A MILANO, APRE L’HOTEL CON LE OPERE DEGLI STREET ARTISTS: TRA LORO ANCHE IL SARDO ANDREA CASCIU

ph: l'opera di Andrea Casciu


di Maria Luisa Porcella Ciusa

Aprirà i battenti a fine febbraio e le sue mura sono già state decorate dalle opere degli street artists di fama internazionale: si trova a Milano e si chiama NYX Hotel, nome che si ispira a quello della divinità greca della notte. Tra i nomi dei big, tutti italiani, che hanno preso parte all’innovativo progetto spiccano Corn 79, Etnik, Joys, Jair Martinez, Moneyless, Neve, Orion, Peeta, Seacreative, Skan, Urbansolid e Yama11. Tra loro anche un sardo, Andrea Casciu, che ha dato il suo contributo portando nella capitale della moda, del design e della finanza uno dei suoi celebri uomini barbuti.

«La collaborazione, racconta l’artista, è iniziata con l’invito di Daniele Decia (a sua volta contattato a novembre da Iris Barak, curatrice che lavora a Tel Aviv per una fondazione d’arte legata alla proprietà di questi hotel, ndr), un curatore di Milano che porta avanti il progetto della galleria Question Mark. Il progetto era molto interessante, ci sono artisti veramente bravi, abbiamo avuto piena libertà di espressione senza mai avere limiti. La soddisfazione è stata molta, fa sempre piacere essere invitati per prendere parte a iniziative ben curate e libere da vincoli espressivi».  Corridoi e spazi comuni dell’hotel diventeranno delle vere e proprie gallerie fruibili da tutti i clienti, un concetto innovativo che avvicina ancora di più l’arte underground, già di per sé dentro il tessuto urbano e quindi popolare, alla gente e al pubblico (sono previste anche visite guidate per gli esterni all’hotel).

Il soggetto a cui Andrea Casciu ha lavorato per uno dei piani dell’hotel è uno dei suoi famosi Barbuti: «Il lavoro ovviamente è sempre ragionato alla location, per questo ho voluto fare un soggetto che fosse adatto al muro orizzontale e che avesse determinati colori per non essere troppo invadente. Ho quindi lavorato sulla serie dei Barbuti che si intitola Multiverso, due visi visti di profilo che superano lo spazio-tempo, attraversando universi paralleli». Per chi ancora non conoscesse l’opera dell’artista sardo, i barbuti, come spiega lui stesso: «Sono nati da vari studi sull’autoritratto e pian piano sono diventati personaggi che fondamentalmente non mi rappresentano più, ma di volta in volta prendono significati diversi. Tutto poi dipende dal lavoro che devo fare, anche se riconosco che c’è sempre parte di me in ogni personaggio che raffiguro».

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