianca che si commuove sul palco, davanti al fidanzato Max Biaggi, seduto in platea, nella serata di venerdì. Ad accompagnarla, ancora gli abiti del di Antonio Marras e i gioielli di un’altra eccellenza sarda trapianta a Milano, il dorgalese Angelo Mereu.

Nella serata finale del Festival di Maria De Filippi e Carlo Conti, particolarmente intenso e apprezzato l’intervento di Geppi Cucciari sul tema delle scuse e delle false verità con un ricordo di Giulio Regeni. E se la Sardegna non va a Sanremo, a volte, ci arriva per altre vie, curiose e inaspettate. Come accadde nel Sanremo 2012 quando sulla chitarra di Davide Van De Sfroos campeggiava un adesivo dell’Isola. In questa edizione, il dettaglio curioso che parla di Sardegna è un tessuto prodotto da un artigiano di Cagliari e scelto dallo stilista Angelo Cruciani  per realizzare il completo indossato da Fabrizio Moro nella prima serata. Quale sarà, ancora, dopo 52 anni, il ruolo e la presenza della Sardegna nella kermesse più attesa e commentata d’Italia? Non ci resta che aspettare il 2018 riascoltando, nel frattempo, tutti i successi che da Sanremo sono partiti o rinati. Perché Sanremo, in fondo, racchiude quella capacità di riunione racconti e storie e, attraverso i suoi interpreti, di far sentire tutti più onorati, più appartenenti, più vicini. 

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4 commenti

  1. ti sei dimenticata degli ICE di sassari hanno partecipato alla finev degli anni ottanta.

  2. È brava Mariella,complimenti per l’articolo

  3. Cristoforo Puddu

    Al festival sanremese, edizioni 1968 e 1970, vi partecipò la grande ed indimenticata artista Marisa Sannia.

  4. I primi a cantare in sardo a Sanremo, non furono i Tazenda ma gli ICE nel 1987, sezione Giovani, con la canzone”Mama”, scritta da Piero Marras. Non entrarono in finale ma furono premiati dalla critica. L’anno precedente avevano vinto a Castrocaro con “Mere Manna”. La formazione era composta dal cantante Uccio Soro, dal batterista Zannin e dal chitarrista Massimo Cossu che suona da molti anni per i Tazenda…

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