PRESENTATO A PAVIA IL VOLUME DI GIANNI DE CANDIA “SARDEGNA – LA GRANDE DIASPORA. MEMORIE E RICORDI DEI 40 ANNI DELLA COOPERATIVA ‘MESSAGGERO SARDO’ (1974-2014)”

Pavia, Circolo Logudoro, 2 ottobre 2016, da sin. Filippo Soggiu, Gesuino Piga, Gianni De Candia, Paolo Pulina


di Paolo Pulina

Il libro di Gianni De Candia “Sardegna. La grande diaspora. Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa ‘Messaggero Sardo’ (1974-2014)”, edito nel gennaio 2016 da Carlo Delfino (432 pagine, 230 fotografie in bianco e nero), contiene una presentazione di Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale sardo, e una prefazione del prof. Manlio Brigaglia. Quest’ultimo racconta della sua esperienza di relatore per diverse conferenze culturali tenute presso i Circoli degli emigrati nell’Italia continentale e ha modo di rilevare: «A Pavia, l’inesauribile fantasia  e, perché no, lo speciale attaccamento alla loro terra suggerivano ai dirigenti  del Circolo “Logudoro” convegni e iniziative a nastro, tutti targati Sardegna: Pavia dovrebbero farla, per questo, una specie di città onoraria dell’emigrazione sarda».

Filippo Soggiu, presidente del “Logudoro” dalla fondazione, nel 1982,  al 1995 (e oggi presidente onorario del Circolo nonché presidente emerito della FASI, Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia) e Gesuino Piga  (successore di Soggiu alla guida del Circolo), dopo aver espresso entrambi il rimpianto per il fatto che non esiste più “Il Messaggero Sardo” cartaceo  (quindi in una versione particolarmente adatta alla lettura da parte delle persone anziane, che solo in minima parte hanno dimestichezza con l’universo telematico e che difficilmente hanno acquisito l’abitudine di collegarsi al sito web http://www.ilmessaggerosardo.com/ ) hanno sviluppato due riflessioni diverse.

Soggiu ha sottolineato il contributo (il “valore aggiunto”) che il mondo dell’emigrazione ha dato – non solo con le rimesse – allo sviluppo dell’economia della Sardegna. Riferendosi alla sua esperienza personale, ha osservato che chi ha scelto di andare via dall’isola  per mancanza assoluta di lavoro anche  agli inizi degli anni Sessanta (a Pavia, così come  nel cosiddetto “triangolo industriale”,  fabbriche importanti – una per tutte la SNIA Viscosa –  avevano bisogno di  manodopera) lo ha dovuto fare “alla  ventura”, operando un salto nel buio e ha dovuto sopportare sacrifici di ogni genere (specie per l’alloggio).

Soggiu ha orgogliosamente rivendicato quanto la FASI, di cui è stato presidente dal febbraio 1994 al marzo 2002, ha fatto nel settore dei trasporti (favorendo il ritorno nell’isola natia di   migliaia di emigrati e indirizzando verso di essa migliaia di turisti amici degli  emigrati) e nel settore della promozione dei prodotti sardi, con gli appuntamenti conosciuti come “Settimane Sarde”.

Ha concluso lamentando comunque il fatto che in Sardegna, in generale, purtroppo non c’è sufficiente conoscenza e considerazione del ruolo attivo e produttivo svolto dai Circoli degli emigrati a vantaggio dell’economia e dell’attrattività dell’isola.

Gesuino Piga ha messo in evidenza i meriti  del «famoso e glorioso giornale cartaceo che ha accompagnato, sostenuto e testimoniato per circa 40 anni le vicissitudini degli emigrati e di cui ora tanto si avverte la mancanza» ed ha osservato che   «il  volume di De Candia riporta alla memoria il  fatto che il colossale esodo dei sardi negli anni del secondo dopoguerra (1948-1970) costituì effettivamente una  diaspora (alla lettera, dispersione di un popolo, in fuga dalla miseria); e mai termine fu più veritiero per l’entità e l’angoscia dovuta al distacco e alle incertezze che attanagliò sia i partenti sia i restanti; si è stimato  che, colpendo circa il 12-13% della popolazione attiva se si considerassero le gigantesche  migrazioni interne,  risultò  coinvolto, e sconvolto, l’intero Popolo Sardo».

Piga però, con uno sguardo rivolto al prossimo sesto Congresso della FASI, che si svolgerà in Sardegna, a Quartu Sant’Elena, nei giorni 28, 29 e 30 ottobre 2016, ha affermato che  esso, oltre che per il rinnovo delle  cariche sociali della FASI, dovrà servire per impostare  i rapporti tra Regione e il  mondo dell’emigrazione in relazione agli sviluppi che nel frattempo sono emersi specie per quanto riguarda l’identità e la funzionalità dei Circoli (che debbono conservare le caratteristica di “sardità”)». Piga  ha così concluso il suo intervento:  «Negli ultimi anni tutto il mondo dell’emigrazione sarda è stato brutalmente investito dalla globale e drammatica crisi  che, sul piano essenzialmente programmatico e finanziario, si è abbattuta anche sulla Regione Sarda, tanto che si  è paventata la cessazione dell’ azione pro-emigrazione e la chiusura dei Circoli. Ciò ha avuto drammatiche ripercussioni sulla tenuta di questi e sulla prosecuzione dei programmi, con conseguente disorientamento  e dispersione dei soci, disamorati. E ciò può spiegare l’attuale situazione di difficoltà. Non esiste altro rimedio, considerato che le cose si vanno normalizzando, che ridare vigore ai Circoli: lo richiedono la precaria situazione dell’Isola, che deve poter contare sul nostro apporto, oggi più che mai, per rivitalizzarsi e porsi alla pari delle Regioni italiane meglio collocate».

Gianni De Candia ha ricostruito la storia del “Messaggero Sardo”: «Nonostante il giornale fosse finanziato dalla Regione, la Cooperativa lo ha realizzato in assoluta autonomia. Se il mensile ha acquisito autorevolezza e prestigio, lo deve al fatto che non è mai stato “governativo”, emanazione cioè dell’Esecutivo, ma “istituzionale”, attento e rispettoso del pluralismo di voci e di idee rappresentate nell’Assemblea regionale e nella società sarda più in generale».

Il libro è nato da una relazione in vista di un convegno (mai realizzato)  per presentare il materiale  raccolto dalla Cooperativa in quasi 40 anni di attività (lettere, foto, disegni, poesie, documenti). Oggi tutta questa documentazione è depositata in una sala dell’Archivio di Stato di Cagliari  ed è in attesa di essere riordinata e messa a disposizione del pubblico.

De Candia – dopo aver ricordato, davanti alla vedova, un dirigente storico   del  Circolo di Pavia e della Consulta regionale per l’Emigrazione, Sandro Meloni, prematuramente scomparso –,  ha concluso con queste parole: «Il libro è dedicato agli emigrati e vuole essere un modesto tassello perché la storia di questi sardi coraggiosi, e molte volte disperati, non venga dimenticata o, peggio, cancellata. Se la Sardegna, in questi decenni, è cresciuta, lo deve, in buona parte, ai suoi emigrati. E se ci sarà un futuro di sviluppo non potrà prescindere dai sardi e dai loro discendenti che stanno fuori dell’Isola».

Personalmente ho ripreso in maniera sintetica le osservazioni sul libro pubblicate in questo sito  http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2016/05/18/nelle-pagine-del-mensile-cartaceo-%E2%80%9Cil-messaggero-sardo%E2%80%9D-di-cui-gianni-de-candia-ha-scritto-la-storia-depositata-la-memoria-di-40-anni-di-emigrazione-sarda-nel-mondo/

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Un grazie a Gianni De Candia , presidente della storica cooperativa ” Messaggero Sardo . Grazie anche agli instancabili presidenti Gesuino Piga e Filippo Soggiu e al giornalista Paolo Pulina. Purtroppo il problema dei trasporti è ancora tutto da risolvere .

Rispondi a Angela Salis Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *