IL GRUPPO FOLK “ S’ANDIRA” DI MILANO E IL LEGAME INSCINDIBILE ALLA NOSTRA MADRE TERRA

ph: il gruppo folk S'Andira di Milano


di Mirella Manca

Vi è mai capitato d’incappare in una giornata ventosa molto forte? Di quel vento che non riesci neppure ad aprire le palpebre e ti rinchiude in casa finché non si placa così velocemente come è arrivato. Poi, ti affacci alla finestra e ti ritrovi un velo rossiccio che copre tutto il paese, tutta la campagna, tutta la città.

Polvere del deserto.

La riconosci pure se al deserto non ci sei mai stata; non puoi confonderla con la polvere abituale. Eppure ha fatto un viaggio lunghissimo per giungere fino a noi, attraversando correnti montagnose fredde e mari vastissimi e umidi. E’ diversa, ha delle peculiarità inconfondibili. Nonostante altri venti, altre piogge e altre intemperie l’abbiano diluita, quei piccoli granelli saranno sempre e comunque, polvere del deserto.

Così capita anche alle persone…

Si parte per un viaggio lungo. Si riempie la valigia di tutto “il conosciuto” in quell’oggi e si va’ lontano. Si incontrano altri lidi, altri confini, altre realtà che l’assorbono e s’impossessano del quotidiano vivere. Si inseriscono nella nuova società, come è giusto che sia visto che lo spirito di sopravvivenza porta in sé lo spirito di adattamento, nel rispetto altrui.

Mah! Ricordate? Quel granellino di polvere rossastra non aveva perso la sua peculiarità, così l’individuo non perde mai la sua identità. Può metterla in un cantuccio a preservarla da inquinamenti vari, può anche scordarla, perché il contrario le provoca malinconia, ma arriva sempre il giorno che viene fuori.

 Così succede a noi, persone forgiate di un’identità- non dico unica- ma ferma e assoluta. Magari fortuitamente come è capitato a me, grazie a qualcuno che quell’identità la ha coltivata e portata avanti dentro e fuori di se’.

Ero a conoscenza di tanti circoli sardi esistenti in varie parti dell’Italia, ma non ne avevo mai frequentato uno. Il  primo è stato il circolo Domo Nostra di Cesano Boscone dove ho conosciuto la bella conterranea Beatrice  Spano isolana di Gesico da cui è partito il tutto. A una esibizione tenutasi nell’hinterland milanese mi ha presentato il maestro  di ballo sardo nonchè ballerino, Roberto  Carrus e così ho potuto guardare in faccia a quella mia identità messa da parte nel cantuccio della memoria) e…. ritrovare una parte della vecchia me stessa. Quella che vibrava al ritmo di ballo delle feste in piazza.

Roberto  Carrus, originario di Silì, piccola frazione di  Oristano, non ha mai abbandonato la sua passione per il ballo sardo. Mai.

 Fa parte di lui fin dall’infanzia, quando mamma Giustina Lai, donna votata alla tradizione, da profonda conoscitrice qual era- sia di svariati balli sardi, sia di usi e costumi tipici-  ha accompagnato e istruito il giovanissimo figliolo; cosa che – per altro- le è venuta benissimo visto l’abile leggiadria di Roberto, la quale emerge nelle sue esibizioni coreografiche. Ha il volo impresso nei piedi. Nei primi anni 70” ha fatto parte ancora fanciullo, del gruppo folk S.Michele di Silì fino a quando giunge giovanissimo a Milano, munito di costume tradizionale sardo. Ha continuato a coltivare la sua attitudine per il ballo, mai messa da parte e non  solo[…]. Ha coinvolto molti nostri conterranei approdati al nord come lui in cerca di lavoro e  varie altre persone non sarde, amanti come lui della sardità. In primis il nostro caro amico milanese, Angelo Bianchini, nonché docente di chitarra  e insegnante di ballo assieme a Roberto con il quale, oltre quindici anni  fa, fonda il gruppo folk dove s’ingegnano e s’impegnano in spettacoli coinvolgenti di musica sarda. Tanta dedizione e tanta curiosità caratterizza la personalità di Roberto Lai Carrus che sempre sorretto dal Bianchini, non si ferma  alle rappresentazioni fini a se stesse, ma è in continua ricerca di antiche tradizioni. Con la solidale collaborazione del gruppo – con cui si reca in varie parti d’Italia e oltre i confini, fino in Svizzera, Francia e Germania-  disseta mano a mano la curiosità sulla tradizione sarda, spesso coadiuvata dalla fortuna ( io dico: merito) trovando documentazioni, quadri e/o persone che arricchiscono il bagaglio culturale del gruppo e degli spettatori. Di recente hanno cambiato la denominazione del gruppo folk, in: A S’Andira, senza  stravolgere gli obbiettivi originari. Presso il Circolo Domo Nostra, sito in Cesano Boscone in via Kuliscioff, sempre ben disposto alla cultura sarda, si impratichiscono  i vari elementi del gruppo folk, che qui di seguito nomino, attingendo direttamente dalla pagina Facebook del seguitissimo gruppo (ormai giunto a 600 membri).

COMPONENTI:
1- ALTANA Caterina 2- BIANCHINI Angelo 3- CARRUS Roberto 4- CAPPUCCI Sante 5- CONTU Matteo 6- DENTE Andrea 7- MAFFEZZOLI Angelo 8- MARRAS Fernando 9- MASALA Angela 10- MUSCAS Lucia 11- PALA Nadia 12- PIRAS Bruna 13- SPANO Beatrice 14- PUTZOLU Bernardo 15- UBEZIO Anna 16- URAS Gloria. 17-ALTANA
Miriam.  18- MANCA Mirella (poetessa in cammino e non in ballo )

Il gruppo folk di emigrati sardi, A S’andira di Milano si occupa di tradizioni sarde legate agli eventi della vita agro/pastorale del passato, meravigliosamente espressi nel BALLO, nella MUSICA, nel CANTO e nelle TRADIZIONI, attingendo nei numerosi testi dei viaggiatori tra otto e novecento e sul campo.
Il gruppo è costituito da una sezione di ballo, una di canto e una di studio dei documenti; partecipa a numerosi eventi culturali proponendo uno spettacolo rigorosamente in abiti tradizionali, nel quale si alternano balli a brani musicali a e rituali.
I balli in repertorio spaziano in tutte le zone della Sardegna: Campidanese, Cabillu, sa Danza, Ballu e’ ischina, Passu Torrau, Scottis, su ballu de su Muncadori, su Ballu de Ischina,  su Passu a Trese e su Dillu
Anche i canti in repertorio sono tra i più popolari del repertorio: Deu te salvet Maria, Non potho reposare, Duru-duru, Chelu e mare, Anninnora ecc..
Lo spettacolo propone una lunga e toccante sezione legata all’antico rito del matrimonio sardo.

Aggiungo: a breve, nei primi mesi del 2017 ci sarà una bellissima novità con l’argomento de Is Piccioccus de crobi, figli scalognati della città di Cagliari ( e forse di tante altre città sarde e non), che nel tardo ottocento/ primi del novecento si dovevano arrangiare per la loro sopravvivenza e spesso pure quella della loro povera famiglia. Questa novità sarà incrementata dalla mia lieta collaborazione presso il gruppo in cui, incoraggiata dal cortesissimo Roberto Carrus,  sarà letta una mia poesia(in italiano) scritta per l’occasione. Ci tengo a sottolineare quanto per me, sia stato determinante, avere una persona squisita come Roberto a sostenere i miei passi avanti  nel verseggiare e a superare il mio carattere schivo.

Ah quei granelli di polvere! Si ricompongono. Riprendono l’aspetto originale. Si fortificano e soprattutto, non rimangono all’oblio.

Che dire, a questo gruppo folk compatto e affiatato, se non grazie per il loro impegno costante e originale con cui mi hanno riportato il vento della mia terra?

Beatrice Spanu, col suo sorriso splendido e  gli occhi cerulei del nostro mare. Roberto Carrus di Silì, la fierezza e la leggerezza dell’appartenenza alla nostra terra. Angelo Bianchini, con le sue canzoni e la sua fedele chitarra  che ci riporta con le note a ogni sagra, a ogni festa della nostra giovinezza; Matteo Contu abilissimo con le launeddas che ci porta la nostalgia di quel sibilo di vento che smuove i ginepri e le alture aride; il cipiglio austero di Fernando Marras che ci riporta alla mente la severità e la mano salda dei nostri genitori; il cantore Bernardo Putzolu e  la Bruna Piras, voci meravigliose che, ci deliziano con la melodia da veri cantores. Tra gli altri è giusto citare i due coniugi Angelo Maffezzoli e Angela Masala, il primo suonatore di “sulittu” e la seconda del “tumbarinu” (tipico tamburello del folklore di Gavoi).

Così ci si trova, granello per granello nelle nostra terra madre. Nell’aridità delle alture, nelle nuvole alte strappate  nel cielo, il silenzio delle forre roventi, i lunghi arenili solitari che si perdono a vista d’occhio. La nostra casa angusta ma dai muri spessi di granito, che racchiudeva il calore delle nostre madri dedite alla famigli e il sudore dei nostri padri imperterriti lavoratori e dei i figli mai partiti legati alla nostra madre terra che mai abbiamo abbandonato totalmente.

Il nostro io, rimasto, se stesso, ovunque e chiunque abbia incontrato per la sua strada.

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5 commenti

  1. Bona Pasca’e Nadale e unu 2017 in salude, paghe, unione e amistade. Forza Paris
    (Auguri di Buon Natale per un 2017 in salute, pace, unione e amicizia. Forza Paris)

  2. Grazie per lo spazio dedicato al gruppo folk sardo ” a s’andira “

  3. Auguri di Buon Natale e Buon Anno 2017

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