A CACCIA DELLA GLORIA: I SEI SARDI AI GIOCHI OLIMPICI DI RIO DE JANEIRO


di Ignazio Caruso

Una cosa è certa: i Giochi Olimpici sono la manifestazione sportiva più importante della storia dell’uomo. Per due settimane, o qualcosa di più, gli occhi di ogni singola persona al mondo – letteralmente – sono rivolti verso quello che succede all’interno degli impianti sportivi, delle strade e delle acque della città che ha l’onore di ospitarli ogni quattro anni. Quattro lunghissimi anni. Definire le Olimpiadi una manifestazione sportiva è però del tutto riduttivo: all’interno del teatro dei cinque cerchi, infatti, abbiamo rappresentato il mondo intero: popoli, etnie, culture, lingue, voci, cibi, colori. Politica. Soprattutto politica. Rapporti diplomatici logori, storici rancori, inimicizie, conflitti economici e sociali: insomma, qualsiasi legame colleghi gli uomini, dal più potente al più umile, trova all’interno dei Giochi Olimpici una declinazione più o meno evidente ogni quattro anni. Quattro lunghissimi anni. Nonostante questo, però, lo sport e i suoi valori, la ricerca della gloria, il sacrificio, la voglia di partecipare, rimangono ancora oggi, in questo mondo orribile, il centro dello spettacolo. E lo sport, chi lo fa? Gli atleti, ovviamente. Mica noi. Ed è grazie a questi atleti che la Sardegna, in questo enorme teatro del mondo, sarà rappresentata. Saranno loro gli attori protagonisti. In sei andranno alla ricerca della gloria. E con loro ci saremo tutti noi.

ALESSIA ORRO – Volley In bilico fino all’ultimo a causa di un infortunio, la palleggiatrice di Narbolia ha ricevuto la chiamata per Rio il 18 luglio, giorno in cui ha compiuto 18 anni. «È un sogno che si realizza. Non sento pressione, ma il sostegno di tutta la Sardegna e di tutta l’Italia. Sono abbastanza tranquilla perché so che alla fine, che vada bene o male, le persone a cui tengo ci saranno sempre».

STEFANO OPPO – Canottaggio Nato a Oristano il 12 settembre del 1994, Stefano comincia a remare a nove anni a Torre Grande. A 18 anni è Campione mondiale Juniores nei “quattro senza”; un anno dopo, vince il mondiale Under 23. L’anno scorso si è classificato, insieme al suo equipaggio, al sesto posto nei mondiali in Francia, guadagnando l’accesso alle olimpiadi di Rio de Janeiro. «La passione per il canottaggio deriva dal fatto che nasci sul mare e hai, quindi, subito un legame molto stretto con l’acqua. Quando nel 2012, l’anno in cui ho vinto il primo Mondiale, mi dicevano che sarei andato alle Olimpiadi, non ci credevo proprio».

FRANCESCA DEIDDA – Nuoto sincronizzato La sincronetta cagliaritana, classe 1992, è stata la prima atleta sarda a conquistare il biglietto per Rio, prenotato già da marzo. Quest’anno, durante gli europei di Londra, ha ottenuto la medaglia d’argento partecipando al programma libero della gara a squadre e un bronzo nel combinato. «La partecipazione alle Olimpiadi è una delle più grandi soddisfazioni che si possono raggiungere in qualsiasi sport».

MANUEL CAPPAI – Pugilato Il pugile cagliaritano figlio d’arte – il padre Fabrizio è stato Campione italiano dei pesi piuma tra i professionisti – è alla sua seconda partecipazioni alle olimpiadi, nonostante i suoi 24 anni ancora da compiere. A Londra 2012, infatti, Manuel è entrato nella storia per essere stato il pugile italiano più giovane di sempre a partecipare a una manifestazione a cinque cerchi. «Quattro anni fa avevo pochissima esperienza, persi soprattutto per questo. Ora le cose sono cambiate, l’obiettivo è sempre la medaglia olimpica. Non è impossibile».

LUIGI LODDE – Tiro a volo Il cecchino di Ozieri, laureato in Scienze Biologiche all’Università di Sassari, vanta un palamarès invidiabile ed è attualmente campione europeo individuale e vicecampione del mondo a squadre della sua disciplina, lo skeet. Nel tempo libero si distrae con la caccia, i cani, la pesca e il mare: «Perché un sardo non vive senza la terra e il mare». A Londra 2012 è stato l’unico rappresentante della Sardegna, classificandosi al quinto posto. «Quattro anni fa ero un outsider, a Rio non mi nascondo».

FABIO ARU – Ciclismo Lo scalatore di Villacidro non ha più bisogno di presentazioni. Negli ultimi anni si è consacrato come uno dei migliori ciclisti italiani con due podi al Giro d’Italia e la conquista della Vuelta a España. Reduce da un Tour non convincente è probabile che corra in appoggio al capitano Vincenzo Nibali, ma non è da escludere un’Italia a due punte. «È un percorso ideale per quei corridori a cui piace la salita, inutile girarci intorno. L’Olimpiade è la prima occasione che mi si presenta per riscattarmi, la affronto con motivazioni ancora più forti. La rabbia può tramutarsi in rabbia positiva».

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