IN CAMMINO VERSO IL DOMANI: INTERVISTA CON MARIA VITTORIA PERICU CAMPUS E IL PROGETTO “FLANIEREN IN SARDEGNA”

ph: Maria Vittoria Pericu Campus


di Marcello Carlotti

Buongiorno Maria Vittoria e grazie del tempo che ci concedi. Scorrendo la tua biografia notiamo che hai 33 anni, sei nata a Ozieri, hai preso una laurea in Scienze Politiche a Sassari e hai fatto esperienza sia studentesca che professionale all’estero prima di tornare in Sardegna e dedicarti all’accoglienza e ai blog e siti di viaggio e turismo.

Come si coniuga il tuo percorso di formazione con la tua attuale scelta di vita professionale? E’ stato un percorso non calcolato. Ho pensato che l’unica soluzione alla “voglia di mondo”, restando in Sardegna, potesse essere quella di portarlo da me… E, quindi, il passo è stato breve: ho frequentato un corso di alta formazione sulla gestione di strutture ricettive extra-alberghiere e, poco dopo, ho aperto un B&B a Ozieri, ormai oltre quattro anni fa… In realtà, l’idea-sogno è di avere una struttura più grande nella quale portare avanti varie attività che possano congiungere gli ospiti-viaggiatori con i residenti. Quasi due anni fa ho fondato, con mio fratello e un amico, Janelas, un’associazione di promozione sociale che si occupa di sviluppo del territorio. Ci occupiamo di progettazione europea, progettazione culturale e promozione del territorio. Anche in questo caso, il mio percorso non è stato lineare, ma gli studi fatti mi hanno permesso di avere una visione prospettica più ampia. Flanieren in Sardegna è un progetto in itinere, nato pochi mesi fa, e per il quale abbiamo belle e ambiziose idee che, ci auguriamo, possano prendere vita presto. Mi occupavo già da tempo del racconto dei territori, soprattutto attraverso i canali social e il digital marketing. Per questo, con la mia associazione Janelas, abbiam pensato di dar vita a un racconto della Sardegna, nella sua bellissima quotidianità, aperto al mondo. Così abbiamo allacciato collaborazioni con una ragazza tedesca, una spagnola e un’inglese, ma ci auguriamo che pian piano tutto ciò si trasformi in qualcosa di maggiormente organizzato.

Avendo un’esperienza diretta, parlaci della tua visione del lavoro e del turismo nell’entroterra sardo. Quali, secondo te, i punti di forza e quali le criticità? Credo che i punti di forza siano la qualità della vita e la bellezza, nelle piccole e grandi cose; le criticità principali ritengo siano i centri storici sempre più disabitati, l’emigrazione giovanile e la scarsa convinzione, o attenzione, politico-istituzionale sul potenziale attrattivo e turistico delle zone interne.

In generale, cosa si aspetta di trovare un turista che arriva da te e quali esperienze avete maturato col vostro portale e la vostra associazione? La maggior parte dei turisti si aspetta di godere del mare o, comunque, di vivere un’esperienza che integri mare, cultura e archeologia. La gran parte dei viaggiatori che ho avuto il piacere di incontrare,erano pressoché ignari di tutto ciò che la Sardegna è, con informazioni frammentate estrapolate da guide turistiche. In quel caso mi è capitato di sedermi a tavolino e chieder loro cosa desiderassero scoprire… Così disegno spesso itinerari,  prediligendo una conoscenza più approfondita della zona in cui si trovano. Tramite l’operato di Janelas e, in particolare con Flanieren in Sardegna, ci siam resi conto che c’è sempre una maggiore necessità di nuovi strumenti di comunicazione per affrontare nuovi canali. E che raccontare i luoghi non è mai scontato. In questo periodo storico siamo oberati di informazioni. Nonostante ciò i sardi stessi sono incuriositi dalla propria terra e desiderosi di conoscerne e viverne le peculiarità. 

Girando per il mondo, quante persone hai incontrato che conoscessero la Sardegna? Fra queste, qual è l’immagine dominante? La Sardegna non è praticamente conosciuta. E’ spesso confusa con la Sicilia, ma ancor più spesso sono io a doverla collocare geograficamente nella fantasia dei miei interlocutori. Sta capitando più spesso, però, grazie ai nuovi collegamenti aerei a basso costo e marittimi con la Spagna che qualcuno abbia sentito parlare o sia già stato in Sardegna e tutti la assimilano al periodo estivo e al mare…

Secondo te, la Sardegna è pronta a dar vita a sistemi ampli di generosità cooperativa oppure siamo ancora rosi dal tarlo dell’invidia e disuniti da individualismi? Io credo che qualcosa stia cambiando. Ci si sta rendendo conto dei vantaggi che derivano dall’unione… Che lo stare insieme rende più forti… Noi a Ozieri abbiamo costituito un’associazione – Rural Heritage Tour &Food in Logudoro – per mettere insieme operatori del comparto turistico ed enogastronomico del territorio. E’ un’esperienza interessante, molto impegnativa e complessa, ma che potrebbe rivelarsi un percorso necessario per la sopravvivenza delle nostre comunità. Ovviamente, la strada da fare è ancora tanta ed è in salita.

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