CUORE A PENTAGRAMMA: INTERVISTA AL GIOVANE SOPRANO SARA MIZZANU, LA PASSIONE PER LA MUSICA E UN FUTURO TUTTO DA SCOPRIRE

Sara Mizzanu nella foto di Giovanni Mascia


di Marcello Atzeni

Chissà se le hanno mai detto che un po’, ma solo un po’, ricorda Maria Grazia Cucinotta. E chissà se questo possa farle  piacere. Vedi Sara Mizzanu cantare, e la sua voce ti piace. Le note che sgorgano dalla sua giovane ugola, ti rendono lieta la serata. Sara è un soprano, che ancora sta migliorando, cercando di coniugare il pentagramma con la scrivania. Insomma studia e lavora.

E’  una ragazza “cucita” su misura ed educata con i valori di una volta.

D’altronde mamma Annamaria, iglesiente, ha fatto la sarta e ha sposato Rinaldo, un sottufficiale della Marina militare. Entrambi in pensione, ora si godono un gioiello raffinato. La voce di Sara, al telefono è sincopata. No, non è colpa sua. Ma della bufera tropicale. La linea cade così tante volte, che la conversazione riparte daccapo.

Alta, snella, i capelli neri le incorniciano un volto senza maschera. Il sorriso, completa l’arredamento.

Qual è il suo percorso formativo? “Mi sono diplomata in ragioneria, mio malgrado: sognavo di studiare al liceo artistico, perché fin da bambina ho sempre adorato disegnare ed avrei voluto diventare una stilista”.

Quand’è che ha preso una “sbandata” per la musica? “ A dieci anni ho iniziato a studiare canto presso una scuola privata, poi alla Scuola civica di musica. Ho collaborato con la compagnia teatrale di musical “Divadlo” e con il coro “ Collegiumkaralitanum”, diretto da Giacomo Medas.  Dopo varie lezioni di canto e solfeggio, sono stata finalmente ammessa al Conservatorio, e grazie a due borse di studio, ho avuto l’opportunità di frequentare delle master-class, con la famosa soprano, Luciana Serra.”

Chi sono i suoi maestri? “Daniela Porru, fu lei a farmi notare la mia impostazione naturale per il canto lirico. Poi, Daniela Bianchi, che mi ha seguito alla Scuola civica. Successivamente, ho avuto come insegnante il grande baritono, Angelo Romero, un carissimo maestro che ha sempre creduto nelle mie possibilità, coinvolgendomi nei suoi concerti. Ora, al Conservatorio, studio sotto la guida di Elisabetta Scano. La sua grande preparazione tecnica, mi dà l’opportunità di migliorare ancora.”

Quante ore studia al giorno? “Il mio impiego come amministrativa, non mi consente di avere le 150 ore di permesso per lo studio. Dopo le cinque ore in ufficio, cerco di studiare tutto il resto della giornata.”

Ci sono dei precedenti in famiglia? “Mio nonno materno, Alfonso, amava profondamente la musica. Suonava il il mandolino, il pianoforte e la fisarmonica. Conservo delle registrazioni dove esegue dei brani di sua composizione.  Mio padre suonava l’organo nel tempo libero. In casa abbiamo sempre ascoltato la musica classica. Da bambina ascoltavo  nel mio mangiadischi rosso, il 45 giri “ Un amore così grande”, di Mario del Monaco.  Poi provai fastidio nell’ascoltare la musica lirica, perché non la capivo.  Grazie ad alcuni docenti delle scuole medie, ebbi l’opportunità di assistere a un’opera e venni guidata ad un ascolto consapevole”.

Perché ha scelto questa professione? “Non posso ancora definirla tale. Mi mantengo con un lavoro part-time da impiegata amministrativa.  La musica è il mio secondo lavoro. Sento il bisogno di realizzarmi in senso artistico. E’ gratificante, ad ogni concerto, vedere i sorrisi della gente e, alla fine, sentire le signore sconosciute che mi confidano di essersi commosse.”

L’opera preferita? “La “Tosca” di Puccini, che adoro. Il mio cavallo di battaglia è “Tu che di gel sei cinta”, tratta dalla “Turandot”.  “

A cosa rinuncia facilmente e a cosa non può rinunciare? “Rinuncio facilmente a riposarmi per dedicarmi allo studio.  Non potrei rinunciare al cioccolato fondente”.

Difetti da migliorare? “L’impulsività”.

Le sue passioni? “Amo il buon cinema, cucinare e lo sport, il nuoto soprattutto. E adoro il mare “.

Cos’è che la fa indignare? “L’indifferenza dei potenti rispetto alla rovina ambientale e sociale. Assurdo cercare forme di vita su altri pianeti, mentre il nostro crolla in mille pezzi insieme a chi lo abita.”

Chi si sente di ringraziare? “Fabio, il mio fidanzato per la sua fiducia costante e l’incrollabile ottimismo con cui incoraggia e accompagna i miei passi. Tutti i miei maestri ,che comprendono le mie difficoltà che devo affrontare dovendo lavorare e studiare. E naturalmente i miei genitori, sempre presenti, fin dalla prima esibizione, che avvenne all’ Alfieri. Dove cantai “Thephantom on the Opera”. Tremavo come una foglia, ma ricordo tuttora la gioia immensa di quel momento”.

Cosa prevede per il 2017 e più in là ? “Il primo impegno sarà un recital a Palazzo Siotto, dove avrò il piacere di lavorare ancora con Caterina D’Angelo al pianoforte e Maria Loi, voce recitante. Sto collaborando con Gianluca Tommasi, chitarrista jazz, per la registrazione del suo album, che dovrebbe uscire in estate. E un futuro di studio sempre più approfondito.”

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5 commenti

  1. Grazie per il bell’articolo Marcello Atzeni.
    Tengo a precisare un’errata corrige: non ho iniziato a studiare canto all’età di dieci anni alla Scuola Civica ma nel 2005 alla Scuola Ism New Roland

  2. Bravissima Sara conservo ancora i tuoi disegni dalle elementari

  3. Brava Sara è un piacere vedere i tuoi continui successi !!

  4. Antonio Mizzani

    E brava la mia sorellina

  5. Brava Sara, che meravigliosa scoperta!!! 🙂

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