DESAPARECIDOS, PER NON DIMENTICARE: QUARANT’ANNI FA LA SCOMPARSA DI GIOVANNI ANTONIO CHISU A BUENOS AIRES


di Tommaso Esca

Decorrono quest’anno i 40 anni dall’occupazione violenta del potere dei militari del Generale Vileda in Argentina , iniziata il 24.03.1976. Ricordare serve a tutti noi e soprattutto alle nuove generazioni che non hanno conosciuto quel tremendo periodo storico di grandi malvagità in quel paese latino americano, così lontano e così vicino all’Italia. Quel tragico colpo di Stato, calpestò la debole democrazia Argentina e diede inizio ad una oscura e tragica dittatura militare. Una ferita profonda di oppressione e violenza cieca e di odio tra fratelli che portò alla scomparsa e alla morte di oltre 30.000 giovani,bambini e adulti di ogni ceto sociale, desaparecidos. Ricordare quindi, non per cercare vendette, ma per la verità e giustizia, diritto di ogni popolo per potersi riconciliare e perdonare. Si è sempre parlato poco dei complici di quella dittatura, come ci ricorda questi giorni il premio Nobel per la pace 1980, l’argentino Adolfo Perez Esquivel, “ove civili e grandi imprese nazionali e transnazionali aiutarono il regime dittatoriale”. Molte industrie segnalavano alle autorità militari sindacalisti aziendali e operai che protestavano Con quel clima , il 26 luglio 1976 scompare ,mentre si reca al proprio posto di lavoro, a Buenos Aires , un giovane sardo, studente universitario e lavoratore di 26 anni di Orosei, Giovanni Antonio Chisu e con lui, il fratellastro minorenne Benjamin.. Giovanni Antonio,giovane sindacalista, stava per completare gli studi in Ingegneria elettronica e lavorava presso una grossa azienda elettrica di un imprenditore italiano. . La madre Lorenza Caboni di Bottida-Sassari,per tutto il resto della sua vita testimonierà in Plazza de Majo, manifestando contro questo atroce crimine contro i figli, insieme a tantissime mamme distrutte dallo stesso dolore. La sorella di Giovanni Antonio e Benjamin, Franca, che vive in Argentina , ricorda ancora oggi quei tragici fatti e queste dolorose perdite, in cerca di un valido perchè. In quel periodo storico, il grande paese sud-americano, era in piena crisi economica,politica e sociale. Dal quel giorno tragico di 40 anni fa, non si saprà più nulla di loro, come di altri due sardi di Tresnuraghes, i cugini Marras e Mastino desaparecidos scomparsi tragicamente. I militari al potere anziché combattere le angherie e i soprusi dei potenti sui più deboli, lanciarono una battaglia prima denigratoria e poi violenta contro chiunque combatteva le ingiustizie nelle città, nelle scuole e università, nei luoghi di lavoro e nelle comunità.. E’ probabile che anche questi giovani sardi, emigrati con le loro famiglie in Argentina, abbiano pagato il loro impegno sociale , con un rapido e violento processo a senso unico, in una delle caserme lager della capitale. Presumibilmente assassinati violentemente o caricati con altri incolpevoli disperati in qualche aereo militare con destinazione il Mar della Plata. L’Oceano, forse è stata la loro ultima tragica dimora. In questo triste anniversario ricordiamo questi giovani sardi “disterraos e ispertos in terra anzena de Argentina”, per il solo fatto di aver difeso e aiutato le persone più debole che vivevano vicino a loro..

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2 commenti

  1. Cuantos sardos desaparecidos..en Neuquén también

  2. In custas aeras, umbrosas e iscuras, de puppas che ne isperas, una lantia allutta oe, dat luche a Jann’Antoni, anzelu innossente de Deus, in cust’annu de digrassias e misericordia.
    In custu mundhu galu oe, prenu de malidea e tribulias, zente ammachiata e carestias.
    Chi su male collasset e su vene bincat, in tottu su mundhu.
    Tantas grassias a Massimiliano.

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